Taddeus sorrise a Destresya, compiaciuto di come lei si fosse avvicinata così tanto a lui, sfiorando i suoi abiti.
E quasi come comprendesse il bisogno di lei di avere un contatto, portò la sua mano sul fianco di lei, apparentemente in un gesto galante ed accomodante, ma che invece inteso a farle sentire chiaro e diretto quel contatto.
Quell'uomo aveva un che di protettivo, di dominante.
Come una sorta di zio, di professore, di capo e di conseguenza Destresya si sentiva un po' nipote, studentessa ed assistente di quel virile padrone.
“Beh, questo libro” disse lui “parla che una certa Ipazias abbia posseduto il testo misterioso e che venne arsa viva per volontà del governatore proprio dove oggi sorge questo albergo... dovrebbe esserci una lapide che ricorda l'accaduto nei giardini di questo hotel...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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