Visualizza messaggio singolo
Vecchio 02-04-2017, 02.51.01   #19
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Un frammento rubato al nuovo Gdr.
Un frammento di scrittura, di sogno, ambiguo, enigmatico, ipnotico.
Un frammento che avvolge nella morsa di pensieri, parole, incubi, fantasmi e demoni.
I demoni di chi scrive e forse di chi legge...


Il giovane novizio attraversò tutti i gradi emotivi che un prigioniero passa durante la sua cattività.
Cominciò con la superbia, figlia dell'orgoglio e dell'egocentrismo, passando poi all'invidia, la più miserevole delle passioni umane, all'indifferenza, forza degli ignavi, fino all'odio verso i suoi simili, che è la degenerazione della condizione umana.
Arrivò persino a dubitare di se stesso, delle sue convinzioni, delle sue conoscenze e persino di essere dalla parte della ragione, giustificando così ciò che dicevano il Priore e gli altri confratelli.
Aveva ormai smesso di pregare Dio, poichè a suo dire solo i disperati ed i condannati arrivavano a pregare l'Altissimo, in quanto non avevano più speranza di essere uditi dagli uomini.
E lui non voleva cedere, non voleva sentirsi debole, egli odiava tutto ciò.
Era giovane, forte e dotto.
Molto più di tutti loro, persino molto più dello stesso Priore.
Anzi, era convinto che neanche Sua Grazia il vescovo poteva essere come lui.
Nessuno al mondo era come lui.
Ma ormai era ossessionato dal mondo stesso.
Era convinto che ci fosse proprio per questo una congiura contro di lui, contro il suo genio, la sua ambizione.
Si, volevano distruggerlo, ormai ne era certo.
Si era convinto che così la Chiesa ed i chierici tutti annientassero i loro nemici.
Ma non lui, lui era diverso.
Lui aveva il potere di farsi beffe di loro.
Lui aveva una mente superiore e quando pensava i suoi nemici erano impotenti.
Allora, nella solitudine della sua austera cella e nel deserto della sua mente visionaria, cominciò a ricostruire le epoche passate, rianimare i popoli estinti con le loro conoscenze, erigere di nuovo le antiche città perdute e dimenticate.
Tutto ciò ingigantito dalla potenza del suo genio, impreziosito dall'ardore delle sue infinite conoscenze, forgiato dall'eterno fuoco della ragione.
La storia, le arti, le scienze, le passioni umane erano ora alla sua mercé, come le illustrazioni di un romanzo, i quadri di una galleria.
Fu così, come un novello Romolo che contempla la sua pagana Roma, che iniziò a gettare nei meandri della sua mente le fondamenta di una nuova città.
Una città che sarebbe divenuta stato e poi impero.
Una città fatta di luce, di conoscenza, di verità e di libertà.
Una città che avrebbe dominato tutte le altre dall'alto, da dove gli uomini alzavano gli occhi e cercavano Dio nei Cieli.
Oltre le nuvole e le stelle avrebbero invece trovato solo la sua città, destinata a governare il mondo.
Cominciò a sognarla e poi ad immaginarla.
Come Nerone la bruciò più e più volte, rifondandola ogni volta più grande, trasformandola, come Augusto prima di lui aveva fatto con la stessa Roma, da città di mattoni in una di marmo.
I suoi mattoni ed il suo marmo avevano però le loro cave nella sua mente, nelle sue passioni e nelle sue ossessioni.
Sorse così Uaarania, la città del Sole.
I suoi soldati, come gli artigiani e gli operai erano triangoli isosceli, dunque assai temibili per la disuguaglianza dei loro lati.
La borghesia invece era composta da triangoli equilateri, da quadrati e da ogni sorta di poligoni dai lati uguali.
Subito sopra costoro vi erano gli intellettuali, distinti in parecchi gradi, divisi in pentagoni, esagoni, ettagoni, ottagoni continuando così via via che il numero dei loro lati aumentava.
E quando in certi individui il numero dei lati era prossimo all'infinito, tanto che la figura diventava indistinguibile da un cerchio, si entrava nell'elitè, negli Illuminati, ossia la classe più elevata di tutte.
Ogni figura, indipendentemente dai lati di cui era composta e dagli angoli che il suo perimetro generava, doveva muoversi solo sul suo campo di proiezione, altrimenti la perfezione delle leggi matematiche e geometriche che regolano Uaarania verrebbero sconfessate e ciò era inconcepibile.
Poiché la matematica è il solo alfabeto, terreno e concreto, con cui sono state scritte le pagine dell'universo.
A Uaarania è naturalmente vietata ogni forma di Religiosità, perché i loro Precetti non sono dimostrabili, nè riproducibili con le leggi della matematica.
E più di tutte è vietato il Cattolicesimo, poichè i suoi dogmi, se sviluppati, danno sempre come risultato ultimo un'equazione irregolare, dove le incognite X è Y sono sempre pari a zero 0.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso