Guisgard sorrise a quelle parole pronunciate dalla giovane e misteriosa fanciulla.
E restò a fissarla mentre andava verso la taverna.
Rimasto solo, allora, il cavaliere si fermò a guardare il cielo notturno, reso sfocato dalle alte nuvole che lo attraversavano malinconiche.
Gli si avvicinò allora un cane randagio, che si accucciò ai suoi piedi.
"Cos'hai, amico mio? Anche tu sei solo in questa buia e silenziosa notte? Forse non è un male, credimi. Quelli come noi hanno troppi fantasmi dentro, per dormire sereni..."
Lo accarezzò e restò a scrutare l'incanto notturno di Camelot.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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