Milady, come spesso ho detto, io non sono un poeta, ma solo un semplice cavaliere.
E come ogni cavaliere vago nella notte in cerca di immagini, suoni, colori, echi, con la speranza di rivivere un ricordo lontano, o assaporare una tenue emozione, una sensazione solo appena accennata.
E i vostri versi, delicati e silenziosi come solo la pallida Luna di stanotte sa esserlo, attraversano il mio cammino come riflessi di visioni perdute.
Quel palcoscenico che descrivete, sia esso il teatro che da piccoli calcavamo a scuola, quello immaginario in cui impersonare speranze e slanci futuri, o anche semplicemente solo l’incanto di questa notte, mi appare come lo scenario ideale per ospitare i sogni.
Che sia la Luna, la musa, un’amica, la donna amata o anche solo una sconosciuta viandante di queste strade, colei di cui cantate è con me spettatrice di questa inquieta ed enigmatica notte.
E chissà che non le chieda di ballare con me fino all’alba