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Vecchio 07-04-2018, 23.56.12   #42
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Capisco.” Disse Elv a Gwen. “Beh, allora buon appetito.” Sorridendo, per poi riempire due bicchieri di vino, per sé e per Setto.
Questi appariva molto sospettoso nel guardarsi intorno e nel fissare quegli strani anfitrioni.
Tuttavia lo stomaco brontolava come o forse più della sua mente, così cominciò anch'egli a mangiare.
“E' tutto molto buono.” Mangiando Elv. “Dopo giorni di locande ed osterie di dubbia fama ci voleva proprio una tavola imbandita come il Ciel comanda.”
“Si, non si può vivere senza nutrimento...” fissandolo Roze.
“Più che un bisogno” fece Tatiana guardandolo “nutrirsi è una passione, un piacere, persino un vizio oserei dire... non credete?” Quasi mostrando la lingua.
“Beh, immagino di si.” Ridendo piano Elv e notando quel verso quasi lascivo, o comunque ambiguo di lei. “Gli antichi greci affermavano che mangiare e fare l'Amore sono i veri e soli piaceri al mondo.”
“Saggi i greci...” sussurrò Tatiana.
“I banchieri si occupano di storia antica?” Chiese sarcastico Nikolaj.
“I greci antichi erano saggi” rispose Elv “ed ogni banchiere credo dovrebbe conoscerne il pensiero.” Con un sorriso compiacente.

“Ebbene...” disse mangiando Fulminaccio con i suoi modi spicci, quasi grezzi “... cosa devi dirmi? Spero non si tratti di qualche aumento... soldi da sprecare qui non ve ne sono... se non apprezzi ciò che a fatica posso darti, allora prendi pure le tue cose e lascia questa casa.” Seccato.
“No no, padrone...” scuotendo il capo Salamano “... siete già sin troppo generoso, signore...”
“Vorrei ben vedere.” Masticando a bocca aperta Fulminaccio. “Dunque? Sbrigati...”
“Ecco, un mio nipote, un buon ragazzo, non trovando da lavorare in paese... egli vive infatti con i suoi presso un borghetto su un poggio dimenticato oltre l'Elsa... dicevo, non trovando fortuna mi ha scritto, chiedendomi di raggiungere questa casa, sperando che voi, onesto e cortese padrone, possiate prenderlo al vostro servizio... non chiede molto, è giovane e non ha vizi, dunque un misero stipendio gli basterà...”
Fulminaccio lo guardò, poi fissò Altea.
“Sentito, moglie?” A lei. “Tutti sanno che son generoso e forse mi credono anche tocco.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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