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Vecchio 12-06-2014, 19.06.38   #24
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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E sfogliando quel manoscritto ci si imbatterà alla prima pagina in questa premessa...

Prefazione.

“Ad opera di un tal messer gentiluomo, soldato di ventura prima, per necessità, e letterato, per diletto, poi.
Pronipote di un certo musicista che in quel di Sygma fu amante corrisposto e protagonista in una romanzata storia d'Amore, il cui esito è testimoniato ai giorni nostri dalle gesta di tanti nobili cavalieri che animano la materia epica Capomazdese.”

Amico e diletto mio lettore, ti son grato di esserti soffermato di tua spontanea volontà a leggere questo mio scritto.
Non ho dote da offrire, né eredità a cui ambire e né titoli, né referenze e neanche raccomandazioni in cui sperare per ripagare il tuo interesse.
Dunque, debitore del tuo tempo, che sebbene agli occhi degli innamorati esso non abbia alcun valore, ne ha invece, e tanto, per tutti gli altri comuni mortali, mi impegnerò al massimo del mio ingegno per fornirti uno scritto dilettevole, persino attraente per quanto mi sarà possibile, ripagando così la tua indulgenza.
Credimi, mio buon lettore e compagno, vorrei donarti uno di quegli scritti autorevoli e dotti, pieni di filosofia e teologia, tirando in ballo i principi monastici e quelli scolastici, facendo citazioni di San Beda il Venerabile, San Gregorio Magno, San Bernardo, San Francesco e San Tommaso, senza dimenticare Boezio, Cassiodoro, Avicenna e Avorroé
Mi piacerebbe riversare su questi fogli tutto il sapere enciclopedico degli antichi, dagli Alessandrini, a quelli di Pergamo, fino ai grandi giuristi romani, quali Publio Muzio Scevola, Labeone, Ulpiano e le loro mirabili sentenze.
Se potessi non disdegnerei ti riportarti i versi e le opere di poeti come Omero, Saffo, Pindaro, Esiodo e Callimaco, ma anche di Ennio, Orazio, Ovidio e Virgilio.
E se avessi la cinica e brillante arguzia di Petronio metterei al bando le debolezze del mondo, facendo poi ricorso al buon senso di Apuleio per sostituirle con veri valori.
Gradirei dare al mio estro quel non so che di teatrale che farcisce così bene le opere di Aristofane, di Menandro, di Plauto e di Terenzio.
Ma mi contenterei anche di narrarti dei grandi animi umani e dei loro drammi, come maestri erano nel farlo Eschilo, Sofocle ed Eurpide.
Ma, ahimè, caro lettore e amico, nessuno, io compreso, sfugge a quella grande legge universale secondo la quale in natura ogni cosa ne produce un'altra simile a sé.
Dunque cos'altro potrebbe realizzare il mio ingegno se non qualcosa affine al mio animo?
Per te, lettore caro, io posso viaggiare e attraversare in lungo e in largo queste terre, raccogliendo così luoghi ameni, scenari sognati, la bellezza della campagna, l'incanto delle colline e la poesia del mare.
E poi ancora l'immensità del cielo e l'immortalità della notte, il corso delle stelle e la voce della Luna.
Ma anche questi scenari da sogno devono pur essere animati da una storia, con tutti i suoi personaggi e una trama avvincente nel mezzo tra un inizio ed un, si spera, lieto fine. Di personaggi allora posso dartene quanti ne vorrai e anche di più, ma bada che son tutti tratti da persone che conosco e molte delle quali che incontro spesso se non quasi ogni Santo giorno.
E ti assicuro che mi limiterò ad elencarteli, lasciando ad essi la volontà di agire come meglio vorranno, se scegliere il Bene o preferire il male, senza così giudicarli, né condannarli.
Quanto alla trama, in verità, essa mi da ancor meno pensiero, poiché ogni storia, a sentire qualcuno di una certa autorità in materia, decide da se come proseguire.
Mi basterà allora seguire il consiglio di un caro amico che giorni fa, giungendo qui e trovandomi pensieroso, mi consigliò alcune regole da seguire che, a quanto pare, hanno fatto loro prima di me poeti e romanzieri di ben altra fama e considerazione.
“Dunque, allora” disse lui vedendomi rammaricato “cosa vi turba così tanto?”
“Eh, è accaduto che una certa dama, di invidiabile bellezza e lignaggio, mi sia entrata, da sé, quasi senza che me ne accorgessi, nel cuore e da allora non riesco a far nulla senza che ella sia al centro dei miei pensieri.”
“Oh, bella!” Rise lui. “Ma, amico mio, siete malato!”
“Credete?”
“Certo!” Annuì divertito. “E malato della peggior specie! Di quelli inguaribili!”
“Credete dunque che io sia matto?”
“Totalmente!” Con un gesto eloquente lui. “Anzi, direi folle!”
“Per Bacco!” Esclamai io.
“O per meglio dire, oserei asserire che siete innamorato!”
“Cosa mi consigliate?”
“Al mondo” spiegò lui “esistono due tipi di malanni. Quelli guaribili e quelli invece inguaribili. Ma consolatevi, poiché ognuno di essi non reca pensiero.”
“Dite?”
“Certo.” Con fare sicuro di sé lui. “Quelli guaribili hanno una soluzione, un rimedio e dunque è inutile pensarci poiché lo si conosce. Quegli altri invece non hanno cura e tuttavia ciò rende inutile e nocivo starci a pensare.”
“Cosa mi consigliate allora?”
“La vostra fortuna” lui a me “è che si conoscono i sintomi di questo vostro malanno e dunque in qualche modo si può ovviare alla cosa.”
“Vi ascolto.”
“Si sa che gli innamorati” spiegò lui “hanno ben circoscritta questa loro malattia in un punto preciso del corpo. Il cuore.”
“Accipicchia, credo sia vero ciò.”
“Infatti.” Mi fissò lui. “Ed il vostro cuore, come quello di ogni innamorato, è matto, pazzo, totalmente folle.”
“E allora?”
“Allora, come si sa, i folli vanno assecondati.” Rispose lui. “Dovete dunque sostenere la follia del vostro cuore.”
“E in che modo?”
“Oh, bella!” Rise ancora lui. “Ma conquistando la dama che vi ha reso folle nel cuore!”
“E in che modo potrei riuscirci?”
“Se foste un cavaliere” con buonsenso lui “vi consiglierei di partire alla ricerca di grandi imprese e poi compierle in suo nome. Ma essendo voi uno scrittore vi sarà utile rifarvi alla vostra penna invece che alla spada. E detto tra noi questo può essere per voi un deciso vantaggio.”
“Davvero?”
“Certo.” Convinto lui. “Voi artisti siete abili a trovare un mondo alternativo a questo e che la maggior parte degli uomini baratterebbe subito con quello vostro. Ebbene, non vi resta che evocare quel mondo, renderlo reale col vostro ingegno e poi porre al centro di esso la vostra dama. A quel punto racconterete, con la vostra abile narrazione, le più grandi e meravigliose gesta d'Amore, dimostrandole poi che sono tutte realizzabili, perchè, come si sa, nessun poeta può narrare qualcosa che poi non è in grado di realizzare in vita. Trovate dunque una grande storia, in cui il Bene ed il male si fronteggiano. Animatela con tutti i personaggi possibili, metteteci al centro un Tesoro, tanto prezioso quanto inafferrabile, da trovare ed il gioco è fatto. Naturalmente vi sarà utile ricorrere all'uso di un eroe, un protagonista, col suo nemico da sconfiggere e la sua amata da conquistare. E non dimenticate di infarcire ogni parola che narrerete con la Fede e l'Amore, ossia le uniche due cose capaci di rendere eterna ogni opera dell'uomo.”
“Beh, detto così sembra facile...” perplesso io.
“Dovete conquistare una donna, amico mio.” Sorrise lui. “E non una donna qualsiasi, ma quella che è stata capace di rapirvi il cuore. L'Amore va conquistato come tutte le cose rare e preziose. E anzi, come è risaputo, una cosa più è preziosa, più difficile sarà ottenerla.”
Lo fissai pensieroso, ma anche affascinato.
“Oppure, qualora vi sentiate inappropriato, allora date un titolo a questa storia e lasciatela incompiuta. Qualche altro innamorato, per conquistare il cuore di colei che ha reso folle il suo, la troverà e le darà un finale, realizzando la sua magia.”
Ed allora io, carissimo lettore e amico, darò un titolo e cercherò un finale a questa storia, tenendo però per me quest'ultimo. Cosicché qualche altro innamorato potrà far sua questa storia e per Amore del nome di colei che ama darle un degno finale, riuscendo così ad ottenere il suo cuore e vivere insieme a lei e per sempre le mirabili avventure narrate.




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