Discussione: Spiritualità L'ideale cavalleresco e l'ideale amoroso
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Vecchio 29-09-2009, 02.29.35   #1
Guisgard
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L'ideale cavalleresco e l'ideale amoroso

Chretien de Troyes scriveva che Lancillotto era cavaliere ed amante perfetto.
Un eroe così virtuoso da poter essere sconfitto solo con la magia o con l'inganno.
Ma è davvero possibile essere cavaliere ed amante allo stesso tempo?
E' possibile servire degnamente la cavalleria e abbandonarsi al richiamo d'amore col medesimo risultato, senza fallire nell'una o nell'altra cosa?
Essere cavaliere impone spesso delle scelte, dei sacrifici.

Nei grandi poemi e romanzi vediamo spesso i protagonisti vivere situazioni complesse, che sfuggono all'umana comprensione.
Altissimi ideali che richiedono devozione e fedeltà assoluta, ma che spesso cozzano fatalmente con i bisogni dell'anima e del cuore.
E la scelta, come una spada di Damocle, pende sui protagonisti di queste storie, che talvolta assumono le forme del dramma.

E i casi sono innumervoli, che ci mostrano appunto come spesso le più difficili battaglie i cavalieri le hanno combattute nei loro cuori.
La storia più celebre è sicuramente quella di Lancillotto e Ginevra, dove il loro puro amore ha messo in pericolo l'esistenza della più grande compagnia di cavalieri, arrivando a far perdere la Grazia Divina a Lancillotto e con essa il suo compito di ritrovare il Santo Graal.
Un altro caso esemplare è la triste storia di Tristano ed Isotta, dove anche in questo caso l'amore chiede di sacrificare i più basilari valori di un cavaliere.
Sempre restando nelle saghe arturiane è impossibile non citare la grande storia d'amore tra Erec ed Enide, che sembra affermare valori differenti ed opposti alle due celebri storie citate sopra.
In questo romanzo, Chretien affronta i problemi di un amore lecito, quello matrimoniale, ma senza evitare di mostrare i pericoli ai quali è esposto.
Erec, grandissimo e valoroso cavaliere, vive per l'amore della sua bellissima moglie Enide. Questo lo spinge ad abbandonare ogni interesse per la cavalleria fino a diventare lo zimbello dei suoi compagni. La storia sembra sfociare a questo punto nel dramma, ma sarà proprio l'amore tra i protagonisti a risolvere il tutto, mostrando come davvero l'ideale cavalleresco e quello amoroso possono convivere nel cuore di un uomo.

E uscendo dal mondo arturiano, vediamo come questo ossessivo dilemma sia comunque presente.
Nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, Rinaldo rinnega ogni ideale e valore cavalleresco, pur di vivere con Armida.
Solo in seguito, riportato dai suoi compagni sulla retta via, riconoscerà il suo errore e deciderà le sorti della Guerra Santa.
E alla fine i suoi altissimi principi riusciranno a violare l'oscura fede di Armida, innamorata di Rinaldo, facendo si che l'Amore trionfi tra loro.

Più triste e tragica è invece la storia, sempre nella Gerusalemme Liberata, tra Tancredi e Clorinda.
Lei, appartenente alle orde infedeli, vive da sempre rinnegando ogni aspetto femminile e richiamo amoroso.
Sfuggendo all'amore di Tancredi, Clorinda arriverà a battersi con lui in un duello mortale.
Coperta dall'armatura Tancredi non la riconoscerà, finendo per ucciderla.
Prima di morire però Clorinda chiederà di essere battezzata.
E a salvare Tancredi, che abbandona ogni interesse per la cavalleria e la guerra, dal suo delirio per il doloroso amore e dal senso di colpa, sarà la stessa Clorinda, apparsagli in sogno a consolarlo.

Un altro esempio famosissimo è L'Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
Il leggendario paladino è qui vittima del sortilegio di una fonte magica che lo porta ad innamorarsi della bella Angelica.
Scoperta la sua relazione con Medoro, Orlando impazzirà.
Solo con l'aiuto di Astolfo il paladino ritroverà il senno perduto e tornerà ad impegnarsi nel suo dovere di cavaliere.

L'amore come vediamo, pone spesso i cavalieri di fronte a scelte estreme, dolorose e che richiedono quasi sempre un prezzo altissimo.
Osservando le geste di questi invincibili eroi, che proprio in queste difficili situazioni sembrano togliersi l'elmo e diventare simili a noi, resta il dilemma su come si possano combaciare ideale cavalleresco e valore amoroso.
L'onore e la ragione contro il cuore e la passione.
E' forse questo il più antico dilemma che affligge l'uomo.
Pascal diceva: "Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce."
Forse la vera vittoria, come sempre avviene, è quella di Amore.
La forza di Lancillotto, l'astuzia di Tristano, i sacrifici di Erec, il valore di Rinaldo, il dolore di Tancredi e il furore di Orlando vivono ancora oggi, più forti delle nebbie e dell'oblio del tempo.
E se le loro gesta sono giunte fino a noi, lo devone ad Amore, che li ha resi, attraverso il dolore o la gioia, straordinari e immortali campioni dei sentimenti e delle passioni umane.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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