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Vecchio 29-01-2013, 02.26.35   #8
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Come è sorta la civiltà umana?
Quale percorso ha seguito e quali ostacoli si è trovata ad affrontare per non soccombere?
Oggi la versione di gran lunga predominante ed ufficiale del mondo accademico è quella che racchiude in una visione unitaria e compatta la formazione ed ascesa della nostra civiltà.
Così, per la stragrande maggioranza di storici, archeologi e paleontologi la civiltà umana è il frutto di una lenta e lunga evoluzione, sostanzialmente priva di scossoni significativi.
Le grandi scoperte e le straordinarie invenzioni che resero pian piano l'uomo signore del mondo, non sono altro che tappe e progressi con cui si è scandito, in maniera lineare, la civilizzazione di questo pianeta.
Allora la storia ufficiale, quella documentata, comincia 5.000 anni fa circa, quando i Sumeri inventarono la scrittura.
Da qui in poi, lentamente ed inesorabilmente, la civiltà umana superò di volta in volta tappe che ne segnarono l'ascesa.
Ma è andata davvero così?
Eppure qualcuno mette in dubbio questa visione ufficiale della storia umana.
Una piccola parte del mondo accademico muove obiezioni a questa secolare versione del nostro cammino.
Una minoranza di studiosi, da sempre, ritiene invece che il percorso della civiltà non sia stato affatto unitario, ma pieno di più “ritorni alle origini” da parte dei nostri progenitori, in conseguenza di eventi catastrofici di portata globale, che hanno letteralmente azzerato più volte l'ascesa umana, costringendo l'uomo a “ricominciare da capo” più volte.
Fino a due secoli fa l'Iliade e l'Odissea erano viste come magnifiche costruzioni mitiche e fiabesche.
Eppure qualcuno ha poi dimostrato che racchiudevano più di un fondo di verità.
E oggi questi due poemi sono utilizzati dall'archeologia ufficiale per studiare le ancora incerte pagine della storia egea pregreca.
Il mito del Diluvio Universale è raccontato dalla Bibbia e da altri testi di antiche culture (come la sumerica epopea di Gilgamesh), ma ritenuto fino a pochi anni fa solo un fatto immaginario.
Oggi invece si sa quasi con certezza che un grande cataclisma, forse un'inondazione di 13/12.000 anni fa, colpì la zona tra Europa ed Asia, generando così il Mar Morto.
E infatti reperti antichissimi sono stati ritrovati nelle acque del Mar Morto, forse a testimonianza di centri abitati che un tempo sorgevano su quelli che oggi sono i fondali di quel mare.
Una civiltà straordinaria come quella Ittita è stata scoperta solo all'inizio del XX secolo, in seguito agli studi sull'invasione Indoeuropea del 2.000 Avanti Cristo.
E altri innumerevoli esempi si potrebbero fare.
In questa visione alternativa e non ortodossa della storia umana, prendono così forma immagini inquietanti che richiamano dal buio del passato miti ormai dimenticati.
Quelli delle civiltà perdute.
Culture antichissime ed evolute che forse, spazzate via da cataclismi planetari, hanno lasciato solo un eco lontano della loro esistenza.
Un eco divenuto leggenda.
Allora terre come Atlantide nell'oceano Atlantico, Mu nell'oceano Pacifico e Lemuria nell'oceano Indiano possono essere più di una leggenda?
Ma non sono solo queste terre ad ospitare, secondo miti remoti, culture tanto leggendarie quanto misteriose e che oggi sembrano essersi dissolte nel nulla.
Esiste un regno perduto che rivive spesso in notti come questa, attraverso il canto di un bardo o di un cantastorie.
Un regno dimenticato che però sembra talvolta scivolare fino a noi dagli oceani del Tempo e che ancora oggi desta meraviglia e paura in chi ne ascolta l'incerta storia.
Un regno che per essere trovato non obbliga a seguire la storia conosciuta, ma quella dimenticata, incisa ormai solo nel sibilo del vento, nel colore di foreste addormentate e nel silenzio di rocce consumate dal tempo.
Un regno che, come tutti i sogni che l'uomo da sempre concepisce, va oltre ciò che vediamo.
Ma non per questo è meno reale.
Ed io porterò tutti coloro che vorranno sognare insieme a me a conoscere quel regno dimenticato nel Tempo...

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