Era una tortura, una dolce ed infuocata tortura dover stare concentrata su quella servetta impertinente, che non voleva lasciarci in pace.
Quel sussurro, così audace ed appassionato.
La mia mano raggiunse il suo collo e lo attirò a me.
"Anch'io..." Sussurrai pianissimo.
Ma quella là fuori non la smetteva.
Presi un profondo respiro.
"Se avrò bisogno di voi vi chiamerò, non temete..." più calma che potevo "Buona Giornata..." Tagliai corto, stavolta con un tono più deciso.
E che diamine... Lasciaci in pace...
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