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Vecchio 03-09-2013, 02.59.45   #1
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Post L'intricato Enigma Fiesolano

Prologo...

Poco dopo il crepuscolo, quando ormai l'imbrunire aveva ceduto il posto ad una chiara sera finalmente stellata, un elegante calesse trainato da due magnifici cavalli baschi si fermò davanti ad una piccola chiesa.
Il conducente, un uomo di poderosa statura e dai tratti marcati, saltò giù dalla vettura e con fare servile corse ad aprire lo sportellino.
Dal calesse scese allora una figura che tentava di apparire distinta, con un abito scuro, bottoni ottonati, stivali bassi di cuoio ed un lungo mantello color porpora.
Aveva i capelli chiari e pettinati con cura, uno sguardo attento ed un'espressione vagamente tesa.
Indicò allora col pomello del suo bastone il portico della chiesa.
Il poderoso conducente, così, si avviò verso l'ingresso del sacro edificio e vi entrò.
Controllò che tutto fosse tranquillo, si voltò poi verso il suo padrone e lo fissò mostrando un cenno di assenso col capo.
La figura allora si ritrovò, un attimo dopo, all'interno dell'edificio.
Era una sala monoabsidata, avvolta nella penombra, che sembrava racchiudere quello scenario dominato da un silenzio solenne e profondo.
Avanzò così verso un confessionale posto poco prima del presbiterio e spostando la piccola tendina guardò al suo interno.
“Vi aspettavo...” disse una voce dalla piccola grata divisoria da cui parlava solitamente il confessore al penitente.
La figura allora si inginocchiò
“Non credo” fece questa “che quel vostro biglietto mirasse alla redenzione dei miei peccati...”
“E perchè no?” Mormorò la voce nel confessionale. “Si dice che anche l'uomo saggio pecchi sette volte al giorno.”
“Perchè non credo voi siate un prete.”
“Oh, me ne guarderei!”
“Magari il demonio...”
“Credete alla sua esistenza?” Domandò la voce.
“Se esiste Dio” rispose la figura inginocchiata “non vedo perchè non debba esserci anche il Suo nemico.”
“Avrei molte obbiezioni su questa vostra affermazione” replicò la voce “ma non siamo qui per disquisire di teologia.”
“Infatti.” Disse la figura. “Potrei sapere allora chi siete davvero? E cosa volete da me?”
“E' così importante per voi un nome?”
“Si, se quel nome sembra conoscermi così bene.”
“Dopotutto cosa so di voi?” Chiese la voce. “Il vostro nome e poco altro... barone, così vi fate chiamare, Azable... e vi definite anche in altri svariati modi... genio del crimine, artista del misfatto, cesellatore del furto...”
“Si e sono fatti, non parole!” Con una punta di orgoglio Azable.
“Ed è per questo che vi ha fatto venire qui...” disse la voce “... perchè mettiate la vostra arte al mio servizio.”
“Impossibile!” Sentenziò il barone. “Lavoro da solo!”
“Voglio che rubiate per me una cosa... in cambio vi offrirò una rendita vitalizia... una rendita di cui disporrete da questo momento in poi, così da coprire eventuali spese riguardo a ciò che vi chiedo...”
“Ma chi siete voi?”
“La vostra fortuna, amico mio...”
“A... a quanto ammonta questa rendita?”
“Seicentomila Taddei all'anno...”
A quelle parole il bastone del barone, appoggiato al confessionale, cadde a terra.
“Mi...” balbettò Azable “... mi state prendendo in giro?”
“Anche se siamo in una chiesa” con tono basso la voce “vi assicuro che non è stata pronunciata alcuna falsità tra noi...”
“E cosa dovrei rubare per voi?” Chiese Azable.
“Un dipinto...” spiegò la misteriosa voce “... un dipinto conservato a Sygma... nella chiesa di Santa Felicita...”
“Un dipinto?”
“Si... un dipinto che il re ha donato al Clero e che ora è conservato in quella chiesa...”
“Di che dipinto si tratta?”
“Il titolo è Verziere Fiesolano...” la voce “... opera di un anonimo pittore che lo dipinse sotto dettatura di un poeta...”
“Un quadro si dipinge sotto dettatura?” Stupito il barone.
“Si...”
“Perchè per un quadro siete disposto a spendere una fortuna simile?”
“Vi ho già detto...” sorridendo la voce “... sono la vostra fortuna... sta a voi cogliere il tutto...”
“E una volta rubato il dipinto” fece il barone “come farò a consegnarvelo?”
“Sarò io a farmi vivo...”
“Avete detto che la rendita inizia da questo momento...”
“Vi farò avere, domattina al massimo, un congruo anticipo...”
In quel momento suonarono le campane della chiesa ed entrarono nella navata alcuni frati.
Il barone allora si alzò e poi, vinto dalla curiosità, con fare furtivo, si sporse dall'altra parte del confessionale per vedere chi fosse il suo misterioso benefattore.
Ma dietro la grata non vi era nessuno.
Come se quella misteriosa voce fosse svanita, proprio come Mefistofele con Faust, al suono delle campane, lasciando il Barone Azable in una profonda inquietudine.


L'intricato Enigma Fiesolano

Capitolo I: La sfida

“Il falso e il meraviglioso sono più umani dell'uomo reale.”

(Paul Valery)



Lord Bohw, pari del regno e ministro del re, continuava a fissare quel biglietto gettato sul tavolo davanti a lui con occhi inquieti.
Ad un tratto qualcuno bussò.
“Milord...” disse entrando un suo funzionario “... mi avete fatto chiamare?”
“Leggete pure...” fece Bohw mostrandogli quel biglietto.
Il funzionario lo aprì e lesse:

“Ruberò il celebre dipinto chiamato Verziere Fiesolano, conservato ad oggi nella chiesa di Santa Felicita a Sygma...
Mirabole



“Cosa significa?” Sorpreso il funzionario.
“Quel nome non vi dice nulla?” Guardandolo Bohw.
“Credo di averlo sentito nominare ma...”
“Ma pensavate si trattasse di una leggenda, vero?”
“Si...” annuì il funzionario “... ma siete certo dell'autenticità di questo biglietto? E quell'incisione sotto la firma? E' un fiore...”
“Si ed è proprio quel fiore a renderlo assolutamente autentico...” spiegò il nobile “... quel famigerato lestofante si firma sempre con un fiore... quella è una malvarosa e nel linguaggio dei fiori indica l'ambizione... è una sfida lanciata...”
“Come è giunto qui questo biglietto?”
“Mi è stato recapitato da un ufficiale della Guardia Reale di Sygma.” Rispose il nobile. “Il biglietto, in due copie, è stato trovato sia nella Cancelleria Reale che nel refettorio del Monastero di Santa Margherita.”
“E da Sygma sono giunti qui a portarne notizie?”
“Si...” mormorò Bohw “... per volere di Sua Grazia il vescovo... egli infatti teme che le guardie del re possano sottovalutare questo pericolo e quel dipinto rappresenta un tesoro per la chiesa di Sygma, già scossa dalle lotte interne tra clericali ed anticlericali...”
“Ma possiamo davvero mandare dei militari lì per custodire il dipinto?”
“Naturalmente no...” sentenziò il nobile “... sfioreremmo l'incidente diplomatico, rendendo insostenibile la posizione del Clero Sygmese...”
“Allora?” Domandò il funzionario.
“Faremo in modo che siano privati cittadini di Camelot, gente del popolo, a recarsi a Sygma...” fissandolo Bohw “... spinti dalla volontà di facili guadagni... porremo una taglia sulla testa di quel ladro... ora diffonderemo la notizia per le strade di Camelot...”
Il giorno dopo, per le strade principali e le piazze più grandi di Camelot, oltre che nelle chiese, fu letto il bando al popolo:

“Il misterioso e famigerato Mirabole (“Mirabòl”, nella pronuncia Franco Capomazdese) ladro e brigante, come è suo solito, ha proclamato la sua prossima impresa.
Il criminale intende rubare il celebre dipinto intitolato Verziere Fiesolano, custodito a Sygma, facendosi beffe del suo valore e dell'abilità delle guardie reali incaricate di proteggerlo giorno e notte.
Per questo Sua Grazia il vescovo, custode del dipinto, ha promesso una lauta ricompensa a chiunque, per Carità Cristiana ed amore per la giustizia, giungerà ad offrire il suo aiuto contro le mire dell'inafferrabile criminale.”


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