Discussione: Il giudizio di Caino
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Vecchio 18-10-2010, 19.25.28   #19
solomon kane
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solomon kane sarà presto famoso
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Blez finalmente si riprese.
Era su un carro legato assieme agli altri. Aveva ancora negli occhi quelle immagini di barbarie.
Sentì che Yann era accanto a lui.
- Yann che succede? Dove ci stanno portando?
- Non so cosa succede Blez. Ma questi soldati portano il vessillo del drago. Appartengono a Camelot.
- Camelot?- Blez trasalì.
- È un piccolo territorio che si trova ai confini con la Cambria. È governato da un re celta. Artù della stirpe dei Pendragon. Gli uccisori di draghi. Non capisco perché si sono comprtati come delle bestie. Il loro re ha sempre professato valori di bontà, di uguaglianza. Non ci hanno mai dato fastidio.
Blez era sovrappensiero. Il leggendario regno di Camelot.
Fin da bambino conosceva quelle leggende. Quando fu catapultato in quell’era scoprì che a volte i miti esistono davvero.
Lo aveva appreso dalla donna del lago. L’essere che lo aveva trascinato li.
Fu una notte. Poche settimane dopo il primo incontro con Kyla.
Era inquieto, non riusciva a dormire.
Sentiva Yann russare rumorosamente.
Si alzò ed andò fuori. Qualcosa lo teneva sveglio ma non capiva cosa.
Ad un certo punto una forza irresistibile cominciò ad attrarlo a se.
Non sapeva come ne perché. Sapeva solo dove.
Prese un cavallo dalla stalla e cominciò a cavalcare sotto il chiarore della luna finchè non giunse al lago dove tutto era cominciato.
Sapeva che qualcosa lo aveva attirato li. Sentiva l’epicentro della forza misteriosa.
- Mostrati! – esortò, ma nulla si fece avanti.
- In nome di Dio vieni fuori qualunque cosa tu sia.
Sentì le acque smuoversi.
Ed ecco che sotto i raggi della falce che tagliava la notte vide una splendida ragazza sorgere dalle acque del lago.
Era pallidissima. Aveva dei capelli biondi lunghi fino all’incavo delle ginocchia.
Portava solo una veste bianca resa trasparente dall’acqua.
- Parli di Dio Kane. Hai servito un dio per tutta la vita. Hai spezzato delle vite in suo nome. Inutilmente forse. Ora è arrivato il momento di combattere per qualcosa di reale. È giunta l’ora per te di renderti utile Solomon Kane.
- Donna non so chi tu sia ma farei attenzione a parlare cosi.
La donna uscì dal lago. Era scalza.
- Attenzione? Ahaha – la donna rise fragorosamente – non capisci. Se non mi ascolti probabilmente non ci sarà più niente cui fare attenzione. Vieni. Passeggia con me.
- Molte volte ti sei trovato di fronte nemici di cui non sapevi spiegarti l’esistenza. Non è cosi? Civiltà antichissime e creature che non dovrebbero esistere.
- come conosci tutte queste cose su di me? Come conosci il mio nome?.
- Io so molte cose di te Kane. E so molte cose su quei popoli antichi e su quelle creature.
- Ma tu chi sei?- domandò Kane.
- Puoi chiamarmi signora del lago se tanto ti aggrada darmi un nome. So tutte queste cose perché io faccio parte di quel mondo ormai dimenticato.
Lo spadaccino si fermò. La guardò.
- Spiegati meglio.
- Molte ere fa la terra era dominata da una civiltà avanzatissima. Una civiltà dominata da valori positivi e dall’amore per la scienza. Voi uomini dei vostri tempi avete intuito la sua esistenza ma non siete mai riusciti a farla uscire dal mito. L’avete chiamata Atlantide.
Kane ricordò le numerose avventure che lo avevano portato a confrontarsi con in resti malati di quella che forse una volta era Atlantide. Culti violenti e crudeli di cui era stato testimone e artefice della loro disfatta.
La donna riprese la parola – Vedi Solomon io sono una delle discendenti di quel popolo. Dopo la sua distruzione alcuni abitanti di Atlantide decisero di vivere in clandestinità occultando la propria scienza e tramandandola di figlio in figlio. Io sono l’ultima figlia di Atlantide in questa linea temporale.
Kane la guardò perplesso – Linea temporale?
- Tutto a tempo debito. Ora fammi proseguire. Atlantide non finì per cause intrinseche. Ci fu un pericolo esterno che la minacciò. Entrò in guerra con una sconosciuta civiltà che adorava Dei venuti dai meandri più remoti dell’universo. Dei malvagi il cui unico scopo è la distruzione. Lo chiamano il culto di Shub-Niggurath. I suoi servitori hanno soggiogato le menti di popoli interi.
Kane ascoltava. La sua mente gli diceva che tutto ciò era assurdo ma qualcosa lo spingeva a credere alle parole della donna.
- Vedi Solomon tutti i nostri sforzi in questi millenni sono serviti a contrastare l’ascesa di questi esseri. Alcuni di loro come Dagon o Chtulhu sono stati sconfitti grazie ai discendenti di Atlantide.
Ma per fare ciò ci siamo dovuti necessariamente servire di uomini come te. La casualità fa si che di tanto in tanto possa nascere una campione della razza umana. Il primo fu un atlantideo che sfuggì alla disfatta. Kull era il suo nome. Possono trascorrere millenni prima che ne nasca uno. Tu sei uno di quelli Solomon.
Il puritano cominciava sudare freddo. Tutto ciò in cui aveva creduto sembrava cadere come un castello di carte. Dei venuti da lontano, civiltà millenarie che vivevano nell’ombra. Era tutto vero. Aveva visto tutto con i suoi occhi e ora sapeva la verità. Aveva combattuto con quelle creature. In Africa. Le aveva scambiate per le mitologiche arpie.
- Ma…- provò a intervenire.
- Aspetta Solomon. Questi campioni grazie al nostro aiuto e alle nostre conoscenze sono riusciti a tenere a bada fino ad ora questi esseri. In questa epoca avevamo un campione. Il suo nome era Uther Pendragon. L’uccisore di draghi. Il nome gli era derivato per aver ucciso uno di quegli esseri mostruosi. Uther morì lasciando un erede. Il suo nome è Arthù. Uther lo educò secondo i valori che lui aveva sempre seguito e lo addestrò a proseguire il suo lavoro. La guerra contro Shub-Niggurath. Ed egli avrebbe dovuto fare lo stesso con suo figlio, fino all’arrivo del prossimo campione. Gli affiancò un consigliere, un nostro accolito di nome Merlin e gli diede la sua spada forgiata ere fa nella stessa Atlantide.
- Spada? Vorresti dire che Excalibur è stata forgiata da voi?
- Si Solomon. È uno dei tanti oggetti sparsi nel mondo costruiti da noi per assolvere questa missione. Anche tu ne avevi uno. Il bastone a forma di testa di gatto.
Kane non aveva pensato più al bastone da quando era li. Ora gli era tutto più chiaro. Capiva da dove venivano le strane qualità del bastone.
-Anche N’Longa, colui che ti ha dato il bastone, è un discendente di Atlantide e ha riconosciuto in te un campione.
Kane ripensò al piccolo sciamano africano. Tutti i tasselli si incastravano perfettamente.
- Purtroppo Arthù è stato soggiogato. Il culto ora è più vivo che mai. La sacerdotessa Morgana ha avuto la meglio grazie ad una sua accolita. Guinevre. Ella ha sedotto il re e poi il suo migliore amico Lancelot distruggendolo nella mente e distraendolo dalla propria missione. Quanto può essere fatale l’amore Solomon?
Kane pensò a Kyla.
- Ora Arthù è morto per mano di Lancelot che governa al suo posto affiancato da Guinevre. Ma egli è solo un fantoccio. Il vero comando lo ha Morgana che ora può agire liberamente. Per questo ti ho portato qui.
- Questo vuol dire che mi hai portato indietro nel tempo?
- Si e no. Vedi non devi pensare al tempo come una linea lunga e in cui non ci si può muovere e non in avanti. Piuttosto ogni attimo costituisce un’entità a se disposto parallelamente agli altri. Grazie alla scienza della mia gente io posso muovermi tra queste entità. Non è facile ed è molto rischioso. Ma questo è un caso estremo. Tu puoi essere colui che sconfiggerà questi esseri. Il giudice di una disputa millenaria. Non trovi divertente che il tuo nome esprima tutto ciò secondo la tua religione? Giudizio e assassinio. Salomone e Caino. Aiutaci Solomon cala la tua lama su quegli esseri, fai pendere la bilancia dalla nostra parte e salva tutti noi. Ti prometto che alla fine di questo ti riporterò indietro, nel tuo tempo.
Kane vagliò con la mente tutto ciò che aveva ascoltato. Fece la sua scelta.
- No!
La donna lo guardò stupita.
- Perché mi hai lasciato agli abitanti di questi luoghi?
- Te l’ho detto Solomon. Portarti qui non è stato facile. Dopo ogni viaggio ho bisogno di un periodo di ripresa. Ma sei stato curato bene. Per questo ho scelto il lago. Sapevo che saresti stato trovato da loro.
- Hai fatto male i tuoi conti donna. Io non intendo più immischiarmi in tali faccende. Ne intedo fare ritorno alla mia era. Ho finalmente trovato la fine del mio lungo viaggio.
- Non capisci Solomon che se ignori ciò che ti ho detto sarà la fine per tutto? Anche per il villaggio e per Kyla?
Kane si voltò di scatto – se arriverà qualcosa, qualunque cosa, la rispedirò da dove viene. Ora tutto ciò non mi riguarda.
- E va bene Solomon. Ma so che tornerai da me. Vedrai che non potrai ignorare ciò che sta succedendo.
La signora del lago tornò nel lago e prima di scomparire tra le acque calme disse – Ricorda le mie parole. Non puoi far finta di niente. Tornerai. Io so aspettare.
Ora Kane comprese il senso di quelle parole. Pensò a Kyla e al figlio che aspettavano. Chissà dov’erano. Pensò agli abitanti del villaggio. Se non fosse stato cosi cieco da ignorare tutto forse ora sarebbero ancora vivi.
Giunsero alla fortezza chiamata Camelot. E ciò che vide non gli piacque.

Ultima modifica di solomon kane : 18-10-2010 alle ore 19.50.41.
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