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Vecchio 21-09-2009, 18.26.31   #535
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
De Gouf camminava inquieto nella sala.
Quella donna, tanto bella quanto ribelle, doveva morire. Questo aveva deciso.
L'abate lo fissava e rideva compiaciuto.
"Domani potrete vendicarvi,milord" disse al templare "sul rogo si ricongiungerà con il suo unico e solo amante...il demonio!"
Amante!
Quella parola risuonò come una lama lacerante nel suo oscuro animo.
Fissò l'abate e chiese per l'ennesima volta se Guisgard fosse davvero morto.
Un ghigno ed un cenno di assenso furono la risposta a quella ossessionante domanda.
De Gouf allora diede ordine di preparare ogni cosa per il processo. Tutto doveva essere pronto per l'alba del giorno dopo.
Chiese poi all'abate dei testimoni.
"Li troveremo, milord" rispose sorridendo l'abate "li troveremo..."
In quel momento il rintocco della campana della torre risuonò nell'aria, come a voler preannunciare il compiersi di un destino già scritto da tempo...

Intanto nella selva, Guisgard era nelle mani di due templari.
L'abate aveva promesso ad Elisabeth, quando questa si era volontariamente consegnata ai suoi carnefici, di liberarlo.
In realtà aveva dato ordine ai due templari di giustiziarlo nella selva.
"Siete cavalieri" disse Guisgard ai suoi carnefici "uccidetemi in modo onorevole!"
Uno dei templari chiese se avesse voluto recitare un'ultima preghiera.
"Siete per metà monaci" rispose Guisgard "voglio confessare i miei peccati prima di passar a miglior vita."
Uno dei due acconsentì e si propose come confessore.
Guisgard allora, in ginocchio, cominciò a recitare un'orazione di perdono per le sue colpe.
Ma dalla cotta di maglia, estrasse un coltello con il quale tagliò le corde che gli stringevano i polsi.
Con un movimento fulmineo si alzò di scatto e conficcò la lama nella gola del suo confessore e, strappandogli la spada, trafisse il secondo templare senza che questi riuscisse a contrattaccare.
Ora, il suo unico pensiero era ritrovare Elisabeth, invocando il Cielo che non fosse troppo tardi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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