Dopo quell'amplesso furioso Gwen, esausta, finì per addormentarsi, sudata ed appagata sul petto muscoloso di Yldama.
E sognò.
Sognò di essere in un cortile avvolto dal buio notturno.
Una lieve nebbia si adagiava fra i cespugli che cresscevano lungo il muretto di cinta, seguendo ipnotica il rintocco lento delle campane.
Infatti era davanti ad una chiesa.
Ad un tratto la ragazza si accorse di essere nuda e senza saperne il perchè finì per stendersi su una sorta di altare, ora non più nel cortile della chiesa, ma in un desolato Cimitero.
Sentì dei passi e poi qualcosa le si avvicinò.
Cominciò a toccarla ovunque, indugiando sulle sue parti intime, in maniera sempre più sfrenata, causandole un piacere intense e facendola sciogliere fra le gambe.
Ma più quelle carezza proseguivano, più lei oltre al piacere sentica dolore.
Si rese conto che le mani di colui che accarezzava il suo corpo nudo avevano lunghe unghie affilati.
Gwen allora alzò il capo, accorgendosi con orrore che la stava molestando un essere mostruoso, dall'aspetto bestiale.
Si svegliò di colpo, sudata e col respiro rotto, con l'immagine di quella creature mostruosa ben impressa nella sua mente.