Discussione: Curiosità Il Gallo Nero
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Vecchio 27-07-2011, 13.22.30   #1
Talia
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Il Gallo Nero

Buongiorno a tutti...
Quest’oggi son qui perché mi è venuta voglia di raccontarvi un’altra leggenda (eh, lo so, un’altra... portate pazienza, vi prego! )
Questa, per la verità, è una storia alquanto conosciuta e quindi non mi stupirei se qualcuno di voi già la conoscesse... però l’ho sempre trovata divertente, quindi la racconterò lo stesso a beneficio di coloro che non la conoscono ancora!
L’idea è nata così:
ieri sera stavo passeggiando in città e, passando per la piazza, scavalcando frotte di turisti, mi è caduto lo sguardo su un’insegna. Un insegna con un gallo nero...




Il Gallo Nero è il simbolo della zona del Chianti, prima ancora che del vino lì prodotto...
Ma perché proprio un gallo nero?
Per via, appunto, di questa leggenda.
Si dice, infatti, che nel tempo in cui le due città di Siena e Firenze -storicamente rivali- si accapigliavano per stabilire quale dovesse essere il confine tra l’aria di appartenenza dell’una e dell’altra, fu trovato uno stratagemma per giungere ad una risoluzione pacifica, una sorta di gioco, di sfida...
Si decise cioè che il confine si sarebbe stabilito là dove si fossero incontrati due fanti, l’uno fiorentino partito da Firenze e l’altro senese partito da Siena... una sorta di gara, quindi!
I controllori senesi andarono a Firenze e quelli fiorentini si recarono a Siena, fu deciso che il via alla corsa sarebbe stato dato, all’alba di un giorno fissato, dal primo canto del gallo... e subito fu tutto un subbuglio per individuare valenti corridori e, soprattutto, galli mattinieri che non facessero perder tempo prezioso ai fanti.
I fiorentini, pensa e ripensa, scelsero un bel gallo nero e credettero che, se volevano che la mattina cantasse presto, non era il caso di dargli troppo becchime la sera e appesantirgli il sonno. E così fecero: poco granturco e lo mandarono al pollaio.
I senesi, invece, presero un gallo bianco, grosso e forte, e pensarono che per farlo cantare presto la mattina bisognava dargli una bella cena, in modo che andasse al pollaio sazio e la mattina fosse bene in forze per svegliarsi e cantare. Così dunque si regolarono: al tramonto gli misero di fronte ciotole di grano e granturco, di avena, di crusca, di miglio... e il gallo si rimpinzò ben bene.
Al mattino il gallo nero si svegliò di buon’ora per l’appetito e si mise a cantare ai quattro venti ben prima dell’alba. I controllori di Siena, loro malgrado, dovettero così far partire il fante fiorentino, che prese la via di corsa e sparì in un lampo.
Intanto a Siena il gallo bianco dormiva come un ghiro, con la pancia bella piena. Apparve il primo albore, poi l’aurora e spuntò il sole... e il gallo bianco dormiva ancora. I senesi smaniavano, ma i controllori fiorentini non permisero che partisse il loro pedone prima che il gallo avesse cantato, e quando ciò avvenne era ormai giorno fatto.
Il fante senese corse quanto più poté, ma il suo rivale aveva ormai un vantaggio di ore... si incontrarono alla Croce Fiorentina, presso Castellina, e così del Chianti ne andò molto più a Firenze che non a Siena.

Questa è la leggenda...

Ne esiste però -ovviamente!- una versione un po’ più senese, la quale spiega che i fiorentini, avari e risparmiatori quali sono, avevano mandato il loro gallo a letto con la fame, mentre i generosi senesi lo avevano sfamato per bene. Questa versione aggiunge, per altro, un particolare: i fiorentini, disonesti, mandarono verso la metà della notte i boscaioli ad accendere un gran fuoco sulla collina di fronte alla quale dormiva il gallo, il quale prese quel chiarore per l’alba.
Insomma... ognuno ha la sua versione e si consola con quella!!

Ora, sperando di non avervi troppo tediato, vi saluto e vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso!
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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