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Vecchio 19-05-2012, 01.57.47   #2097
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quel bacio.
Come una carezza, un sospiro, sfiorò il viso di Guisgard, che, istintivamente, con un movimento quasi impercettibile, cercò le labbra di Talia.
Labbra che però non trovò.
Il cavaliere fissò poi gli occhi di lei, inumiditi da quell'emozione.
“Le vedrai quelle rose, Talia...” disse lui “... si, le vedrai, presto... te lo prometto... e quando ciò accadrà, non le vedrai mai appassire, perchè io ne coglierò una ogni giorno per donartela ad ogni tuo risveglio...” sorrise e accarezzò il suo viso “... si, le vedrai, te lo prometto...”
E fissando quelle rose, soprattutto quella perlata, un ricordo scivolò sul suo cuore...

La notte.
Avvolgeva ogni cosa, rendendo le forme del bosco di Suessyon mutevoli e sfuggenti, come se fossero i contorni sbiaditi di un sogno fatto poco prima del risveglio.
Luci distanti scintillavano tra i lineamenti delle sagome dei monti lontani, che si stagliavano nel buio dell'orizzonte che sembrava perdersi nella notte sterminata.
Tutto taceva al Casale.
Solo un grillo cantava tra gli alti alberi che segnavano il limite tra il cortile e lo spiazzo che il maestro usava come giardino.
Una figura, taciturna e furtiva, scivolava nel silenzio che avvolgeva ogni cosa.
Si arrampicò su un albero e da qui saltò verso il parapetto di una finestra.
In quel momento, sotto di lui, vide qualcuno che si accingeva ad entrare per poi raggiungere la sua stanza.
Guisgard allora balzò dalla finestra, apparendo proprio alle spalle di Fyellon.
“Fyellon!” Disse.
“Cosa vuoi?” Voltandosi questi.
“Oggi ti ho visto vicino a Talia.” Con occhi di ghiaccio Guisgard.
“Beh?” Fissandolo Fyellon. “E se anche fosse?”
“Cosa le hai detto?”
“Va al diavolo!”
“Rispondimi!”
“La verità!” Esclamò Fyellon. “Questo le ho detto! La verità su tutto... è mia sorella e non voglio che cresca credendo in cose assurde... le ho parlato, anzi rammentato, del suo voto... del senso della vita e ciò a cui ognuno di noi è destinato.”
“Cosa ne sai tu a cosa è destinata lei?”
“Lo so bene” mormorò Fyellon “e lo sai anche tu.”
“Tu non sai nulla...” celando a fatica la rabbia Guisgard “... nulla...”
“Lo credi davvero?” Con un sorriso Fyellon. “Ne sei certo? E allora dimmi tu come stanno le cose e a cosa siamo destinati... avanti, ti ascolto...”
“All'Inferno...” con astio Guisgard “... a quello sei destinato tu...”
“Si, si...” ridendo l'altro “... sempre il solito ruolo... quello che ti sei disegnato addosso sin da piccolo... il Primo Cavaliere... il buono, il giusto, l'eroe cortese... colui che vince sempre contro i cattivi e conquista alla fine il cuore di Ginevra...” scosse il capo “... ma tu non sei Lancillotto!” Con disprezzo. “Non sei il Primo Cavaliere! Non ci sono nemici qui, né draghi, né orchi e né tanto meno demoni! Gli unici demoni sono solo i tuoi deliri di eroica onnipotenza! Ma chi credi di essere? Pensi che basti raccontare qualche storia di cavalieri per far credere a tutti di essere un predestinato? O disseminare il Casale di fiorellini e petali colorati per fingerti un eroe romantico?”
Guisgard serrò i pugni per la rabbia.
“Sai perchè lei ti sta ad ascoltare?” Continuò Fyellon. “Perchè non ha altro in cui credere e sperare! Non ha altro mondo in cui rifugiarsi, oltre a quello che le inculchi tu ogni giorno! Ma quando sarà cresciuta ed accetterà finalmente il suo destino, quando i privilegi e gli onori che la sua condizione le offrirà, allora, credimi, ti riderà dietro! Ai suoi occhi sarai solo un patetico burattinaio che muove le sue marionette su sfondi di cartapesta... e allora il ricordo di questo tuo paese dei balocchi le sembrerà pietoso e ridicolo!”
Guisgard, all'improvviso, colpì violentemente Fyellon con un pugno, facendolo cadere a terra.
“Se...” ansimando per la rabbia “... se ti vedrò ancora una volta vicino a lei... giuro su quanto ho di più sacro che ti ucciderò, Fyellon... ti ucciderò davvero...”
L'altro, allora, si sfiorò la bocca e vide che sanguinava.
“Sai...” tornando a sorridere, ma con l'intendo di ferire a morte suo fratello “... cosa penso, caro fratello? Che quando la porteranno in Oriente qualche cavaliere le farà scoprire le gioie della vita... laggiù, a quanto si dice, le bionde con la pelle chiara scarseggiano e...”
“Maledetto!” Gridò Guisgard, per poi saltargli addosso, impedendogli così di continuare a parlare. “Maledetto!”
Fyellon, però, lo colpì all'improvviso con una pietra che, senza farsi accorgere, aveva afferrato dopo essere caduto a terra.
Colpì con forza, quasi spezzandolo, il polso destro di Guisgard.
Questi però, in preda a quella forte furia, quasi non avvertì dolore e cominciò a colpire con pugni e calci suo fratello.
In quel momento, attirato dalle grida dei due, giunse il maestro.
Prese di peso Guisgard e lo allontanò da Fyellon.
“Mi ha aggredito, maestro!” Gridò Fyellon. “Mi ha aggredito a tradimento! E' un vigliacco!”
“Lasciami!” Urlando Guisgard e tentando di liberarsi dalle braccia del maestro. “Lasciami! Lasciami che voglio ucciderlo, questo bastardo!”
“Ora avrai ciò che meriti!” Disse il maestro. “Con te bisogna avere il pugno di ferro! Come si fa con gli animali!”
E lo portò via.
Il maestro legò ad un albero quel figlio ribelle e lo lasciò così per tutta la notte.
All'umidità e al dolore lacerante che ormai il polso ferito gli procurava.
Ma da quel punto poteva vedere quell'angolo del cortile che il maestro aveva lasciato a Talia per le sue piante ed i suoi fiori.
E per tutta la notte sognò ad occhi aperti quelle rose perlate che presto sarebbero sbocciate.
Sbocciate come i sogni di Talia che lui aveva promesso di realizzare tutti.
Sogni che non sarebbero mai sfioriti, se lei avesse creduto in lui e nelle sue promesse.

Quel ricordo scivolò via in un attimo, come portato via dalle luci e dalle voci del borgo festante.
“E ora farai sfoggio del tuo bellissimo costume alla festa.” Sorridendo Guisgard a Talia. “E queste rose sono il giusto ornamento alla tua bellezza... su, ora sorridimi, gioia... sei la regina Ginevra, la più bella di tutte... l'unica capace di conquistare e custodire il cuore di Lancillotto...” prese la sua mano e si avviarono verso il palco destinato al ballo.
E subito ritrovarono i loro compagni.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 19-05-2012 alle ore 02.45.06.
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