Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 08-02-2010, 02.08.48   #159
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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ARDEA DE' TADDEI

LXXXVII

“Quella tavola era imbandita
da pietanze fumanti e colorati
nettari. Le candele profumavano
l’aria di aromatiche essenze e
scintillanti posate impreziosivano
i posti a sedere. A quella tavola però
mancavano armonia, lealtà e amore.”
(Il pasto dei Primi, VIII)


“Benvenuto nel palazzo dei Mussoni, cavaliere.” Disse Parzia inchinandosi.
Sul suo volto era dipinto un malizioso sorriso, mentre quel vestito che indossava faceva ampio sfoggio del suo avvenente corpo.
“Parzia è la più giovane fra noi” intervenne Maria “ed è quindi diletto di noi tutti coccolarla e viziarla.”
“Noi tutti?” Prese a dire Luigi. “Parla per te, sorella mia. Su queste cose l’ho sempre pensato come nostra madre, che Dio l’abbia in gloria.”
“Nostra madre, come ben sai, anche se ora sembri averlo dimenticato, adorava viziare ognuno dei propri figli. Compreso te, fratello caro.” Rispose Maria.
Luigi le lanciò un’occhiata di astio e disgusto.
“Gli affari di famiglia” intervenne Rosetta “riguardano noi soli. Direi perciò di annoiare oltre con simili questioni i nostri ospiti e di prendere invece posto a tavola.”
“Sono perfettamente d’accordo con te.” Rispose Maria sorridendo a denti stretti.
Così, una volta seduti a tavola, fu servita loro la colazione.
“E’ di vostro gradimento il tutto, messere?” Chiese Parzia con un sorriso ammaliante.
“E’ tutto squisito, damigella.” Rispose Ardea.
“La nostra Parzia” intervenne Maria “ha tra i suoi diletti e le sue virtù un vivace amore per l’arte culinaria. E questa colazione è stata appunto preparata da lei… per voi.”
“Per me?” Ripetè stupito Ardea.
“Certo” rispose Maria. “Sapevamo del vostro arrivo qui a Frattagrande.”
“ E come, milady?” Chiese Ardea. “Visto che sono giunto in incognito?”
“Lo eravate forse prima di giungere qui” rispose Maria sorseggiando dalla sua coppa “ma una volta attraversate le mura, noi sappiamo ogni cosa di ciò che accade a Frattagrande.”
“Fa parte dei nostri doveri di fedeli vassalli del duca, ovviamente.” Precisò Luigi.
“Ovviamente.” Rispose Ardea bevendo dalla sua coppa.
Poi, rivolto a Parzia, aggiunse:
“Raramente ho assaggiato, al di fuori del mio castello, una colazione tanto prelibata. Vi faccio i miei più sinceri complimenti, damigella.”
“E cosa, ditemi...” chiese Parzia con viva curiosità “...avete gradito di più?”
E badate, nel rispondere” intervenne Maria “di non essere formale o troppo educato. Non si adatterebbe al tipo di uomo che sembrate essere.”
Milady, sappiate che” rispose Ardea sorridendo “essere scontato o banale è ciò che più temo, oltre alla viltà ed alla scortesia.”
Poi a Parzia:
“Come vi dicevo, ho gradito moltissimo ogni pietanza. Ma, se devo essere sincero, più di tutto ho apprezzato questa focaccia di farina nera, aromatizzata con frutti di bosco. Una vera leccornia, damigella.”
“Allora, vorrà dire” rispose compiaciuta la ragazza “che, per tutto il tempo che trascorrerete qui, io la preparerò ogni mattina per voi.”
Ardea accennò un inchino.
Poi, rivolto agli atri, prese a dire:
“Signori, approfitto della deliziosa circostanza per parlarvi del mio incarico. Ben comprendo che a tavola non si parla di affari simili, ma approfitto del cordiale clima e della vostra nobile compagnia.”
“Vi ascoltiamo, messere.” Rispose Luigi.
“Il duca ha sempre ritenuto lady Grazia, che possa riposare in pace, donna di altissime qualità ed innegabile valore.” Continuò a dire Ardea. “Ma, dalla sua spiacevole morte, al duca non sono più giunti i tributi che il vostro casato si è impegnato a raccogliere per lui. E ciò ha reso dispiaciuto sua signoria il duca.”
“Purtroppo” rispose Maria “non è stato ancora deciso chi sia, fra noi, il suo degno successore. In questo modo il seggio è vacante.”
“Lo comprendo, milady” disse Ardea “e sono qui appunto per sollecitare che ciò accada presto. Ma il duca conosce bene la lealtà della vostra stirpe. Attenderò quindi la vostra decisione sulla successione a Lady Grazia, sebbene il diritto mi dia la facoltà di proclamare un erede da questo stesso momento.”
“Il diritto e la legge” rispose Maria “mal si legano ai valori familiare, cavaliere. Credo sia più opportuno che tali decisioni siano prese in seno alla nostra famiglia.”
“Milady, sono sicuro” disse Ardea “che troveremo prestissimo un accordo che salvaguardi i valori della vostra famiglia e gli interessi del duca.”
“Credete ai fantasmi, messere?” Chiese all’improvviso Parzia, con il suo solito sorrisetto.
“Parzia, ti prego!” La riprese Luigi.
“Damigella, io” rispose Ardea “ho imparato dalla vita che bisogna guardarsi dall’odio dei vivi, anziché temere la vendetta dei morti.”
A quelle parole, sulla tavola scese una strana atmosfera.
E proprio in quel momento entrò nella sala Giovanni.
Aveva una misteriosa espressione sul suo volto.
Come colui che reca dentro di sé un odio senza fine.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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