Dopo aver girato in lungo e in largo i sobborghi malfamati di Camelot, i due cavalieri raggiunsero la loro meta: una squallida taverna.
Come entrarono si sollevò un brusìo tra i presenti, c'erano solo brutti ceffi l' dentro, ma l'uomo che stavano cercando era inconfondibile.
Dunmer e Morris lo notarono subito e si avvicinarono.
Sir Dunmer chiese: Sei tu Patrick Pottok il corto?
L'uomo sollevò il capo: Se, in carne ed ossa... che vuoi? Non ti ho mai visto prima...
Sir Morris mostrò il luccichìo di alcune monete e riuscì a convincere lo strambo tizio a seguirli sul retro della locanda.
Patrick Pottok era basso e tozzo, il volto pieno di rughe e una parlantina molto lenta. Inoltre puzzava d'alcool ed era sporco come se fosse un mendicante.
Sir Dunmer passò subito al dunque:
-Sappiamo che ultimamente qualcuno ha comprato delle frecce blu costruite da te... dicci il nome di costui
-Non so di cosa stai parlando, straniero
E tentò di andarsene, ma Sir Morris prontamente lo bloccò, fulminandolo con uno sguardo.
-Non vogliamo farti del male, non costringerci però a cambiare idea. Allora, chi è stato?
Patrick Pottok rimase in silenzio.
-Allora..?
-Si fa chiamare Dita Svelte, altro non so...e ora lasciatemi in pace, dannati...
Sir Morris infilò due monete nella tasca del tizio, facendogli un cenno di silenzio, poi lo lasciò andare.
I due cavalieri si scambiarono un cenno e partirono per tornare dagli altri.
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"E cavalco via fra terre che roride e stanche ora piangon con me"
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