Discussione: Mito Alcune leggende medioevali...
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Vecchio 14-05-2010, 16.11.37   #3
lady rainbow
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lady rainbow sarà presto famoso
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Originalmente inviato da llamrei Visualizza messaggio
Ciao a tutti!!! Ogni tanto ricompaio: latito...ahimè...ma per necessità...vi penso sempre, tutti compresi

Anche noi ti pensiamo...torna prestoooo!!


Ho letto i miti e le leggende postate dagli altri utenti,l'argomento è cosi vario e di grande interesse che non riesco a trattenermi dal postare altre leggende(credo non siano state ancora trattate): quella della lettera del prete Gianni e della monaca di Dresda..

Nell’ormai lontano 1177 d.C. il papa allora in carica Alessandro III ed il grande Federico Barbarossa, tentarono di rispondere alla lettera del “Prete Gianni”, lettera che si dica abbiano ricevuto tutti i grandi re viventi in quell’epoca. Ma nulla più si seppe della risposta. Scomparsa, come neve al sole, “dispersa nel deserto dell’Iraq”. Così come sembra sparire il segno tangibile del fantastico regno descritto in quel documento. Nella lettera, il Prete Gianni invitava gli altri sovrani a fare visita al suo impero. Un impero ricco di meraviglie ed il più vasto mai conosciuto. Un impero sconfinato e gremito di ricchezze inimmaginabili.
La leggenda collocherebbe tale regno nell’estremo Oriente, confinante con la Cina. Il padre di Gianni, anni prima, fece un sogno. Ma non un semplice sogno, una premonizione. Egli sognò un castello fatto solo di oro purissimo e di pietre preziose. Un castello con porte e pavimenti in cristallo. Un castello dove non esistevano muri interni ma solo alte colonne che si innalzavano come obelischi egizi, sorreggendo enormi carbonchi che illuminavano a giorno ogni angolo di ogni singola sala, e le arcate erano punteggiate di zaffiri che brillavano come le stelle del firmamento. Ma la profezia obbligava il sovrano a non nutrirsi d’altro al di fuori dell’acqua che sfociava
all’interno del palazzo. Doveva berne un bicchiere tre volte al giorno, per tre anni, tre mesi, tre settimane, tre giorni e tre ore. Fatto questo il sovrano avrebbe vissuto per trecento anni tre mesi, tre settimane, tre giorni e tre ore sempre nel pieno della sua giovinezza. Scaduto il suo tempo avrebbe dovuto farsi seppellire ancora vivo restituendo con umiltà le sue carni al creatore.

Re Quasidio, seguì alla lettere le istruzioni e, quando nacque Gianni, esso divenne re al suo posto. All’interno di questo regno, non fu solo la fonte della giovinezza a destare stupore, ma vi erano innumerevoli meraviglie, fra cui anche isole dove gli abitanti erano nutriti direttamente da Dio. Essi non coltivavano ne allevavano il bestiame, ma Dio stesso provvedeva a loro, donandogli la manna due volte la settimana. Ognuno aveva ciò che necessitava a vivere. Ogni cittadino era libero e ricco. E, per non creare diversità abissali, Gianni si fece chiamare "Prete" piuttosto che "re". Un nome umile per il più grande sovrano di tutti i tempi. Egli, si dice avesse tra i suoi cittadini anche personaggi per noi fantastici quali sagittari e sirene che, sotto il suo dominio, vivevano serenamente. Tra le varie razze c’erano anche i Gog e i Magog. Mitiche popolazioni carnivore ormai appartenenti solo alla leggenda dell’apocalisse.
Nella lettera Presto Janne, o Prete Gianni, raccontava questo e molto di più. Ad esempio, chiunque giungesse a palazzo morente o affamato ne usciva sazio e pieno di salute. Possedeva anche una pietra miracolosa, capace di guarire da qualsiasi malattia non solo i cristiani, ma chiunque fosse intenzionato a convertirsi a questa religione. Questa pietra era simile ad un catino, grande abbastanza da contenervi un uomo. All’interno vi erano solo poche dita di acqua. Se l’uomo che vi entrava era in cuor suo un vero cristiano, veniva ricoperto di acqua fino al collo, e dopo pochi istanti l’acqua riscendeva di livello allo stesso misterioso modo in cui era salita,
lasciando l’uomo privo di ogni sofferenza. Ma erano talmente tante le stranezze e le meraviglie contenute in questo regno, come le pietre che trasformavano l’acqua in vino o in latte, che fu facile classificarlo come mito o leggenda. Anche se Prete Gianni era cristiano, all’interno del suo regno erano pochi a seguirne le orme. Ma lui lasciò libero il suo popolo di seguire la religione prescelta, senza mai imporsi. In tutto il suo regno c’era la pace. Ogni cittadino amava l’altro, senza mai cadere nell’adulterio. Non vi erano ladri e non esisteva l’invidia, la menzogna era bandita, e se qualcuno mentiva, moriva all’istante. Le guerre cui facevano parte erano esclusivamente atte alla difesa del regno. Ma anche se solo per difesa, l’esercito del Prete Gianni era straordinario, composto da migliaia di guerrieri di ogni razza. Persino le splendide amazzoni combattevano al suo fianco.

Possibile che tutto questo fosse solo frutto della fantasia medievale? E, che dire della sua lettera? Pagine e pagine in latino dove descrive il suo fantastico regno.
Fonti storiche recenti vedrebbero infatti questo personaggio come tutt’altre che mitologico, ad esempio, il suo nome è stato ritrovato su diverse mappe dell’epoca, ne è un esempio il “Globo di Behaim”. La figura del Prete Gianni viene tramandata per la prima volta dai Re Magi, che assegnarono a lui ed al Patriarca Tommaso le redini del potere spirituale, a tutti i sovrani, vescovi e potenti. Così è narrato da Giovanni da Hildesheim, nella sua "Historia Trium Regum" (Storia dei Tre Magi).
Il Dottor Oppert, studiò attentamente questa figura e la individuò nel nome di Yeliutashe, re della dinastia Liao, e il magico regno nel Kara Khitai, da lui fondato nel 906. La famosa “Lettera del Prete Gianni”, non sarebbe dunque nient’altro che una richiesta di aiuto militare inviata da un suo discendente. Questo coinciderebbe con il racconto di Marco Polo, che vede questo re in guerra contro
i Mongoli, suoi tributari, fino alla sconfitta per mano di Gengis Khan verso il 1200. Secondo Marco Polo, “Presto Giovanni” era un titolo, un titolo di origine manichea. Un titolo che si ereditava, di padre in figlio. Così come vassallo del Khan mongolo fu re Giorgio, erede del re Yeliutshe, che portava ancora il titolo di Prete Gianni e fu poi convertito da Frate Giovanni di Montecorvino, nel 1292.


Qui ci sarebbe il testo originale in latino ma non credo vogliate cimentarvi a tradurla...

La monaca di Dresda..

La monaca di Dresda visse in un convento dell'omonima città bagnata dal fiume Elba nel medioevo. Morì giovanissima, all'età di 26 anni. Di lei non si conosceva niente, solamente che era di Dresda e che era stata scelta come "tramite" tra entità divine e il nostro mondo. Infatti, ella era per lo più analfabeta, così si dedusse che le lettere da lei scritte, lettere profetiche dirette ai potenti della Terra, dovevano essere state scritte in uno stato di trance. Secondo i suoi scritti, la fine del mondo dovrà compiersi nell'anno 3033 dopo Cristo, dopo un lungo periodo di degrado dell'umanità e di orrori. Ella colloca turbamenti fisici sulla Terra negli anni 2419, 2483, 2490, 2516 etc. fino al 2953, quando il disastro sarà imminente. In quel periodo, si entrerà nell'era dello Spirito Santo (quelle precedenti sono quella del Padre e del Figlio), che, inevitabilmente sarà l'inizio della fine.

FONTE:www.croponline.org/mitileggende.htm


Beh chissà se la monaca diceva il vero circa la fine del mondo...se cosi fosse non dovremo preoccuparci della teoria dei Maya..(speriamo...)
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lady rainbow
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