Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 26-10-2009, 02.52.23   #97
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

XXVI

“Allor le palme il misero gli stese,
e questi profferì pietosi accenti:
Mio diletto figliuolo, Ettore mio,
deh lontano da’ tuoi da solo a solo
non affrontar costui che di fortezza
d'assai t'è sopra.”
(Iliade, XXII, 45)


Ardea intanto, ignaro dei clamori e delle tensioni della corte, era occupato a preparare le sue cose, prossimo ormai a far ritorno nella sua terra.
Una stanchezza che lo affliggeva fin nei meandri dell’anima ed una tristezza senza fine erano le sue compagne in quel triste momento.
Un profondo senso di colpa si era impossessato del suo cuore e non accennava a svanire.
L’immagine di suo padre, ora malato e solo, come uno spettro lo tormentava senza sosta.
Nonostante fosse occupato a prepararsi, quasi costantemente, il pensiero di ciò che aveva fatto, dimenticandosi dell’affetto di suo padre e della nostalgia per la sua casa, lo assaliva in maniera più intensa, quasi insopportabile.
L’unica cosa che ora chiedeva, come un’ossessione, era di ritornare al più presto da suo padre e chiedere il suo perdono.
Ma questi assillanti e laceranti pensieri furono bruscamente interrotti dall’arrivo di due valletti.
“Milord, presto” esordì agitato ed impaurito uno di questi “il re chiede la vostra presenza nella sala del trono!”
“Cosa è accaduto?” Chiese Ardea reso ansioso dall’espressione quasi sconvolta dei due.
“Una sciagura messere!” Rispose ancor più agitato del suo compagno l’altro valletto. “Recatevi dal re!”
Ardea allora lasciò ogni cosa e corse veloce fuori dalla stanza.
Prossimo ormai alla sala del trono, vide fuori di questa una folla irrequieta ed intimorita.
“Ardea fermati!” Gridò Biago, anche lui confuso in quella folla.
“Cosa accade qui?” Gli chiese Ardea.
“Prendi le tue cose e parti ora!” Rispose Biago. “Fallo subito o non rivedrai più tuo padre!”
“Sei impazzito?” Gridò confuso ed infastidito Ardea. “Cosa diavolo sta succedendo? Rispondi!”
“Il re ti reclama per mandarti a morte certa!” Gli disse ancora Biago. “Vattene ora! Avvertirò io che tu eri già partito un’ora fa!”
“Il re chiama ed io dovrei fuggire?”
“Non è il re che ti reclama, ma la morte!”
“Sei pazzo o solo stolto?”
Biago esitò a raccontargli la verità. Infatti, ben conoscendo il suo amico, sapeva che mai avrebbe rifiutato un duello ad un cavaliere che l’avesse sfidato.
“Lasciami entrare allora!” gli intimò Ardea “Se non vuoi dirmi che accade lo scoprirò da solo!”
“Aspetta” gli disse Biago afferrandolo per un braccio “se entri dovrai batterti.”
“Con chi? Tutti ben sapevano che oggi non avrei preso parte a giostre e tornei!”
“Non si tratta di giochi” disse Biago fissandolo con uno sguardo indescrivibile “ma di una singolar tenzone.”
“E con chi?”
“Stamani, a corte, nel bel mezzo della festa” iniziò a dire Biago “si è presentato un misterioso cavaliere scortato da un nano storpio e screanzato.”
“Che cavaliere?”
“Nessuno lo conosce.” Continuò Biago. “Tutti i migliori lo hanno sfidato, ma egli ne ha avuto facilmente la meglio. Ha infangato il buon nome della corte e della nostra compagnia. Ora il re ti chiede di lavare l’onta.”
Ardea senza dir nulla si diresse verso la porta che dava alla sala del trono.
“Ardea” chiamò Biago “non è un cavaliere normale! Sotto quell’armatura vi è un demonio!”
Ardea lo fissò per qualche istante e poi senza rispondere niente entrò nella sala.
Appena lo vide il re si ridestò.
“Eccolo, è giunto!” Gridò alla corte.
Poi, al cavaliere accompagnato dal nano:
“Ora vi confronterete con il primo dei nostri cavalieri!”
“Non chiedo di meglio!” Rispose alla sfida del re quel cavaliere senza nome.
E sfoderò la sua possente e lucente spada, con la quale aveva abbattuto i migliori eroi del reame, disonorandoli e schernendo tutti i presenti.
“Fino alla morte!” Aggiunse fissando Ardea, come se già pregustasse la vittoria per se e l’onta per il suo avversario.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 27-10-2009 alle ore 01.38.57.
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