Giunta ad Amoros, Grazia, in compagnia del suo cavallo e del gattino Milord, stanca per il viaggio cominciò ad andare in cerca di una locanda.
E attraversando una delle stradine laterali si imbatté proprio in uno di quei luoghi in cui soggiornare.
Era una graziosa locanda non troppo distante dal centro cittadino, sulla cui facciata faceva bella mostra un cartello con scritto il nome di quell'alberghetto: “La Piana”.
Nel vederla arrivare, il locandiere le andò in contro, invitandola ad entrare ed affidare alle sue cure il suo stanco cavallo.
“Entrate, madama...” disse alla giovane “... vi farò subito servire un pasto caldo e qualcosa da bere. Quanto al vostro cavallo non temete, nella stalla troverà paglia su cui riposare e biada in quantità per sfamarsi.”
All'interno della locanda Grazia trovò pochi clienti seduti ai tavoli, ognuno dei quali del tutto preso dai propri affari.
Ma sedutasi al tavolo offerto dal locandiere, la ragazza non poté evitare di ascoltare i discorsi di due che sembravano in tutto e per tutto due mercanti.
“Hai udito la storia di quel criminale fuggito da Imperion?” Uno dei due all'altro. “Gran brutta storia. Detesto spostarmi in strade poco sicure.”
“Da ciò che ho sentito” il secondo al primo “pare che la faccenda sia molto più complicata di quanto sembri.”
“Che vuoi dire?”
“Non so...” fissandolo l'altro “... ma ognuno sembra avere un'idea diversa su questo fantomatico lestofante...”
“Diversa?” Ripetè il primo.
“Già...” annuendo l'altro “... secondo qualcuno è un brigante, secondo altri un assassino... altri ancora invece lo definiscono in modo strano...”
“Ossia?”
“Beh, pare addirittura che si tratti di un negromante, o addirittura di qualcos'altro...”
“Cosa intendi dire?”
“Qualcuno afferma che si tratti di un disperato che abbia venduto l'anima al diavolo... oppure...”
“Oppure?”
“Oppure il demonio stesso...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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