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Vecchio 05-05-2017, 04.22.14   #2
Lady Gwen
Cittadino di Camelot
 
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Lady Gwen ha un'aura spettacolareLady Gwen ha un'aura spettacolare
L'inizio di un'altra nuova e pallida giornata era alle porte.
Ormai tutti i giorni scorrevano uguali, solitari, in questo luogo freddo e senza vita.
Una vita, la mia, che era stata rubata, come ''congelata'' in attesa di qualcosa che non sarebbe mai arrivato.
Incessantemente e ogni giorno avevo guardato fuori dalle grandi finestre per scorgere speranzosa la chiave della mia liberazione varcare la soglia di quel cancello, tenuto su ormai solo dai rovi che vi si erano avviluppati attorno.
Ma nessuno era mai giunto.
Ed io rimasta ancora lì, a vagare come leggera brezza autunnale in quella magione, che mai prima d'ora mi era sembrata così grande, ora che era vuota, ora che non c'era più il calore della vita a scaldarla, nè il palpito dei cuori a romperne il silenzio assordante.
Una vita per un rifiuto.
Una vita tramutata in effimera e impalpabile sopravvivenza.
Impalpabile come i petali dei fiori che arricchivano il giardino attorno la magione, ultimo dono di quella donna che aveva rubato la mia esistenza.
Calendula sui toni del tramonto e candido biancospino, ''per la speranza di alleviare il tuo dolore, Cassandra''.
Solo così, infatti, venivano alimentati quei fiori, unica fonte di vita in quel terreno mortifero, concimati dalla speranza e innaffiati da lacrime di dolore.
Capitava in alcuni giorni, come oggi, che scendessi nell'atrio al piano di sotto, dove la magione era più colpita dal Sole e proprio davanti ai suoi raggi che inondavano le finestre andavo a posizionarmi, lasciando che quelle lame di luce gialla e metallica mi attraversassero, mentre il pulviscolo scendeva su di me come sangue dorato che sgorgava da quelle ferite senza dolore.
Era come pensare di non esistere, per quei pochi minuti al giorno; un pensiero migliore di quello di dover esistere solo a metà, di rassegnarsi ad essere materia evanescente ed incorporea.
Alle prime luci dell'alba, dunque, scivolai come il vento sulle foglie lungo la consunta scalinata centrale, giungendo di fronte all'alta vetrata nel momento esatto in cui il Sole arrivava ad illuminarla.
Così, mi lasciai invadere ed attraversare, come se il mio corpo, o ciò che ne restava, fosse per quella luce fredda e paglierina solo un'altra finestra da attraversare, un vetro inconsistente privo di sfaccettature e di respiro.



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Ultima modifica di Lady Gwen : 07-05-2017 alle ore 00.34.36.
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