Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 25-03-2011, 01.04.59   #44
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La carrozza correva rapida attraverso la vasta campagna, resa luminosa dalla pioggia caduta per tutto il giorno.
Una leggera foschia, come un delicato velo, pareva levarsi piano piano da quel verdeggiante manto, mentre un intenso profumo di campo invadeva l’aria.
“La morte di lord Rauger ha gettato tutto il ducato nel caos.” Disse Izar.
“Già e quel traditore di Cimarow ha subito approfittato della situazione!” Gli fece eco il fedele August.
L’uomo che stava seduto di fronte ai due ascoltava quasi svogliato le loro parole.
“Milord, ora tutto dipende da voi!” Esclamò Izar. “Il popolo ha bisogno di una guida e solo voi potete sostenere le grandi prove che ci attendono!”
“Vedremo…” mormorò quasi con indifferenza l’uomo. “Ma, piuttosto… cosa cerca lord Cimarow? Terre? Denaro? Potere?”
“Vuole Capomazda, milord!” Rispose August. “Sa che dopo la morte del duca il ducato è debole!”
“Non sapevo che possedesse armate in grado di attaccare le terre del suo signore.”
“Quel dannato dispone di una forza bellica davvero temibile, milord!”
“August, vuoi dirmi che altri baroni si sono uniti a lui?” Chiese l’uomo.
“No, nessuno ha osato mettersi contro di noi…” rispose August “… non ancora almeno…”
“Allora da dove deriva questa sua forza?”
“Quel maledetto ha assoldato dei mercenari… la Legione degli Imperiali!”
“Mai sentiti…”
“Sembra siano dei guerrieri formidabili.”
“Appena giunti a Capomazda” intervenne ad interromperli Izar il filosofo “ci sarà subito la vostra nomina, mio signore… è inutile attendere ancora… la presenza di un nuovo Arciduca farà di certo comprendere alle armate di Cimarow che il nostro ducato è tutt’altro che in ginocchio!”
“E… le ricchezze di Capomazda?” Chiese all’improvviso l’uomo.
“Quelle appartengono alla stirpe” rispose Izar “e quindi a voi, che siete l’ultimo dei Taddei, milord.”
“Chi le custodisce?”
“Sono sotto il controllo dell’abate Ravus, il confessore di vostro zio. L’intero tesoro della stirpe è conservato nella Cappella della Santa Vergine.”
L’uomo sorrise compiaciuto.
“Eccoci giunti, milord.” Disse August.
La carrozza così fu fatta entrare nel palazzo.
Ad attenderla vi erano i cavalieri con il loro capitano, Monteguard, alcuni baroni, servi e servitori, lady Actea de Taddei ed ovviamente lady Talia.
E quando la porta della carrozza si aprì le trombe squillarono e un araldo cominciò a recitare:
“Il figlio del vento… il magnifico, il magnanimo, il migliore!
Il prediletto del Cielo… il campione della Cristianità e vassallo della Chiesa!
Il prescelto di San Michele… il primo cavaliere del regno, l’eroico!”
Allora tutti i cavalieri, al segnale di Monteguard, alzarono le lance.
“Sua eccellenza… lord Icarius de Taddei, signore delle terre e delle genti di Capomazda!” Annunciò l’araldo.
E dalla carrozza scese l’erede del ducato che dal freddo azzurro dei suoi occhi lanciò uno sguardo indecifrabile su tutti loro.
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