Discussione: Personaggi Donne nel Medioevo
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Vecchio 26-06-2012, 13.53.55   #64
Taliesin
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LA CITTA' DELLE DAME: CHRISTINE DE PIZAN


Dalle evidenti origini italiane, come si desume dal cognome (
Pizzano è un comune a sud est di Bologna), Christine de Pizan era nata a Venezia ma ancora bambina si era trasferita a Parigi, doveresterà tutta la vita. Il padre, Tommaso de Pizan, era infatti medico e astrologo di corte (all'epoca le due carriere erano intimamente legate) di re Carlo V di Francia, diventando anzi ben presto suo consigliere personale.

La piccola Christine a 4 anni venne presentata al re, le sage Roy Charles, per il quale avrà sempre buone parole. Christine crebbe in un ambiente di corte stimolante ed intellettualmente vivace: lo stesso Carlo V,
sensibile alle tematiche intellettuali, aveva fondato la Biblioteca Reale del


Louvre, a cui Christineaveva libero accesso e che descriverà anni più tardi come la belle assemblée des notables livres (la bella collezione di libri importanti), una biblioteca senza pari in Europa per la qualità e quantità di

preziosi libri con splendide


miniature. Incoraggiata dal padre ma osteggiata dalla più tradizionale madre, ebbe sicuramente una educazione letteraria approfondita, per l'epoca assai rara per una donna, e compose poesie molto apprezzate a corte.


Sposò a 15 anni nel


1379 Etienne de Castel, notaio e segretario del re, con cui ebbe tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno morì in giovane età. Un matrimonio tuttavia sereno e felice, che Christine rimpiangerà spesso nei suoi scritti. Il marito infatti morì per una epidemia nel 1390.

Espresse il suo dolore in molte poesie, la cui più famosa è probabilmente


Seulete sui.


Christine de Pizan educa suo figlio Seulete sui et seulete vueil estre,


Sono sola, e sola voglio rimanere.

Seulete m'a mon douz ami laissiee; Sono sola, mi ha lasciata il mio dolce amico;
Seulete sui, sanz compaignon ne maistre sono sola, senza compagno né maestro,
Seulete sui, dolente et courrouciee,


sono sola, dolente e triste,

Seulete sui, en langueur mesaisiee,


sono sola, a languire sofferente,

Seulete sui, plus que nulle esgaree,


sono sola, smarrita come nessuna,

Seulete sui, sanz ami demouree.


sono sola, rimasta senz’ amico.

Seulete sui a uis ou a fenestre,


Sono sola, alla porta o alla finestra,

Seulete sui en un anglet muciee,


sono sola, nascosta in un angolo,

Seulete sui pour moi de pleurs repaistre,


sono sola, mi nutro di lacrime,

Seulete sui, dolente ou apisiee;


sono sola, dolente o quieta,

Seulete sui, rien n'est qui tant messiee;


sono sola, non c’è nulla di più triste,

Seulete suis, en ma chambre enserree,


sono sola, chiusa nella mia stanza,

Seulete sui, sanz ami demouree.


sono sola, rimasta senz’ amico

Seulete sui partout et en tout estre;


Sono sola, dovunque e ovunque io sia;


Seulete sui, ou je voise ou je siee;


sono sola, che io vada o che rimanga,

Seulete sui plus qu'aultre riens terrestre,


sono sola, più d'ogni altra creatura della terra


Seulete sui, de chascun delaissiee,


sono sola, abbandonata da tutti,

Seulete sui durement abaissiee,


sono sola, duramente umiliata,

Seulete sui, souvent toute esplouree,


sono sola, sovente tutta in lacrime,

Seulete sui, sanz ami demouree.


sono sola, senza più amico.

Prince, or est ma douleur commenciee:


Principi, iniziata è ora la mia pena:


Seulete sui, de tout deuil manaciee,


sono sola, minacciata dal dolore,

Seulete sui, plus teinte que moree:


sono sola, più nera del nero,

Seulete sui, sanz ami demouree.


sono sola, senza più amico, abbandonata.

Sola dunque, senza nemmeno la protezione del padre (morto nel


1385, qualche anno prima) e del re


Carlo V (morto a sua volta nel


1380), con tre figli e una anziana madre da accudire, con la famiglia caduta in disgrazia presso il nuovo sovrano Carlo VI detto Le Fou (il pazzo) e completamente all'oscuro degli aspetti pratici dell'esistenza, a 25 anni Christine compie una simbolica metamorfosi


e


diventa un uomo, intendendo con questa metafora il passaggio ad una vita più autonoma e responsabilizzata, per i tempi prerogativa esclusiva del maschio.


Or fus jee vrais homs, n'est pa fable,/De nefs mener entremettable
(allora diventai un vero uomo, non è una storia,/capace di condurre le navi)



Mentre era impegnata in estenuanti cause legali e in una apprezzata attività di copista e miniaturista (fu la responsabile di uno


scriptorium con maestri miniatori specializzato in riproduzioni, non esistendo ancora la stampa), compose in soli due anni Le Livre des cent ballades, che ebbe un

grande successo e grazie al quale ottenne la protezione e committenze di illustri personaggi, quali il Duca


Filippo di Borgogna e Jean, Duca di Berry, entrambi fratelli del compianto Carlo V, e la regina Isabella di Baviera.


Queste protezioni le permisero di dedicarsi esclusivamente alla stesura di
diversi libri e alla sua attività di poetessa e intellettuale, che ebbe numerosi riconoscimenti e attestazioni di stima, per esempio nei filosofi allora in auge


Jean de Gerson e Eustache Deschamps.

Scrisse moltissimo, aiutata da una facilità di scrittura notevole: tra gli altri


Le Livre de Corps de Police, in cui incoraggia i principi ad aiutare le vedove (chiaro il riferimento alle sue vicende personali), l'autobiografico L'Avision-Christine, L'Epistre au Dieu d'Amours, in cui condanna chi

usando l'amore inganna e diffama le donne,


Le Livre de Trois Vertus, ideale continuazione del citato La Città delle Dame, nel quale incoraggia le donne ad essere forti e ad uscire dagli stereotipi sessuali.


Christine de Pizan offre una copia dei suoi lavori alla Regina Isabella di Baviera, moglie del re Carlo VI.
Dopo il suo ultimo lavoro sulla sua contemporanea


Giovanna D'Arco del 1429, il primo entusiastico poema su Giovanna D'Arco e l'unico ad essere composto mentre era ancora viva, all'età di 65 anniChristine de Pizan si ritirò in un convento.


La data della morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 1430.



La Città delle Dame
Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il


Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame) è probabilmente l'opera più famosa di Christine de Pizan. Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni


Boccaccio


(De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meun (autore del Roman de la Rose, un testo del tredicesimo secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo,

nonché di altri testi misogini e chiaramente avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza.



...Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d'accordo nella medesima conclusione, che il
comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio...



Pizan presenta invece una società utopica e allegorica in cui la parola


dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, la Pizan racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse,

scienziate, regine etc che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società.
Tra le altre


Semiramide e Didone, fondatrici di Babilonia e Cartagine, l'eroina Griselda, Lucrezia che si suicidò dopo lo stupro e che offre lo spunto per emettere una legge giusta e santa che condanna a morte gli stupratori, Pentesilea che si oppone alla barbarie etc.


Centrale nella Città delle Dame è poi il tema della


educazione femminile, che Christine de Pizan avvertiva come fondamentale. L'impossibilità infatti di imparare, unita all'isolamento tra le mura domestiche, avevano causato la presunta inferiorità femminile e la sua assenza dalla scena culturale.


Ma è una inferiorità di tipo culturale e non naturale, come si desume dai vari esempi che porta la scrittrice (


Saffo, Proba, Novella, Ortensia e altre), visto che "...una donna intelligente riesce a far di tutto", e anzi gli uomini "...ne sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro".


Ispirato chiaramente a


La città di Dio di Sant'Agostino, di agevole lettura nonostante l'evidente alto livello nozionistico e culturale, La Città delle Dame resta ancora oggi, per i temi e la passione che traspare dal testo, un libro attualissimo e affascinante.

...Sono certa che quest'opera farà chiacchierare a lungo i maldicenti...


Taliesin, il bardo



...questo modesto incontro con la divina scrittrice Cristina de Pizan, è dedicato idealmente alla frazione di Pizzano in Emilia, a quelle Donne coraggiose ed altruiste, gente sana senza boria nè buriana,
genuina come un buon bicchiere di vino rosso.

Taliesin, il bardo

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