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Vecchio 17-03-2015, 02.50.31   #58
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Un inaspettato ritorno...

Dovete sapere che al mio arrivo a Camelot ero di ritorno da un lungo viaggio.
Anzi, due.. uno reale e moderno sulle Strade d'Europa, l'altro più difficile da descrivere, che attraverso libri, fotografie, disegni e mappe mi ha portato nelle province orientali dell'Impero.
Ricordo che qualcuno di voi mi chiese di raccontare dei miei viaggi, e io ci pensai a lungo, come sarebbe stato bello tradurre in un racconto quei mesi di ricerca, eppure le parole sono sempre rimaste intrappolate nella mia mente e non sono mai riuscita a completare quello scritto.
Poi di viaggio ne intrapresi un altro, che mi portò lontano da quei luoghi anche se non di molto.
Conobbi personaggi nuovi ed interessanti, ascoltai le loro preghiere, i ringraziamenti che donavano agli dei.
Eppure quel viaggio si interruppe, bruscamente, una mattina di gennaio e da allora mi sono chiesta il motivo di tutto questo.
Perché io credo che nulla accada per caso, e oggi forse comincio a capire.
Per un momento ho creduto che Clio mi avesse abbandonata, solo ora comprendo invece che mi ha dato un forte strattone per togliermi dalla strada che avevo intrapreso (accidenti, però... farlo un po' prima no, eh? ) e poi condurmi per mano su una strada diversa, tortuosa forse, ma che mi conduce là sulla riva dell'Eufrate, là dove giace un pezzo del mio cuore.
E stavolta però, mentre preparo l'attrezzatura per questa nuova avventura che mi attende, lascerò qui le mie emozioni, i sogni e le suggestioni che tutto questo suscita nel mio animo.
E lo farò in modo completamente diverso dalla ricerca che mi aspetta, lo farò narrando di un viaggio, il mio viaggio.


"Dunque era questo che volevi, Clio..." Sussurrai piano, mentre mi rimettevo in cammino sotto un insolito sole di marzo.
Davanti a me soltanto il deserto e una strada carovaniera che avevo già percorso anni fa, dove ad ogni passo potevo ritrovare sensazioni, emozioni diverse e lontane.
E poi la vidi spuntare tra le dune, le sue solide mura si stagliavano imponenti in quella radura.
Era come la ricordavo, era splendida.
"Volevi che tornassi a casa..." Mormorai, con un largo sorriso.
Le prime rovine mi si pararono davanti, ma in un attimo scomparvero, tornando vive sotto i miei occhi.
Sono qui come Ancella di Clio, dopotutto...
E in un attimo, tutto si animò: potevo tornare lì, come tre anni fa.
Allora vidi le sentinelle a presidiare la grande porta, chissà se mi riconosceranno, pensai, o se sarò soltanto un'ombra per loro.
Non mi importava: come varcai le porte della città venni investita dall'atmosfera vivace e variegata che si respirava per le strade.
Gente di ogni tipo intenta nei propri affari, il bazar, le botteghe, le donne greche e quelle più orientali che commentavano gli abiti le une delle altre, qualcuno contrattava sul prezzo di qualche merce, qualcun altro suonava, o discuteva di politica.
Riconobbi alcuni luoghi in cui avevo passato del tempo anni prima, chiedendomi se anche questa volta potrò portarli con me.
Saprò ancora come muovermi? Non rischierò di perdermi per le sue vie?
Ma infondo, sapevo già dove andare, anche se prima preferii fare un giro della città: un giro largo, perché quando manchi per tanto tempo da un luogo vuoi assaporarne ogni angolo, anche quelli a cui magari non avevi dato importanza.
Mi incamminai così per vie sconosciute fidandomi del mio senso dell'orientamento con la speranza di aver bene in mente la cartina che avevo studiato tante volte.
Passai davanti a luoghi di culto più disparati: era per questo che mi trovavo lì, dopotutto, e iniziare da quanto avevo trascurato in passato, perché esulava dalle mie competenze, non sembrava affatto male.
Fu in quel momento che mi accorsi di quanto mi fosse mancata quella splendida città in cui avevo lasciato un pezzo di cuore e a cui pensavo spesso, temendo per lei.
Ma nulla di tutto questo si poneva sotto i miei occhi: non un mondo travagliato, non le rovine, gli scavi ancora in corso, quelli non autorizzati, quelli dissacranti che speri non arrivino mai ma che vi sono stati in passato.
No, ella mi appariva fiorente e viva come quando era sotto l'egida di Roma: ignara del destino che la attendeva.
Ma non potevo indugiare oltre, dovevo raggiungere il muro oltre il quale avrei trovato ristoro, quel muro controverso e complesso che avevo studiato a lungo nella mia breve visita anni fa.
Raggiunsi così l'accampamento romano, e venne ad accogliermi quel tribuno che avevo imparato a conoscere, per quanto possibile.
Probabilmente era solo una speranza, ma sembrava felice di vedermi, e mi fece strada tra i suoi ausiliari, e tra gli altri legionari stanziati in quell'angolo di Impero.
Allora compresi che la città non era affatto cambiata, ma io invece sì.
Guardavo quei legionari allenarsi, con la stessa luce negli occhi che vedo ogni giorno nei miei fratelli, riconoscevo i loro colpi, i loro esercizi.
Ma Clio mi permette di vedere solo una parte di quanto accade, la Verità mi è preclusa.
Raccontai al tribuno il motivo del mio ritorno e chiesi ospitalità, anche se non ero più lì per loro sapevo che quello era il mio posto, così come sapevo che loro mi avrebbero accolta.
In quel piccolo angolo di mondo, tutto parlava di Roma: le terme, l'anfiteatro costruito dai soldati che mi invitarono ad assistere ai giochi, il praetorium, l'accampamento, persino qualche tempio.
Ero tornata a casa.
Vivrò con loro quei cento anni ancora una volta, alcune cose cambieranno, certo, perché la mia ricerca non è più la stessa, altre invece no.
Sarò di nuovo lì quando arriveranno i persiani, vivrò i preparativi, l'assedio, forse riuscirò a vedere le macchine da guerra, le mine e le contro mine scavate sotto le torri, chissà se incontrerò quel nobile persiano che ha trovato la morte in una di esse.
Sarò lì, confusa tra i legionari nella mia armatura da velita, al loro fianco eppure simile ad uno spettro, tratterrò il fiato durante gli scontri nonostante conosca bene l'esito della battaglia e in fondo in fondo sappia che è anche grazie a quella sconfitta che io ho l'opportunità di essere lì.
Eppure, potrò voltarmi mille volte ad osservare lo stendardo che sventolava sulla torre, esso mi apparirà sempre sfuocato e lontano: quale sia la vessilazione che difese la città fino all'ultimo, non mi è dato saperlo.
Ma in questo luogo Clio mi ha già donato tanto, e non solo a me, dunque mi pare di chiedere troppo.
Prenderò un profondo respiro, e vivrò quella battaglia ancora una volta.
Vedrò la città capitolare e scomparire, finché qualcuno non la ritroverà dopo millenni.
E la storia avrà di nuovo inizio.

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