Finalmente sola.
Amavo la solitudine, il silenzio che si respirava quando l'altro smetteva di respirare.
Oh, amavo anche la compagnia, egregiamente selezionata, s'intende.
C'erano pochi mortali che potevano suscitare il mio interesse, e quando capitava mi assicuravo di non lasciarli mai più andare.
Dopotutto, ogni mio capriccio era come un'ordine per me.
Di cos'altro si compongono infiniti giorni eterni, così perfettamente uguali uno dopo l'altro?
Di questo.. di vizi e capricci, bellezza e sfarzo, lussuria e crudeltà.
Mi voltai verso la finestra e notai con infinito piacere il tingersi di nero della sera.
Eccola la mia notte, eccolo il mio mondo.
Andate a dormire mortali, ora tocca a me che sono una creatura della notte, che non venero altro che le tenebre, che mi crogiolo nel sangue e mi beo della sofferenza che infliggo.
Io, che non sono altro che ombra.
Eppure a vivere nell'ombra, in questo corpo morto divenuto perfetto, non si sta affatto male, anzi.
Così, coperta da un mantello di velluto nero, con un cappuccio sulla testa uscii nella notte, a caccia della mia prima preda della serata.