"Mi sono affacciato innanzi al crepuscolo della notte,
tra ombre di segatura e ultrasuoni di scarpe rotte,
le mie membra si sono racchiuse in un dolore ancestrale,
durante il rotolio di detriti di fango nell'aria carica di sale.
Ho cercato il tuo volto oscurato dal bagliore di un camino,
ed ho iicontrato la Morte distesa lungo il destino,
ma oggi che ha cessato di sgorgare piogge amare,
rimpiango la mia essenza, evaporata in una scia di bare..."
Taliesin, il bardo
p.s. dedicata a Fabrizio ed alla sua immortale dolcenera, persa oltre quarant'anni fa tra i flussi della vita ingiusta.
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