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Vecchio 06-11-2010, 11.54.23   #469
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Quel giorno il sole splendeva alto nel cielo, bruciando la campagna e insinuandosi con i suoi raggi nelle strette stradine di Cartignone, fino al più recondito angolo. Anche nel giardino del palazzo l’aria era pesante e appiccicosa, perciò io e Eileen ci eravamo sedute sul bordo della bassa fontana e, tolteci i calzari, avevamo immerso i piedi nell’acqua fresca... Un rumore alle nostre spalle, come un leggero colpo di tosse, ci fece voltare.
“Sir Goeffrey!” disse Eileen, con un sorriso “E’ un piacere vedervi... Cosa vi porta nel nostro giardino?”
“Mi dispiace molto disturbarvi, milady...” iniziò l’uomo, lanciandomi intanto un’occhiata rapida.
“Nessun disturbo, capitano! Al contrario!” rispose la mia amica poi, tolti i piedi dall’acqua e indossate di nuovo le scarpe, si alzò in piedi e soggiunse “Ti aspetto nelle mie stanze, Talia! Non appena ti sarà possibile!”
Lui attese in rispettoso silenzio che Eileen scomparisse oltre la porta del palazzo prima di voltarsi verso di me e sorridere appena: “Buongiorno Talia!”
Anche io, che intanto avevo recuperato i miei calzari e mi ero alzata, sorrisi: “Buongiorno!” dissi, andandogli incontro e posandogli un bacio sulla guancia “Che cosa ci fai qui?”
Lui esitò un istante, cosa che mi lasciò un poco perplessa poiché sapevo bene che sir Geoffrey di Warwick non era certo uomo che esitava...
“C’è bisogno di un motivo perché un padre desideri vedere sua figlia?” mi chiese poi in tono autoritario.
“No, certo...” risposi, eppure lo conoscevo troppo bene per farmi ingannare “Però non è questo il caso! Cosa c’è sotto, papà?”
Lui mi scrutò per un istante con uno strano sguardo, come se cercasse di leggermi dentro, poi disse lentamente: “Va tutto bene, Talia? Non c’è forse qualcosa di cui mi vuoi parlare?”
“Non direi! Non credo!” risposi, sostenendo quello sguardo e cominciandomi a chiedere dove accidenti volesse arrivare...
“Sai...” riprese lui dopo un istante “Io passo gran parte della mia giornata nella caserma, con i miei soldati... e lì, nei momenti di riposo, gli uomini parlano... parlano di molte cose, ma soprattutto, come puoi ben immaginare, parlano di donne...”
Rimasi in silenzio, chiedendomi che cosa c’entrasse quel discorso con me... tanto più che mio padre era sempre stato molto diretto nelle cose che aveva da dirmi, mai in vita sua era ricorso a giri di parole...
“Ebbene, quest’oggi ho sentito per caso un discorso che non avrei mai voluto sentire!” disse infine, come se questo gli costasse molto “Ho sentito un discorso che riguardava te!”
“Me?” esplosi, a voce più alta del solito... ero sinceramente sorpresa!
“Già!” mi rispose, continuando a tenermi incollato sul viso quello sguardo inquisitorio che adesso, tuttavia, iniziavo a comprendere “Un discorse che riguardava te e... beh... un presunto interesse che, per te, nutre... Dukey!”
E finalmente capii...
E ciò mi fece sorridere!
“Oh, papà, per favore...”
“No!” mi interruppe lui, sempre serio “Non c’è ‘papà per favore’ che tenga! Voglio una risposta. E la voglio adesso!”
Sospirai...
“Papà...”
“Senti, Talia, io capisco che per una ragazza quel Dukey possa essere... non lo so... interessante, suppongo! E’ giovane, è forte ed è rispettato in città! Ma a me non piace e non voglio che stia intorno a mia figlia! Non mi piace, non tanto per quanto è presuntuoso e arrogante, per quanto si pavoneggia sopraffacendo i più deboli... ma piuttosto perché non sa distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Conta il potere per lui e la forza, nient’altro... e quando un uomo predilige il forte al giusto significa che non capisce il valore di niente!”

La voce di mio padre si spense lentamente e io, con un battito di palpebre, tornai in quel bosco...
‘Non sa distinguere ciò che è giusto...’ aveva detto papà ‘Conta il potere per lui e la forza...’
Non sapevo perché ma quelle parole continuavano a risuonarmi nella mente come una litania. Cercai di ignorarle e di concentrarmi sul problema più immediato...
Fidarsi... era il caso? Eppure non c’era alternativa! Se fossimo tornati a Cartignone, non ci sarebbe stata speranza alcuna per quel povero cavaliere...
Lanciai un’occhiata alle mie compagne, socchiusi gli occhi un momento, poi mi decisi...
“Veramente, sir...” dissi lentamente a sir Bumin, ignorando volontariamente Dukey “Veramente... temo che la vostra valorosa spada abbia un compito più urgente che non riportare noi in città!”
Esitai ancora un istante... scrutavo gli occhi del mio interlocutore, come a volerne leggere le reazioni...
“C’è un uomo, mio signore...” spiegai “Un cavaliere! Lui è entrato in quella grotta laggiù per salvare noi da alcuni uomini che volevano catturarci e non è ancora tornato... siamo molto in pena, mio signore. Temo possa essere in pericolo! E sono certa che l’alto valore dei vostri cavallereschi ideali non possa che consigliarvi di correre in soccorso di un sì valente cavaliere. Non è così, mio signore?”
Tacqui infine e rimasi in attesa, sperando di esser stata convincente e... pur non sapendo perché continuavo ad avere quella sensazione... sperando anche di aver preso la decisione giusta.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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