Crawel condusse Dacey attraverso un lungo corridoio su cui si aprivano ampie vetrate sulla sterminata città circostante, con diversi impiegati ed impiegate che lo percorrevano animatamente.
Arrivarono davanti ad una porta di solido e raffinato legno di noce, dove Crawel bussò.
La porta si aprì e l'uomo fece cenno a Dacey di seguirlo.
Entrarono così in un'ampia sala con scrivanie, archivi, quadri, soprammobili e persino un tavolino bar con ogni sorta di liquore, aperitivo e vino, tutto pregiatissimo.
Qui una segretaria li fece passare in una stanza adiacente che rappresentava lo studio del direttore.
L'uomo stava in piedi davanti ad una finestra, perso a fissare l'immensità di Afragolopolis che si estendeva davanti al suo grattacielo.
Era alto, robusto, con i capelli tutti rasati e lo sguardo impenetrabile.
“Signore...” disse Crawel e quello si voltò “... ecco la sua segretaria...” indicando Dacey.
“Lasciateci soli, Crawel.” Symminel.
E Crawel uscì.