Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 23-03-2011, 01.39.58   #10
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Nel frattempo, verso la piana detta delle Cinque Vie, un drappello di soldati ducali era in attesa di un nemico la cui presenza sembrava essere annunciata dal vento…
“Signore!” Chiamò uno dei soldati. “Signore! E’ ritornato il soldato che avevate mandato ad avvistare il nemico…”
“Ebbene?” Chiese il comandante del drappello.
“Ecco… pare non giungeranno rinforzi…”
“Come sarebbe?”
“La squadriglia ferma verso i grandi pascoli è stata attaccata da un gruppo di cavalieri… ed è stata praticamente annientata… il soldato appena giunto ha visto tutto… è stata una carneficina…”
“Come è possibile?” Chiese turbato ed incredulo il comandante. “Un gruppo di cavalieri ha sconfitto l’intera squadriglia!”
“Si… quei cavalieri, secondo il racconto del testimone, erano guidati da un cavaliere sconosciuto… il testimone giura… giura che sotto quella corazza vi era il diavolo in persona!”
In quel momento suonò il corno che indicava un attacco imminente.
“Comandante, siamo attaccati!”
“Presto, tutti ai posti di combattimento!” Ordinò il comandante.
“Vostra moglie e vostro figlio, signore?”
“Resteranno qui nella carrozza!” Rispose il comandante. “La battaglia si terrà presso il fiume. Non permetteremo a quei dannati di raggiungere questo punto! La via che conduce a Capomazda non deve essere aperta a quei traditori!”
“Eccoli, li abbiamo avvistati!” Gridò una delle sentinelle.
“Chi li guida?” Domandò il comandante. “Forse lord Cimarow in persona?”
“No, signore! Sembra un cavaliere sconosciuto…”
“Sconosciuto?”
“Che sia colui che ha attaccato la nostra squadriglia?” Chiese il soldato.
“Ecco, lo vedo da qui…” gridò la sentinella “… è… è un cavaliere con la corazza completamente nera… accanto a lui conducono uno stendardo con una figura… sembra… sembra un gufo nero!”
“Un gufo nero?” Ripetè quasi sconvolto il comandante. “Presto, ritirata! Ritirata, in nome di Dio!”
“Signore?”
“Fate come vi ho ordinato!” Gridò l’uomo. “Quel cavaliere è conosciuto come il Gufo Nero! E nessuno è mai uscito vivo dopo averlo affrontato! E noi qui siamo troppo pochi per tener testa a quell’uomo! Ritirata immediata!”
Il drappello si preparò in fretta per la ritirata, ma in un attimo si ritrovò accerchiato dalle forze nemiche.
E quasi con la stessa velocità fu travolto.
Alla fine dello scontro, in verità più simile ad un massacro, sul campo di battaglia vi erano ovunque disseminati i corpi dilaniati dei soldati ducali.
“Sono tutti morti, milord.” Annunciò uno dei cavalieri vincitori al suo comandante.
Questi allora si tolse l’elmo nero, mostrando il suo volto.
Lo sguardo era di ghiaccio ed una cicatrice era impressa sulla tempia sinistra, quasi come un marchio che caratterizzava quel viso perennemente accigliato.
Ad un tratto uno dei suoi condusse un bambino al suo cospetto.
“Era nascosto nella carrozza, milord… credo sia il figlio del comandante…”
Il bambino restava in silenzio a fissare il cavaliere nero.
Forse era il trauma subito a renderlo muto, o forse la rabbia che viva attraversava il suo giovane sguardo.
“Uccidetelo!” Ordinò il cavaliere nero dopo aver fissato per qualche istante quel bambino. “Conosco lo sguardo con cui mi fissa… è odio… e l’odio è come l’amore… uccidetelo, abbiamo già troppi nemici oggi… sarebbe sciocco preservarne un altro per il futuro.”
In un attimo la lama di uno dei suoi decapitò il piccolo superstite.
In quel momento altri cavalieri raggiunsero i vincitori.
“Gouf!” Chiamò uno dei nuovi arrivati. “Perché non ci avete atteso?” Chiese scendendo da cavallo e togliendosi l’elmo.
“Abbiamo sfruttato il fattore sorpresa…” rispose il cavaliere del gufo “… sarebbe stato sciocco non farlo.”
“Ho temuto che potesse accaderti qualcosa e…”
“Non essere sciocca, Aitly!” La riprese lui. “Sei un cavaliere ed il peggior nemico che potresti incontrare sono le tue debolezze!”
“Scusami, Gouf…”
“Anche se sei una donna il tuo valore è superiore a molti uomini! Fa dunque in modo che anche il tuo cuore lo sia!”
“Perdonami, non accadrà più…” mormorò a capo chino Aitly.
“Torniamo al castello, miei prodi!” Ordinò poi Gouf ai suoi.
E si misero in cammino, lasciando alle loro spalle un desolato scenario di morte e distruzione.
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