Discussione: Fly Little Wagtail
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Vecchio 09-04-2010, 13.33.26   #5
SakiJune
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SakiJune è un gioiello nella rocciaSakiJune è un gioiello nella rocciaSakiJune è un gioiello nella roccia
CAPITOLO DUE.

Dove Clarissant deve fare i conti con nuovi luoghi, strani parenti e brutti incontri.




Non c'era nessun motivo per cui Morvydd restasse sulle isole, aveva deciso Morgana. Clarissant dovette seguirla, perché Gawain non voleva saperne di tenerla a corte, e ben presto l'atmosfera tetra nel castello di re Uriens aveva pesato sui nervi della bambina in modo irreparabile. C'erano stanze dove non si doveva entrare, naturalmente, e parole che non andavano pronunciate, e il cugino Ywain le era così ostile da piantarle gli occhi addosso e sibilare: - Via, fuggite! - ogni volta che la incontrava.
Aveva riferito questo comportamento così spiacevole a Morvydd, e le fu risposto con disinvoltura che non doveva considerarlo un insulto, ma un buon consiglio.
- Ma lui mi odia! E anche voi mi odiate, se parlate così! Oh, cugina, siete mai stata trattata così a Orkney? Mia madre vi fece mai mancare nulla? Che cos'ho fatto per meritarmi questo?
Morvydd sospirò. - Clarissant, mia madre è una persona orribile. È lei, in pratica, a governare Gore. E quando è a Camelot riesce a influenzare anche le decisioni di nostro zio... credimi, Ywain vuole il tuo e il mio bene, ma presto partirà. - Aveva l'aria scoraggiata, ma non abbattuta. - Se riuscissi a sposarmi presto! Vi porterei con me, ve lo giuro!

- E chi vorreste sposare? - Clarissant era nell'età in cui l'universo maschile iniziava a prendere una forma definita. - Siete innamorata?

Morvydd era innamorata, eccome. Il cavaliere che aveva rapito il suo cuore si chiamava Sir Colgrevance. Re Uriens sembrava tenerlo in grande considerazione, ma Morgana aveva deciso che sua figlia non avrebbe sposato "uno di quei fanatici della croce". Già Ywain l'aveva delusa informandola che avrebbe partecipato ad una missione sacra, ma stranamente non aveva protestato: sembrava addirittura felice che se ne andasse da Gore.
- Vostra madre teme Ywain, come se lui sapesse qualcosa su di lei.
Morvydd scrollò le spalle e rispose che sì, era possibile, ma non le importava nulla.

- E se vi facessero sposare qualcun altro? - azzardò una volta, ma non ci provò più. Morvydd le disse che era una bambina stupida e ignorante e che non doveva immischiarsi negli affari degli adulti. Non era più la sua allodola, non cantava e non sorrideva... era diventata un'altra persona, sotto l'influenza della madre.

Gli uccelli di Gore erano diversi, troppo diversi da quelli delle isole. Nondimeno imparò a conoscerli.


Gareth si sposò. Quando Lady Lyonors, la famosa damigella del Castello Periglioso, le scrisse che avrebbe tanto desiderato averla con sé, Clarissant vide la luce dopo tanto tempo. Le dispiace un poco separarsi da Morvydd, ma d'altra parte la cugina era diventata così cupa e scostante...
Lyonors era bellissima, e gentile, e affettuosa! E Gareth... era cambiato, sì, ma era rimasto sempre il suo scricciolo. Le disse di essere dispiaciuto per tutto ciò che aveva dovuto sopportare, ma che da quel momento in poi la sua vita sarebbe stata diversa.
Gawain aveva regalato agli sposi una residenza non lontana da Carlisle, e la prima cosa che Clarissant notò fu che non c'era il mare. Non le sembrava possibile vivere in un luogo dove, affacciandosi alla finestra, non si vedono onde e scogli e gabbiani

(Agravain, già. Si era sposato anche lui, ma fu contenta che non l'avesse invitata)

e la notte ha un rumore sconosciuto.

Criiii-criii.

Mi abituerò anche a questo, si disse.

Fu il primo incontro con Lady Lynette a segnare definitivamente il suo ingresso nel mondo degli adulti. Non era stato l'assassinio di sua madre, né il soggiorno nel tetro castello di Gore, ma proprio la conoscenza di quella dama arguta e fiera.
Anche lei era gentile, ma il pensiero che fosse la moglie di Gaheris la faceva rabbrividire.
Rivedeva le pavoncelle sul prato, bianco rosso verde
e la spada sotto il filo dell'acqua
e il volto serio di Sir Bedivere: - Non ditelo a nessuno.

Non le disse che forse Gaheris aveva ucciso la loro madre, che il cavaliere misterioso non aveva fatto niente di male

(o quasi niente)

eppure, alla fine, aveva pagato con la vita.

Non le chiese nemmeno, con la consueta curiosità infantile, se fosse davvero innamorata di suo fratello. Intuiva che lo era, e tanto le bastava per non causarle dolore.
Questo significò per lei diventare donna: non soltanto custodire un segreto, ma farlo in piena consapevolezza.

La seconda moglie di Gawain aveva avuto un altro maschio, Florence. L'anno successivo, morì dando alla luce Lovell. Il falco non sembrò portare il lutto in maniera ostentata, anzi sembrava sereno e soprattutto occupatissimo con gli affari di corte. Tempo dopo si risposò, ma non fu un'unione felice.

Quando Clarissant aveva ormai compiuto i sedici anni, a Carlisle fu indetto un torneo in occasione del compleanno della regina. Fu una settimana festosa, ma che venne presto guastata da due spiacevoli incidenti.
Durante il sorteggio degli sfidanti, Gaheris fu scelto per duellare con Sir Bedivere. Clarissant provò un brutto presentimento, e alla prima occasione si avvicinò al duca e gli espresse la propria preoccupazione.
- Per chi mi avete preso, signora? Ciò che sappiamo non mi porterà certo a smascherarlo in pubblico dopo tanti anni. Vincerà il migliore e in questo momento, per me, lui è un mio fratello in armi come tutti gli altri. È un periodo di festa, ricordate?
Clarissant fu un poco rincuorata dalle sue parole, ma nondimeno non se la sentiva di seguire la sfida. Finse un lieve malessere e si rifugiò in una delle tende montate nel parco. Quale sorpresa fu trovarsi faccia a faccia con Morvydd, l'allodola dei suoi giorni d'infanzia, la triste principessa di Gore!
Fu felice di rivederla, ma trovò alquanto strano che se ne stesse là tutta sola e non seguisse il torneo.
- Aspetto un figlio - le rivelò la cugina, brusca.
Re Uriens aveva acconsentito al suo matrimonio con Sir Colgrevance, e le era sembrato di toccare il cielo con un dito. Erano stati molto vicini, le fece capire, e avevano finito con l'affrettare i tempi... Morgana aveva capito tutto e le aveva fatto il peggior dispetto che la sua anima perversa potesse mai escogitare: aveva rivelato al futuro genero come non ci fosse traccia di fede cristiana a Gore, e che Morvydd stessa seguisse le sue orme nella pratica della Vecchia Religione.
Orripilato al pensiero di aver commesso un peccato doppiamente terribile, Colgrevance aveva rotto la sua promessa, e Uriens, furibondo, aveva alzato le armi contro di lui, avendo la peggio.
Ora Morgana regnava con grande soddisfazione e lei era fuggita, disperata e furiosa, ma decisa a non tornare mai più a Gore.
- Sir Colgrevance vi ha fatto un torto - dichiarò Clarissant - Avrebbe dovuto ascoltarvi!
- Lui non ha colpa, non ha colpa! È stato mio padre ad aggredirlo... ed è stata mia madre a convincerlo ad abbandonarmi! E io non posso certo fingere e vantarmi di essere cristiana, quando mio fratello è rimasto ucciso mentre cercava una stupida reliquia per innalzare la gloria di Arthur Pendragon agli occhi del Papa!
Le parole di Morvydd non le fecero granché impressione; aveva vissuto a Gore abbastanza per non scandalizzarsi. Le promise che avrebbe parlato a Gareth e Lyonors, e avrebbero trovato una soluzione.

Dopo la cena, però, le accadde di rimanere sola con Gaheris. L'espressione ostile negli occhi del fratello aveva una sola spiegazione: aveva origliato la conversazione tra lei e il duca.
L'avrebbe uccisa.
Era la fine.
- Quanto sapete? - Senza giri di parole, così, l'aveva spiazzata. - Non mentitemi, sorella, o sarà peggio per voi.
Clarissant scoppiò in singhiozzi. - Non conta: non lo sa nessun altro. E Sir Bedivere è il primo a desiderare che il vostro segreto rimanga sepolto.
Gaheris notò la coincidenza e non mancò di farla apprezzare anche a Clarissant: poco prima, durante lo scontro, gli sarebbe bastato così poco per assicurarsi il silenzio del suo sfidante!
- Sir Bedivere è molto legato al re nostro zio, lo sapete meglio di me. Non vorrete incorrere nella sua ira... pensate a Lynette! Non l'amate quanto lei ama voi? - Indietreggiò, quando vide che la mano del fratello era corsa alla spada.
Incredibile, si preoccupava più per il corvo che per se stessa? O cercava di sviare l'assassino che aveva di fronte dal suo proposito più immediato? In quel caso, fu tutto inutile.
- Voi non sapete nulla, lo credete soltanto. Avete un'immaginazione fuori dall'ordinario. Ragazzina sciocca, avrei dovuto uccidervi già allora...

- Cosa succede qui? Sir Gaheris!
Il re era tornato nel salone, accompagnato da alcuni dei cavalieri a lui più intimi. Il duca era tra loro.
Nonostante avesse appena assicurato al fratello che non avrebbe rivelato nulla, la presenza del re le diede l'impressione che se non l'avesse fatto sarebbe morta, se non quel giorno, in un'altra occasione.
Addio, ballerina gialla.
- Mia sorella è impazzita, farnetica. Levatemela di torno - improvvisò Gaheris, ma spostò la mano dall'elsa della spada.
Clarissant si gettò in ginocchio davanti al re:
- Maestà, vi prego di credere alle mie parole: non sono folle, e sono realmente in pericolo.
- È la verità - confermò Sir Bedivere. - Credo sia opportuno che vostra maestà convochi una seduta speciale. Non avrei mai desiderato rimestare nel fango né procurarvi un dispiacere, ma non desidero si sparga altro sangue innocente.
Lei si voltò a guardarlo con gratitudine, chiedendosi però quali sarebbero state le conseguenze di quanto stava accadendo.
- Ha detto che voleva uccidere anche voi...
Udì la propria voce echeggiare, come se non fosse stata sua; desiderò che lui l'abbracciasse e la sostenesse, perché si sentiva tutt'a un tratto tanto debole...
Tutto fu buio e quando riprese conoscenza non era in un letto, ma semplicemente distesa su un divano della sala e Gawain se ne stava seduto al suo fianco con la testa tra le mani.
- Non dovete spiegarmi nulla, Sir Bedivere si è preso ogni responsabilità sul vostro silenzio.
Certo, lui fa e disfa, pensò con disappunto, ignorando i sentimenti così squisitamente femminili a cui poco prima aveva avuto la debolezza di abbandonarsi.
- Ma siete arrabbiato ugualmente - mormorò Clarissant, allungando una mano. Gawain non si lasciò toccare e si alzò in piedi, con quella fierezza scostante mista ad un malinconico rimorso che sempre accompagnò la sua esistenza.
- Abbiamo pur sulle spalle la morte di Sir Lamorak.
- Era l'amante di nostra madre... - gli ricordò Clarissant, rischiarata da una nuova, feroce consapevolezza.
- In questo momento assomigliate a nostro fratello Mordred, lo sapete? - fu la risposta di Gawain, ancora più feroce. Da pari a pari, per quanto lei fosse tanto più giovane e per di più una donna - perché il loro sangue era lo stesso, tormentato e vendicativo, per quanto non malvagio.

Ma rendersene conto non era di per sé un vantaggio?


Gaheris fu bandito da Camelot a tempo indefinito, e per uno strano scherzo del destino Clarissant andò sposa a Sir Colgrevance. Non poté rifiutare; il re e Gawain avevano imbastito quell'unione da tempo, l'uno spinto da Morgana, desiderosa di intralciare i piani della figlia, l'altro forse da sincera stima nei confronti del suo compagno in armi.
Scrisse comunque a Morvydd, che una titubante Lady Lyonors aveva accettato di ospitare presso di sé, esprimendo il suo rammarico e augurandosi che non le portasse odio.

Cara cugina,
vi rispondo brevemente per rassicurarvi.
Non provo la minima ostilità verso di voi, sia per l'affetto che ci ha sempre legate, sia perché non avrei comunque potuto occupare il vostro posto in questo momento.
Primo, è stato vostro marito a rompere il fidanzamento; secondo, non vorrei comunque vivere accanto all'uomo che ha ucciso mio padre, anche se in tutta onestà credo che sia stato solo costretto a difendersi... e non avrebbe potuto far altro che vincere il duello, in quanto io stessa resi la sua spada invincibile.
Ma poiché lo conosco, e l'ho amato, so che renderà felice voi.

Morvydd, principessa di Gore, che non ha dimenticato gli uccelli delle vostre isole

E la fanciulla, che ora conosceva la paura ma non la malvagità (Gaheris non era un mostro, soltanto un perdente, solo questo), non capì il crudele sarcasmo di quelle parole così ben scelte. Fu anzi felice della fiducia che Morvydd le dimostrava confessando un segreto tanto compromettente. Le lesse come una benedizione e andò incontro ad una vita nuova e serena, al fianco di quel cavaliere biondo a cui, già lo sapeva, avrebbe voluto bene.
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"Mio re, mia vita, mia patria! Il lago è profondo, tranquille le sue acque. Più sottile è questo petto che palpita nel tormento. Ora ditemi, dove dovrei affondare Excalibur per amor vostro?"
(da "Thus I shall love thee")
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