LA FIORAIA DELL'ETNA: BILLONIA DA CATANIA.
Anche se temporaneamente distante dal cosidetto Medioevo, è mia intenzione presentare un sigolare personaggio popolare e pittoresco della Catania a cavallo tra i secoli, XIX e il XX.
Era una donna minuta, tutt’altro che sgraziata, era
la fioraia della Villa, sfiorita per conto suo, ma con la camicetta ostinatamente sfavillante di dorati lustrini. Andava anche su e giù per via Etnea
con i fasci di fiori di campo, le margherite, le rose, che offriva alle coppiette di fidanzati sperando di ricevere una ricompensa, e di sera si piazzava davanti ai teatri. In fondo, era un’immagine gentile con i suoi coloratissimi costumi ricchi di nastri, un’immagine che sotto i lustrini tentava di nascondere un’immensa povertà. Ma c’era anche un pizzico di femminile civetteria in quello strano abbigliamento! Andava spesso in giro con la madre
ma gli stenti le avevano rese uguali e sarebbe stato difficile capire, a vederle, chi di esse fosse la più vecchia. D’inverno trascorrevano gran parte delle giornate sui gradini della chiesa di San Biagio, in piazza Stesicoro, ma d’estate si trasferivano al giardino Bellini, sempre popolato di catanesi che accorrevano ad ascoltare i concerti della banda: e lì Billonia poteva raggranellare qualche soldino in più. Poi la madre morì, e poco dopo scoppiò il primo conflitto mondiale:
e, mentre il mondo dava addio ai divertimenti e alle spensieratezze di un tempo, neanche Billonia, la semplice e inutile fioraia, travolta dai tempi e dalla guerra, ebbe più motivo di sopravvivere. Nessuno la vide più.
tratto da: www.vocedelletna.com
Taliesin, il bardo
p.s. dedicato alla mia cara amica Marcella, depositaria di scienze perdute racchiuse all'interno del nostro cratere spento, antica e saggia alchimista di essenze fiori ed erbe preistoriche, dal carattere mite e socievole, dagli strani abiti dipinti a festa, forte scudo contro ciarlatanesche ugole di stolte e moderne civette di montagna.