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Vecchio 03-01-2017, 19.13.27   #80
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
I viaggi dell'Etimasia

Genere: Avventura

Azione:
Sentimento:
Magia:
Mistero:




A tre quarti di Piazza della Miglioria, davanti ad una bella abitazione nobiliare, circondata da un vasto giardino i cui aranci rigogliosi oltrepassavano le eleganti mura tutte in mattoni di un rossiccio accennato, due figure pacate e sonnolenti stavano sotto un alto cancello di ferro battuto in stile Taddeo XIII, tutte prese a parlottare fra loro.
Discutevano di caccia, di economia, di politica, di Religione e persino del tempo, quando il suddetto cancello si aprì cigolando ed un impettito maggiordomo invitò i due gentiluomini ad entrare.
“Lord Corcionne vi sta attendendo, signori.” Disse il maggiordomo facendo loro strada. “E' nel suo studio, prego...” conducendoli.
Lord Corcionne era un uomo d'altri tempi, diremmo noi oggi, dai sani principi, i forti valori e qualche radicato pregiudizio che da sempre contraddistingue una mente Afragolignonese media, sia essa aristocratica o borghese.
I due ospiti, condotti nello studio dal maggiordomo, trovarono il nobile affondato in una larga e bassa poltrona di velluto rosso e foderata con pelle di Damasco che la rendeva calda e confortevole.
“E' affascinante” esordì Corcionne, che con un cenno esortò i due ad avvicinarsi “come ciascun fiore disponga di un suo significato. Un po' come i numeri se vogliamo, sebbene chi utilizza i fiori abbia più affinità con l'arte, rispetto ai contabili ed ai giocatori d'azzardo. Non trovate?”
“Si, ser.” Annuì uno dei due ospiti.
“Da sempre sono i poeti e gli innamorati” Corcionne “che fanno girare il mondo, non credete?”
“Non saprei, ser.” L'altro che non aveva ancora parlato.
“Fidatevi.” Annuì Corcionne. “La guerra di Troia non è forse scoppiata per Amore? Ed i Sabini non odiarono i Romani solo dopo il ratto delle loro donne? Senza dimenticare poi che la Tavola Rotonda andò in malora per le grazie di una bella regina e così anche la tranquillità in Cornovaglia del buon re Marco.” Accomodandosi il sobrio panciotto. “Non c'è nulla da fare...” scuotendo la testa “... il denaro ed il potere non hanno lo stesso fascino dell'Amore e delle donne, del quale sono le naturali ancelle. Ne dubitate?”
“Probabilmente, ser.” Il primo dei due ospiti che aveva parlato.
“Quanti Taddei vale la soddisfazione, amici miei?” Chiese a bruciapelo Corcionne.
“Non saprei, ser...” il secondo che aveva parlato.
“Nessuno!” Esclamò Corcionne. “Neanche un mezzo Taddeo!” Incrociando le braccia. “Nessun duello si affronta per l'onore e neanche per l'appagamento che ne scaturisce. No, amici miei. Per ogni duello, dietro qualunque antipatia vi è sempre una donna a muovere il tutto. Ammettiamolo e facciamola finita.”
“Si, ser.” Il primo che aveva parlato.
“Ritenete forse” fissandoli Corcionne “che per secoli i Taddei abbiano lottato contro la loro maledizione per paura della morte? No, per Bacco!” Sentenziò. “Per Amore! E' sempre l'Amore che muove tutti i fili di noi burattini! Eh, già!”
“Si, ser.” Il secondo.
“Solo così può spiegarsi ciò che è accaduto stamani nel mio salotto.” Alzandosi Corcionne. “Proprio mentre leggevo il mio giornale e bevevo il mio tè. Tutto quando mi sono accorto di come mia moglie e mia figlia ridacchiavano complici ed in modo infantile. Assurdo.” Contrariato. “E sapete perchè? Perchè sfogliavano un opuscolo in cui erano riportati i resoconti di... di... come potrei definirlo? Massì, come lo chiama la stampa... di quel dannato mostro meccanico, di quell'obbrobrio che forza i blocchi commerciali, saccheggia, assale e deruba le nostre navi e poi sparisce come neve al Sole!”
I due lo guardavano in silenzio.
“E mia moglie e mia figlia?” Continuò Corcionne. “Indignate? Disgustate? Almeno spaventate? No!” Con rabbia. “Erano invece sognanti! Immaginando chissà chi a governare quel dannato mostro! Magari, ai loro occhi, sarà un temerario contrabbandiere o un romantico pirata! Come se non fossimo nel XIX Secolo, per Diana!”
“Non è un mostro, ser...” il primo dei due ospiti al nobile “... la Marina Imperiale lo chiama sommergibile.”
“Sciocchezze!” Urlò Corcionne. “Il mare è fatto per essere attraversato in superficie, non nei suoi abissi! Fortuna che tutta la Flotta Imperiale gli sta già dando la caccia!” Con soddisfazione.


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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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