La piazza era gremita e la folla esultava alle parole di Bumid, in attesa dell'esecuzione dei due giovani innamorati. Clio ed i suoi compagni, nonostante il disprezzo e la rabbia che provavano, erano in realtà impotenti.
Vi erano infatti soldati ovunque e la piazza era ben sorvegliata anche da alcuni palazzi adiacenti, pullulanti di cecchini.
“Bene...” disse Bumid “... chi dunque ha scelto il suo Destino, ne sarà responsabile. Come dicevano gli antichi? Chi è causa del suo mal pianga se stesso!”
Tutti risero ed applaudirono.
“E siccome non siamo né despoti, né assassini” continuò il Primo Ministro “lasceremo a questi due ribelli un'ultima possibilità di parola.”
Il ragazzo guardò la sua amata e fece un passo in avanti.
“Popolo di Maruania...” gridò “... se amare davvero è una colpa, allora sono felice di pagare... meglio morire per Amore, che vivere senza amare mai davvero.” Fissò ancora la sua innamorata e le sorrise. “So per certo che dall'Altra Parte il Signore ci donerà ciò che l'ignoranza e la miseria umana ha avuto l'illusione di poterci togliere.”
“E sia.” Mormorò Bumid. “Giustiziateli, ho già la nausea...”
Un nuovo rullo di tamburi.
Ma in quell'istante una gabbianella blu volò sul palco.
Un attimo dopo arrivarono alcuni soldati a cavallo.
“Eccellenza!” Uno di loro a Bumid. “Per voi, da parte del Ministro della Propaganda!” Consegnandogli una lettera.
Il Primo Ministro la prese e la lesse, restando poi sorpreso.
“Liberatelo...” ordinò allora, indicando il prigioniero “... e portatelo al Palazzo della Memoria Storica.”
“Cosa succede?” Stupito il ragazzo, mentre i soldati lo liberavano. “Non voglio venire con voi... ma solo morire con la mia donna... lasciatemi, bastardi!”
Ma fu inutile.
I soldati lo portarono via.
Poco dopo anche la ragazza fu portata via, forse per essere giustiziata altrove.
La piazza venne così fatta sfollare, mentre la gabbianella blu era volata via, seguendo i soldati a cavallo.