Il soffitto bianco e lontano, le pareti piatte e chiare.
La stanza sembrava fatta apposta per il silenzio.
Un silenzio profondo, come se provenisse da tutto il vuoto che avvolgeva il mondo.
Gwen passava ore a fissare il soffitto ed a chiedersi cosa ci fosse oltre quelle pareti piatte.
Ariadne era stata portata via per la terapia, come avveniva ogni mattina dispari.
Ad un tratto però qualcosa giunse ad interrompere quel profondo silenzio.
Tonfi sordi, cadenzati, costanti, ravvicinati che provenivano dal corridoio.
Allora la ragazza vide rimbalzare nella camera una pallina di gomma bagnata, tanto che lasciava aloni scuri ed umidi sul bianco pavimento.
Ma poi, fissandola meglio, Gwen si accorse che era sporca di sangue.