“Si, giungo da Tylesia.” Disse Fin Roma a Talia. “Sono solo e la città è ormai distrutta e i pochi superstiti sono fuggiti sulle montagne.”
“Cosa accadrà loro?” Chiese il padre di Fianò.
“Col tempo spetterà a loro edificare una nuova Tylesia.”
“Come è potuto succedere?” Scuotendo il capo il padre di Fianò.
“E' stata colpa della Lacrima di Cristo, papà!” Con rabbia Fianò.
“No, chi è causa del suo mal pianga se stesso.” Disse Fin Roma.
“Perchè tutto questo?” Mormorò il padre.
“Per il Fiore.” Fissandolo Fin Roma. “La Lacrima di Cristo è stata inviata per portarlo via.”
“Portarlo dove?” Fece Guisgard. “E cos'è la Lacrima di Cristo?”
“Sono Angeli...” rispose il menestrello “... inviati per portare il Fiore in un nuovo luogo. Probabilmente in questo momento hanno già scelto la Sua nuova dimora.”
“Angeli?” Ripeté Fianò.
“Si, Angeli.” Ribadì Fin Roma.
“Parlateci del Fiore!” Disse Guisgard. “Dove cercarlo? Come riconoscerlo?”
“Chi ha la fortuna di vederlo” spiegò il menestrello “lo riconoscerà subito... basta liberarsi da ogni paura... poiché è la paura che rende ciechi...” e fissò Talia.
“Sono perduto...” alzandosi Guisgard “... non lo troverò mai...”
“Cercate il Fiore” disse Fin Roma “come se fosse la cosa più preziosa del mondo...”
Guisgard si voltò verso Talia.
“Papà...” avvicinandosi Fianò al suo genitore “... è lui il cavaliere del mio sogno...” indicando Guisgard.
“Già, l'hai detto anche prima...” mormorò questi “... cosa hai sognato, ragazzo?”
“Il Cavaliere Bianco...” rispose lui “... aveva il vostro volto...”
“Seguitemi, cavaliere...” disse il padre di Fianò e li condusse in una sala colma di armi di tutti i generi e di tutti gli imperi conosciuti.
E tra esse vi era una corazza bianca posta contro una parete.
“Questo è il Cavaliere Bianco.” Indicò il padre di Fianò.