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Vecchio 21-07-2011, 14.08.55   #144
Sir Aphelion
Bannato
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Sir Aphelion sarà presto famoso
II parte

Sibilla ebbe qualcosa come un'illuminazione, e molto presto avrebbe scoperto se si sarebbe confermato vero o falso, soluzione o illusione. Entrò nel castello, e si diresse speditamente in un'ala molto recondita di esso. Non incontrò nessuno strada facendo, ed ancor meno prevedeva di poter incontrare anima viva proprio qui. Scese una scala a chiocciola con scalini la cui pietra era consumata dai passi di molti secoli. L'umidità tipica dei luoghi sotterranei si percepiva con tutti i sensi, e vi era una sola torcia in fondo alla scalinata ad illuminare il suo percorso. Sibilla pensava: "Sono già inciampata, non occorre che mi capiti una seconda volta,... ...vero?"
Vero! Aprì con una certa fatica il pesantissimo portone il legno, prelevò la torcia dal muro, ed entrò in quella che, senza timore di smentita, possa definirsi una delle stanze più misteriose del castello. Era l'antico laboratorio! Sibilla fu colta da un brivido improvviso al solo pensiero che qui Merlino possa aver preparato i suoi incantesimi, e quali antiche ricette segrete siano ormai divenute segreto esclusivo di tali mura! Era tutto nel più totale disuso, abbandonato da secoli. Ovunque si vedevano fiale, contenitori, strani attrezzi e fogli e libri abbandonati all'oblio. Sibilla aveva qualcosa come un'intuizione, come dicevamo. Si guardò intorno con la torcia in mano, provò a far luce qua e la dove le serviva, analizzava i contenitori, fino a quando si avvicinò ad una bottiglietta e... ... ... . Si, era proprio quella! Incredibile che la storia non abbia inghiottito nel vortice del proprio passato tale oggetto così intriso di leggende, eppure era proprio lì! Si trattava di... ... ... .

Facciamo qualche passo indietro e usciamo dalla stanza buia mentre Sibilla continua a fissare incredula la bottiglietta (ma lasciamo la porta aperta, altrimenti la ragazza si spaventa!). Risaliamo le scale, e torniamo a vedere con i primi raggi del sole che ormai penetrano attraverso le finestre all'interno della grande sala d'ingresso. Non siamo più soli, perché in lontananza, lo avrete intuito, c'è una persona che sta correndo. Una fanciulla, per l'esattezza. Qual 'è la sorpresa in tutto ciò? Ora vedrete:

Lady Dafne correva fuori dal castello. In realtà non sapeva neanche dove andare esattamente, però intanto correva. Il motivo della sua corsa? Ovviamente la lettera che stringeva in una mano. In lontananza vide la splendida fontana al lato del cortile, e davanti ad essa la sagoma d'una persona che riconobbe ben presto essere sir Emrys. Esattamente la persona che poteva darle un saggio consiglio, per cui accelerò ulteriormente la sua corsa per raggiungerlo. E lo raggiunse. Purtroppo al momento di fermarsi lady Dafne inciampò, e cadde nell'acqua della fontana. Emrys osservò la scena senza scomodarsi neanche di un solo centimetro, e quando vide Dafne tuffarsi, disse solo: "Gioventù, gioventù, beata gioventù!", scuotendo la testa.
Dopo un po' lady Dafne riemerse, si guardò intorno agitata, e urlò: "Nooo, la lettera!" (che era finita in acqua insieme a lei). "Ora non si potrà più leggere, sir Emrys, e non ricordo bene il contenuto che volevo... ...".
Emrys la aiuto cavallerescamente ad uscire dalla fontana, mentre Dafne provò a scuotersi per asciugarsi.
Emrys: "Fatemi indovinare, ...un cavaliere di Camelot, ... ...bla bla bla.... ... a voi devoto... ...bla bla bla... ...richiede il vostro aiuto... ... non è così?"
Dafne: "Ma come fate a saperlo?"
Emrys: "Non siete la prima fanciulla che arriva oggi con questa lettera, per fortuna però sarete l'ultima. Presumo che vogliate chiedermi un suggerimento sulla sua identità, giusto?"
Dafne: "Ma è ovvio, una lettera così ben scritta, con tutti i crismi della cavalleria, può essere solo il frutto d'un animo nobile, cortese ed onesto! Voglio sapere a tutti i costi chi sia questo cavaliere! Chi, ma soprattutto dove sia!"
Emrys: "Quanta furia, milady! Sono certo di non errare nel suggerirvi di seguire semplicemente il vostro istinto, e se possibile, asciugatevi che vi prenderete un raffreddore".
Dafne: "Ma voi cosa ci fate qui davanti alla fontana a quest'ora del mattino, se posso domandarvi?"
Emry: "Di sicuro non ci faccio il bagno come voi! Questo gioco di acque ha sempre suggerito un'armonia ideale ai miei versi, e proprio da questa sorgente traggo ispirazione! E voi, la vostra lettera dove l'avete trovata?"
Dafne: "Appoggiata ad un vaso nel balcone dal quale mi affaccio ogni mattina appena sveglia per respirare subito l'aria fresca. Infatti di tanto in tanto vi saluto da lì, mentre fate la vostra passeggiata mattutina per il cortile".
Emrys: "Giusto, giusto. Dunque, questo misterioso cavaliere di Camelot che ha messo lì la lettera conosceva bene anche le vostre abitudini, e ha fatto in modo che la trovaste proprio adesso".
Dafne: "Sir Emrys, credo di avere una vaga idea! Vi farò sapere, ma adesso corro. Buona passeggiata!"
Dafne, ancora tutta bagnata, corse verso l'interno del castello. Emrys invece rimase fermo, appoggiato alla fonta. Sul fondo vide ancora la lettera. Cominciò a scuotere la testa. E a sorridere.

Dafne salì le scale che conducono alla torre più alta. Aprì il portone, e si trovò all'aria aperta. Il vento asciugò in fretta i suoi vestiti, così come i raggi del sole già più caldi a quell'ora del mattino, mentre lei si guardò nervosamente intorno. Ad un certo punto vide sventolare qualcosa. Qualcosa che a prima vista non poteva avere alcun senso. A prima vista no. Ma come sventolava in quel momento, era già successo in un frangente ben più tragico della storia. E fu lì che Dafne capì. O pensò di aver capito. O forse si illuse di aver capito.
Ah, beata gioventù!

Lasciamo lady Dafne sola sulla torre più alta di Camelot, e rientriamo nel castello. Scendiamo le scale e attraversiamo la grande sala d'ingresso. Niente paura, non c'è più nessuno con una lettera in mano. Raggiungiamo quella che è una delle stanze più nobili del nostro castello, la sala dei dipinti. Qui sono ritratti tutti (o quasi) i cavalieri che mai abbiano fatto parte della tavola rotonda, o comunque siano entrati nella leggenda di Camelot.
Per l'esattezza, i quattro muri sono stracolmi di ritratti. Lancillotto, Gaheris, Bors, Gawain, proprio tutti. Difficile dire se il loro sembiante corrispondeva del tutto, non lo saprà mai nessuo, ma in verità a Camelot nessuno lo ha mai voluto mettere indubbio. Ma adesso dobbiamo spostarci, e anche in fretta, poiché qualcuno ci sta venendo addosso.

Lady Gonzaga si precipitò nella grande sala dei dipinti. Non fece in tempo a rendersi conto del proprio stupore dinanzi a tale sfarzo, che subito stava per essere travolta da Sibilla che seguì subito dopo. Allo stesso modo volse lo sguardo intorno, senza trovare le parole adatte. Non le trovò neanche Dafne, che si precipitò nella stanza.
Quanti nobili cavalieri hanno fatto la storia di Camelot, pensarono tutte e tre congiuntamente, ma nessuna di esse pronunciò il proprio pensiero.
Gonzaga: "Sapeste cosa mi è capitato!"
Sibilla: "Sapeste cosa è capitato a me!"
Dafne: "E io allora cosa dovrei dire?"
Così raccontarono quel che era accaduto, confrontando le lettere (tranne Dafne, ovviamente). In quel momento giunse Emrys, curioso di sapere quale fosse l'esito delle ricerche delle tre fanciulle.
Gonzaga: "Guardai in fondo al pozzo. L'acqua al suo interno è straordinariamente limpida, c'è chi sostiene infatti che si tratti delle lacrime degli spasimanti che vengono respinti dalle dame che corteggiano. Comunque sia, nel fondo trovai questo, e lo tirai fuori".
Gonzaga mostrò a tutti una lunga ciocca di capelli dorata.
Sibilla: "Ma a chi sarà mai appartenuta? Io invece, nel laboratorio ho trovato questa bottiglietta, ormai vuota, che un tempo conteneva un filtro magico per fare innamorare chi ne bevesse!"
Dafne: "Ma come fate a saperlo, se ormai è vuota?"
Sibilla: "C'è scritto sull'etichetta, tra le avvertenze: "Attenzione, consumare con cautela, può provocare sintomi di innamoramento, anzi lo farà sicuramente! E voi, Dafne?"
Dafne: "Arrivata in alto sulla torre vidi sventolare qualcosa, per l'esattezza questi due drappi, uno bianco e uno nero".
Gonzaga: "Sono stati ritagliati ai loro margini, quindi un tempo componevano un tessuto molto più grande. Dal tipo materiale potrebbero sembrare forse... ... ...".
Sibilla: "Delle vele per imbarcazioni, una bianca e una nera!"

A quel punto le tre fanciulle si guardarono reciprocamente negli occhi, e Emrys le seguiva. Avevano capito chi fosse il loro cavaliere misterioso, e in silenzio si diressero davanti al suo ritratto. Lo osservarono, e pronunciarono il suo nome all'unisono: "Tristano!"
In quel momento entrò Morrigan: "Tristano chi?", e raggiunse il gruppo.
Dafne: "Oh amante sublime, quasi perfetto, colpevole senza aver commesso colpe! E adesso torna qui a Camelot, dopo tanti secoli, e chiede aiuto proprio a noi!"
Sibilla: "La ciocca dorata dei capelli di Isotta, il filtro magico che li fece innamorare, e l'equivoco della vela bianca e di quella nera al suo arrivo. Ma come è possibile, Emrys?"
Emrys: "Camelot è un luogo senza tempo, anche se devo dire che le mie ossa lo sentono più che bene il tempo che scorre!"
Gonzaga: "Emrys, vi chiediamo allora di metterci a disposizione tutta la vostra arte nel saper comporre i versi, per rispondere a Tristano e dichiarargli la nostra volontà di accoglierlo!". Dafne: "Si, lasceremo le tre lettere di risposta lì dove Tristano ci lasciò gli indizi, e aspetteremo".
Emrys: "Eh eh, mie care giovincelle, la poesia può molto, ma non tutto. Badate bene, posso comporre dei versi che abbiano simili poteri, ma per far ciò mi occorre un inchiostro che, agli occhi di chi legge, abbia questi effetti persuasivi".
Sibilla: "Andremo a comprarvelo subito, messer Emrys, così ci scriverete subito la lettera!"
Emrys: "Non è così semplice, le componenti necessarie per tale inchiostro sono ben più rare: da un lato occorre cogliere una rarissima rosa blu di montagna. Con molta, ma molta fortuna se ne riesce a trovarne una proprio sulle montagne ai confini più settentrionali del regno. Poi occorre un altrettanto rara e preziosa orchidea nera, che cresce, forse, in un giardino nascosto oltre l'immensa foresta oltre i confini occidentali del regno. Infine, e questa e la cosa più difficile, occorre trovare l'elitropia, la leggendaria pietra che rende invisibili. Secondo la leggenda si trova nei ruscelli ai confini meridionali del regno. Una volta che disporrò di questi elementi, sarà facile triturarli per ricavarne infine l'inchiostro magico. A quel punto, potremo scrivere a Tristano, e non vi è alcun dubbio che, se leggerà le lettere, si innamorerà dei vostri nomi che le firmeranno, e non esiterà a raggiungervi!"
Dafne: "Non è sufficiente dipingere una rosa di blu, un'orchidea di nero e prendere una pietra qualsiasi che solo somigli all'elitropia?"
Emrys: "Mia cara, l'amore è si cieco, ma non del tutto scemo!"
Gonzaga, Sibilla e Dafne: "Allora corriamo subito a cercare queste tre componenti. A presto".

Quindi le tre graziose fanciulle uscirono dalla sala dei ritratti, e rimasero solo Morrigan e Emrys.
Morrigan: "Perché mi guardate così, Emrys? E soprattutto, perché ridete?"
Emrys: "Posso confidarvi un piccolo segreto?"
Morrigan: "Ma certo, con me è al sicuro!"
Emrys: "Le tre lettere sono finte! Le ho scritte io stesso per ingannare le tre dame!"
Morrigan: "Come, allora anche tutta la storia dell'inchiostro magico, la rosa blu, l'orchidea nera, l'elitropia...?"
Emrys: "No, quello è tutto vero, l'inchiostro può essere fatto realmente, ed effettivamente possiede il potere di far innamorare chi legge parole scritte con questo inchiostro. E proprio per farmi procurare queste componenti ho spedito loro tre. Ultimamente notavo come sospiravano per le antiche storie d'amore di Camelot, così ho escogitato questo pretesto che, come vedete, fa funzionato egregiamente! Una volta che avrò le tre componenti e avrò fatto l'inchiostro, potrò finalmente comporre versi da destinare ad una fanciulla di cui vorrei conquistare i sentimenti".
Morrigan: "Ma loro tre certamente rimarrano molto deluse!"
Emrys: "Sono giovani, mia cara, così come voi. Siete facilmente soggette ad illusioni ed inganni, ma bisogna pur imparare nella vita!"
Morrigan: "Ma perché non siete andato voi stesso a procurarvi queste componenti?"
Emrys: "Io, da solo, per gli angoli opposti del regno? Avrei impiegato anni interi a mettere insieme tutto, loro al massimo tra un paio di settimane saranno di nuovo qui!"
Morrigan: "Ma avreste potuto chiedere a qualcuno di procurarveli, magari pagandolo adeguatamente. Così non sarebbe stato necessario ingannare loro tre".
Emrys: "Il caso vuole che queste sostanze siano soggette alle stesse regole della spada nella roccia: possono essere colte solo da chi sia mosso da un sentimento sincero, altrimenti perdono il loro effetto".
Morrigan: "Quindi foste voi a nascondere sia le lettere, sia gli indizi?"
Emrys: "Così è!"
Morrigan: "Ma non potreste più semplicemente dividervi l'inchiostro e fare metà voi e metà loro?"
Emrys: "Purtroppo ogni filtro magico può essere destinato ad una sola persona, in questo caso la fanciulla di cui intendo conquistare gli affetti. Per quanto riguarda le nostre graziose amiche, sono nel pieno della loro bellezza e disongono di tutte le armi della seduzione, non occorre loro possedere filtri magici".
Morrigan: "L'inchiostro magico! Incredibile, sir Emrys! Siete un novello Oberon che spreme il succo del fiore di cupido sugli occhi di Lisandro, Demetrio, Ermia e Elena, come in sogno di una notte di mezza estate!"
Emrys: "Novello Oberon? Mia cara, in realtà fui io allora a consegnare a Oberon il preparato, ma nella mia ingenuità giovanile gli consegnai tutti gli ingredienti, senza tenerne per me! Ah, ingenuità dei giovani".
Morrigan: "Devo scappare, a presto, Emrys".
Così Morrigan corse verso la porta, ma... ...
Emrys: "Morrigan!"
Morrigan (era già quasi uscita): "Si, sir Emrys?"
Emrys: "Capite bene che se direte una sola parola a loro tre sarò costretto a trasformarvi all'istante in un rospo, vero?"
Morrigan: "Non in una farfalla?"
Emrys: "In un rospo!"
Morrigan: "Allora non dirò niente".

>>> continua
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