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Vecchio 26-06-2012, 02.50.10   #2551
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Affatto.” Disse lady Vicenzia a Talia. “Sono solo stata trattenuta da alcuni viaggiatori inviati da sua grazia il vescovo. E raccontandomi dei loro trascorsi in Terrasanta, ho appreso di alcune questioni davvero poco interessanti per una donna.” Fissò la ragazza. “Mi hanno narrato che un imprevisto li ha trattenuti presso un'isoletta delle Cicladi, dove una ragazza è stata processata per aver violato i suoi voti monacali a causa di una relazione con un cavaliere del posto. Quei viaggiatori mi hanno poi detto che il cavaliere in fuga è stato ritrovato in un paesino sulle coste italiane. Ora, pare, lo stiano andando a prendere.” Tossì. “Come vedi, sono solo storie di fughe amorose e faide tra cavalieri. Ora riposa. Devi rimetterti. Partiremo presto, all'alba. Domattina ci penseranno le monache a svegliarti. Ti auguro una serena notte.” Ed uscì.
Quella notte trascorse inquieta.
Nella stanza di quella locanda a poca distanza dal Convento di San Pasquale, Guisgard si girava e rigirava nel letto, preda di un'ansia e di una agitazione senza fine.
Nel letto accanto al suo, Umans invece sembrava riposare senza alcun problema.
E così Guisgard fissava il soffitto, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla finestra, cercando nel buio della notte la sagoma del convento che a stento emergeva tra la vegetazione e le rocce sovrastanti la locanda.
Sapere che Talia si trovava lì, a poca distanza da lui, che invece era impotente in quella situazione, sembrava farlo impazzire.
Cosa stava facendo?
Si chiedeva.
Lo stava pensando?
Lo stava sognando?
Avvertiva la sua stessa ansia?
La sua stessa solitudine?
Cominciò allora a giocherellare col suo pugnale, incidendo qualcosa nella pietra.
E così trascorse tutta la notte.
Una notte lunga e silenziosa, lontana e indifferente.
Fino all'alba che rischiarò con le sue dita rosate le vette dei due monti che racchiudevano Faycus.
Il gallo cantò e la locanda si destò.
Umans saltò giù dal letto e trovò Guisgard accanto alla finestra, con la testa poggiata sulla nuda pietra e rischiarata dal Sole mattutino.
E su quella pietra dove ora riposava, aveva inciso col suo pugnale il suo nome e quello della sua amata.
“Il letto” svegliandolo Umans “non era forse abbastanza comodo, amico mio?”
Guisgard scosse il capo e saltò su.
Scesero allora al pianterreno e qui un profumo di focacce calde e pannocchie scaldate li accolse.
“Ti ho detto che erano proprio dei cavalieri!” Disse un uomo seduto ad un tavolo, mentre conversava con un compagno.
“E che genere di cavalieri?” Chiese questi.
“Non saprei...” rispose l'uomo “... sulla tunica recavano un simbolo sconosciuto, come quelli che portano gli ordini cavallereschi che combattono in Terrasanta per il Santo Sepolcro.”
“Buongiorno!” Esclamò Ludovico De' Taddei attivando nella stanza e destando Guisgard dall'attenzione che aveva dato alle chiacchiere di quei due uomini al tavolo. “Una bella colazione e poi comincerà la nostra battuta di caccia!”
“Milord...” avvicinandosi a lui Guisgard.
“Dopo, dopo, giovanotto!” Disse il taddeide. “Prima bisogna mangiare! Su, sedetevi e facciamo colazione!”
Finito di mangiare, i quattro partirono verso la boscaglia.
“Ma cosa stiamo cacciando?” Domandò Guisgard a Tysoon.
“Un grosso cinghiale.” Rispose questi. “Forse il più grande mai avvistato da queste parti.”
E mentre si allontanavano, Guisgard si voltò a fissare il convento, avvertendo una malinconia ed un senso di smarrimento mai provati prima.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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