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Vecchio 29-05-2014, 03.55.44   #2137
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quelle parole di Clio scossero non poco Guisgard.
Nel suo cuore sorse un profondo turbamento, un tumulto inarrestabile.
Avrebbe voluto dire molte cose, forse tutte le cose del mondo.
Avrebbe voluto saltar giù dal cavallo e prenderla fra le braccia.
Guardarla a lungo e poi baciarla.
Baciarla senza sosta, per poi ricominciare.
Ma quella locanda apparve all'improvviso e le voci degli altri membri della compagnia echeggiarono subito nella sua mente.
Probabilmente in quel momento li odiò tutti.
Uno per uno.
Quasi quanto detestava il principe Karel.
Ma in un attimo i due si ritrovarono di nuovo in mezzo a loro.
Clio subito prese posto fra i suoi compagni e cominciò a bere con loro, mentre Guisgard si sedette sulla staccionata.
“Prendi un bicchiere anche tu...” disse Astus al cavaliere.
Questi però si limitò a scuotete il capo.
Restò allora un po' in disparte, tirando fuori la sua ocarina e cominciando a suonarla voltato verso la foresta.
“La locanda è perfetta!” Esclamò Vortex. “Vero, amico mio?” Fissando Mime che accanto a lui ingurgitava vino su vino.
“Io credo” fece il rigattiere “che il Paradiso non sia poi così diverso da una serata come questa... la compagnia è ottima, infatti ci sono Angeli ovunque, l'ospitalità di primissimo livello ed è possibile tracannare vino senza diventare mai brilli!”
“Pezzo d'asino...” ridendo Vortex “... tu saresti capace ti scolarti l'intera riserva di vino conservata nei Campi Elisi!”
“Campi Elisi?” Ripetendo Mime. “Mai sentiti... dal nome però mi ricordano una famosa masseria in cui facevano dell'ottimo vino da tavola!”
Tutti risero forte.
Dall'interno allora giunse un uomo.
“Ah, ecco il mio migliore amico!” Alzandosi Vortex. “Il cordiale signor de Taban!” Indicando il locandiere. “Amico mio, vi presento il nostro capo... messer Gufo Scarlatto, quello che suona l'ocarina sulla staccionata... e lei” facendo segno a Clio “è la sua bella e giovane moglie, lady Guamarin!”
“Però, ricordare i loro nomi dopo tutto quel vino è da fenomeni!” Ridendo Porturos.
“I miei omaggi, messere!” Salutando il locandiere. “Milady, incantato! Questa locanda è casa vostra!”
“Visto?” Fece Vortex. “Questa si che è ospitalità!”
“Porto altro vino, signori?” Chiese il locandiere.
“Ah, adoro quest'uomo!” Esclamò Vortex.
“Si, altro vino, grazie!” Svuotando l'ennesimo bicchiere Mime.
L'uomo annuì e corse dentro, tornando poco dopo con altro vino.
“Suona qualcosa di allegro!” Vortex a Guisgard. “Qualcosa di regale che ci ricordi la bella corte Afravalonese!”
“Eh, magari ci fosse qui qualcuna di quelle dame che affollano la corte.” Mormorò Ertosis.
“Un brindisi al re” alzandosi Dort “ed al futuro erede, il principe Karel!”
Tutti allora alzarono in alto i bicchieri per quel brindisi, mentre Guisgard si voltò di scatto a fissarli, cercando poi il volto di Clio.
Un attimo dopo si voltò di nuovo verso la foresta e ricominciò a suonare.
“E dai, unisciti a noi!” Disse Vortex al cavaliere. “Cos'è quell'aria da cane bastonato?”
“E dai, lascialo perdere, importuno!” Fece Borel.
“Dove hai il tuo cuore, ragazzo?” Ridendo Vortex. “Magari a Solpacus, da qualche bella biondina?” Aggiunse allegro.
“Bada che il locandiere potrebbe tornare e sentirti...” fissandolo Dort.
“L'egregio signor de Taban” bevendo Vortex “è persona distinta e non origlia ai tavoli dei suoi clienti.”
“Io credo” smettendo di suonare Guisgard “che sia ora di smettere di bere... domani dobbiamo riprendere la caccia e sarà meglio essere lucidi al nostro risveglio.”
“Non sai che anche l'umore è importante fra i guerrieri prima di ogni impresa?” Sbottò Vortex. “E tu non fai nulla per allietarcelo... non hai neanche brindato alla salute dei nostri reali.”
“Al diavolo tu ed il tuo principe!” Guardandolo Guisgard. “Ora smetti di bere o finirai col mandare in fumo quel po' di cervello che ti è rimasto!”
“Su, si scherza fra noi, ragazzi...” mormorò Borel “... cerchiamo di non fare casini...”
“Non sei tu che dai gli ordini qui...” Vortex a Guisgard “... forse l'hai scordato, ragazzo...”
“Dici?” Con tono cupo il cavaliere. “Tu prova a bere di nuovo e vedrai cosa ne farò di quella bottiglia...”
“Ma cosa diamine sta dicendo?” Voltandosi Vortex verso Porturos.
“Su, diamoci tutti una calmata, ragazzi...” fece questi.
“Quando torneremo a cercare quell'animale” avvicinandosi Guisgard al tavolo “voglio poter contare su di voi, senza correre il rischio che miriate a qualche capriolo o cinghiale credendolo la bestia... perciò tu adesso smetterai di bere o ci penserò io a costringerti...”
“Posso bere fino a domani, senza dar conto a te...” riempendo un altro bicchiere Vortex “... ed essere comunque lesto e vispo come una lepre durante la caccia... piuttosto, forse dovresti andare tu a riposare per essere fresco come una rosa domani... perciò, lascia bere in pace noi uomini adesso.”
“Locandiere!” Chiamò allora Guisgard. “Altro vino!” Prendendo poi posto al tavolo.
Subito il locandiere portò altro vino.
“Il primo che crolla” con aria di sfida Guisgard a Vortex “ha perso.”
“E' una fesseria, amico mio!” Con una grossa risata Vortex. “Comunque auguri! E che vinca il migliore!” E buttò giù un grosso bicchiere di vino rosso, facendo poi cenno al cavaliere di fare altrettanto.
Guisgard annuì, svuotò tutto d'un fiato il suo bicchiere e poi si voltò verso Clio.
E la curiosa gara continuò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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