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Vecchio 20-08-2012, 11.57.31   #3110
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Guisgard mi aiutò a salire sul carro su cui fu poi sistemato anche Sheylon.
Da qui abbracciai la buona locandiera e salutai Sangò... erano stati buoni e generosi con noi ed io ero felice di averli potuti conoscere.
Alla domanda di Umans, poi, mi resi conto che c’era qualcun altro con noi... un cavaliere... ne avvertivo la silenziosa presenza... avrei volto sapere che cosa ci faceva quel cavaliere con noi, ma Guisgard aveva accennato a cose che erano successe poco prima e probabilmente quel cavaliere rientrava in quelle novità... così non feci domande per il momento, ci sarebbe di sicuro stato tempo, in seguito, per parlare e raccontarci tutto ciò che era avvenuto nel tempo in cui eravamo stati lontani.
E tuttavia la domanda successiva di Guisgard mi colpì e concentrò tutta la mia attenzione...
Tylesia...
Sobbalzai... Tylesia?
E così, di colpo, un’antica e lontana visione mi tornò alla mente con la violenza di un uragano...

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“Maestro...” sollevai gli occhi per chiedere ancora, ma la voce mi morì in gola...
Quello spazio indefinito nel quale ci trovavamo aveva iniziato a prender lentamente forma... cupole e palazzi stavano iniziando ad affiorare e a comparire davanti ai miei occhi, guglie, mura, torri... e tutto brillava di riflessi d’oro e d’argento che si andavano specchiando in una verde laguna, alimentata da mille zampillanti piccole cascate...
“Maestro...” ripetei, incapace di smettere di guardarmi intorno “Ma... ma dove siamo?”
L’uomo si guardò intorno a sua volta, per un istante, come incuriosito...
“Oh, si!” disse poi “Ora capisco la tua meraviglia, Talia... questa è una città bellissima. Forse la più bella città del mondo!”
“Qual è il suo nome, Maestro?”
“Il suo nome? Oh, il suo nome riecheggia di storie e di leggenda presso molti popoli e in molte culture...”
“Qual è, Maestro?” lo incalzai.
Lui mi osservò per un attimo...
“Tylesia!” disse poi “Questo è il suo nome.”
“Tylesia...” ripetei in un sussurro, in modo da tenerlo a mente “Tylesia!”
“Perché lo chiedi?”
“Perché...” spiegai, riportando lo sguardo su di lui “Perché io ho visto questa città! L’ho vista in alcune visioni...”
“L’hai vista?” i suoi occhi si allargarono appena “Oh... questo è curioso!”
“Perché?”
“Davvero curioso...” ripeté.
“Perché, Maestro? Perché dici che è curioso?”
Lui mi sorrise...
“Perché...” iniziò a dire.
Ma la luce aveva iniziato ad affievolirsi... e l’anziano cavaliere mi sembrava sempre più lontano...
“Maestro...” chiamai “Maestro... aspetta!”
Ma era davvero troppo lontano ed io non udivo più la sua voce.
Vacillai... e dovetti tenermi stretta al sedile del carro per non rischiare di cadere mentre partivamo...
Tylesia...
Quel nome continuava a vorticarmi in mente...
Era passato tanto di quel tempo da quando avevo avuto quelle visioni ed erano accadute tante di quelle cose che lo avevo quasi dimenticato...
Ed ora?
Mi chiesi che cosa avesse spinto Guisgard a partire alla ricerca di quel luogo...
Perché volava recarsi là?
Cosa cercava?
C’entrava qualcosa il cavaliere che ci stava accompagnando?
Mi sentivo inquieta, improvvisamente... e la pietra di Chymela, che finalmente era di nuovo al mio collo, aveva ripreso a bruciare intensamente...
Mille e mille domande mi vorticavano in mente... preoccupazioni... e stavo proprio per condividere tutte queste mie perplessità con Guisgard, quando il carro si fermò e quelle due sentinelle ci vennero incontro...

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Guisgard e Talia raggiunsero così l'ultimo avamposto della città, dove si trovavano le due sentinelle.
E come avevano detto sia la locandiera che il menestrello, una vestiva di verde e l'altra di rosso.
Controllarono il carro e poi i due viaggiatori, per vedere se tutto fosse in ordine.
“Potete andare.” Disse uno dei soldati.
Guisgard li fissò e sorrise.
“Cosa ci trovate di così divertente?” Domandò uno dei due soldati.
“Nulla, signore.” Rispose Guisgard. “E' che abbiamo saputo che in questa città convivono due razze... e la cosa curiosa è che interpretano la vita in maniera totalmente differente... una, ossia, mente costantemente, mentre l'altra concepisce solo la verità... per me è straordinario... infatti, a vedervi non si trova alcuna differenza... ditemi, signore...” rivolgendosi al soldato più vicino al carro “... fate parte di quella razza che dice sempre la verità?”
“Abla.” Rispose quel soldato nel suo idioma.
In quel momento, l'altro soldato si avvicinò anch'egli al carro.
“Abla vuol dire si.” Spiegò a Guisgard e a Talia. “Però lui appartiene alla razza dei mentitori.”
Il cavaliere allora si voltò pensieroso verso Talia.
Chi dei due soldati diceva il vero?
E come scoprirlo?
Avvertii lo sguardo di Guisgard su di me, ma io ero perplessa quanto lui...
“Uno solo dice il vero, dunque? Mentre l’atro mente sempre?” gli mormorai, pianissimo, all’orecchio...
Riflettevo...
Come capire chi dei due mentiva? Non avevamo che le loro parole su cui basarci...
Iniziai a valutare le loro risposte, dunque...
Se la prima sentinella avesse detto il vero, l’altro doveva essere per forza il mentitore... eppure in quel caso il secondo avrebbe detto la verità sostenendo che ‘Abla’ voleva dire ‘si’...
Non poteva dunque essere... non se i mentitori non potevano che mentire spudoratamente...
“E’ il secondo che dice la verità, Guisgard!” sussurrai quindi, tornando a protendermi appena verso di lui “Il primo è il mentitore! Pensaci... è un fatto logico: solo se il primo ha mentito alla tua domanda rispondendo di si, hanno allora completamente senso le parole del secondo... non credi?”
Tacqui un attimo, riflettendoci ancora un secondo...
“Si...” ripetei poi, sempre parlandogli piano all’orecchio “Si, io credo che sia del secondo che ci possiamo fidare!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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