Discussione: Cavalleria
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Vecchio 06-04-2008, 21.44.43   #6
MonsieurHussard
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Carica di Insbuscenskij

A proposito di storia contemporanea della Cavalleria.. riporto un passo descrivente la carica di Isbuscenskij del Sten Massimo Gotta.. allora impiegato sul fronte Russo servendo il glorioso stendardo di Savoia Cavalleria... da leggere...


Mi svegliai di soprassalto ai primi colpi di mitragliatrice. Cercai di volgere lo sguardo verso la zona
da cui provenivano e vidi la notte punteggiata dalle fiammelle azzurre. "Ci siamo", pensai. Ero in
piedi ancora prima che il cervello cominciasse a funzionare e d'un balzo montai a cavallo.
Erano quattro giorni che non toglievamo le selle ai cavalli. Dormivamo quando e come era
possibile, distesi nella steppa, le briglie dei cavalli legate ai polsi. La situazione del fronte era
quanto mai confusa. Sapevamo soltanto che i russi avevano rotto il nostro schieramento sul Don e
che cercavano di sfruttare i loro successi iniziali con l'intendimento di aprire un varco alle spalle
delle truppe tedesche impegnate a Stalingrado. Il nostro compito era soprattutto di accorrere a turare
le falle più preoccupanti, di dare al nemico la sensazione di non potersi sentire sicuro in nessun
posto.
La sera del 23 agosto avevamo avuto l'ordine di tentare di raggiungere la sponda del Don ma il
sopraggiungere della notte aveva dissuaso il Colonnello Bettoni ad avventurarsi in una operazione
estremamente rischiosa a causa della fitta oscurità. Ci fermammo a quota 213,5 e ci sistemammo in
quadrato in attesa dell'alba. La notte era fredda, il cielo senza luna era costellato di stelle, il silenzio
profondo. Aleggiava intorno a noi una impressione di incubo; i cavalli immobili senza un nitrito.
Alle 3,30 il Colonnello fece uscire la pattuglia comandata dal Sergente Comolli del I° Squadrone
con compiti esplorativi: dopo poche centinaia di metri essa si scontrò con elementi nemici sistemati
a difesa. Immediatamente tutto lo schieramento nemico divampò tenendo sotto tiro il Reggimento
che aveva appena iniziato le operazioni per riprendere il movimento. Vi furono attimi di incertezza
ma poi le mitragliatrici del 4° Squadrone e i pezzi delle Batterie a Cavallo presero a rispondere
sparando a zero.
Si udì un ordine "2° Squadrone a cavallo!". In un attimo lo Squadrone "passò in riga" a plotoni
affiancati per tre, i mitraglieri con i basti sottomano e le armi alla sella, in formazione chiusa come
in piazza d'armi. Si fece una larga volta a mano sinistra, si prese il galoppo e finalmente vedemmo
dinnanzi a noi, bassissime, quelle fiammelle azzurre che ci centravano in pieno.
Il cuore mi diede una scossa nel petto e mi strinsi a Palù, sicuro di avere la sua protezione: sentii il
cavallo vibrare, tendersi in avanti conscio che qualcosa di meraviglioso stava per compiersi: la
vecchia cavalleria tornava ad essere una catapulta che piomba sul nemico, una forza sovrumana,
inarrestabile.
Sentivo il respiro affannoso dei cavalieri che a testa bassa urgevano alle mie spalle, ero sopraffatto
dall'impeto furioso dei cavalli che si scaraventavano sul nemico: si, anche i cavalli, di solito così
sensibili, così ombrosi, così facili a impressionarsi per un nonnulla, avanzavano ora con un galoppo
terribile, gli occhi dilatati nell'esaltazione della carica puntati sulle fiammelle azzurre delle
mitragliatrici. Fu nel momento preciso in cui la carica si scatenava che un cavaliere apparve al
fianco del Comandante dello Squadrone. Era il Maggiore Manusardi, che qualche mese prima aveva
lasciato il comando del 2° perché promosso di grado ed, in quel momento, era a disposizione del
Comando.
"De Leone, sono un tuo gregario - gridò - Voglio caricare con il mio vecchio Squadrone". Il
Capitano fece un cenno di assenso, mentre le fiammelle azzurre erano diventate paurosamente
vicine e i colpi fischiavano da ogni parte sopra le nostre teste, tagliando l'aria come staffilate, ed i
cavalieri avevano preso ad urlare il nostro grido di incitamento e di vittoria; "Savoia! Savoia!".
Vidi De Leone cadere col cavallo Ziguni che era stato trapassato da un colpo di fucilone controcarro
e vidi Manusardi assumere il comando dello Squadrone, brandendo come arma il frustino levato in
alto in atto di sfida. Eravamo ormai sui russi che ci balzavano incontro, chi cercando di colpirci, chi
correndo alla cieca nell'illusione di sottrarsi all'urto dei cavalli, chi sollevando le braccia in segno di
resa.
Ci trovammo in una posizione assai critica perché eravamo nel mezzo dello schieramento russo e
quindi sotto i colpi dei nostri che sparavano alla forsennata. Manusardi comprese il pericolo che
stavamo correndo e, urlando come un pazzo, riordinò le fila dello Squadrone e comandò una nuova
carica, in direzione opposta. Dal canto loro i russi, ripresisi dallo spavento ricominciarono a
bersagliarci di colpi, questa volta, alle spalle. Fu allora che sentii la voce di Pio Bruni che mi
gridava: " Smonta da cava llo! Palù sta morendo!". Questo grido mi stupì: non mi ero neppure
accorto che il mio vecchio, caro, generoso amico fosse stato ferito e tanto meno ferito a morte. Lo
guardai e vidi che sprizzava sangue da tutto il corpo: capii allora perché non riuscivo a trattenerlo:
era impazzito dal dolore: le mie mani erano tagliate dalle redini. Smontai di sella, lo tenni per le
redini ma egli si liberò dalla mano mi guardò e riprese il galoppo dirigendosi contro il nemico,
verso il Don, scomparve alla mia vista.
Saltai sul primo cavallo che mi capitò sotto mano, scosso, per riprendere il mio posto alla testa del
plotone: Torralta, che brucava l'erba senza il suo cavaliere, caduto alla prima carica, mi riportò
indietro ma giunta nei pressi del nostro schieramento cadde esanime, anch'essa colpita a morte.
La mia carica era finita. Raggiunsi a piedi le vicine nostre linee mentre vidi il 3° Squadrone agli
ordini del Capitano Marchio puntare a sua volta contro i russi ed il 4', appiedato, scattare all'assalto
all'arma bianca agli ordini di Silvano Abba.
Sulle posizioni nemiche la lotta si stava frazionando in cento episodi fino a che Savoia Cavalleria si
trovò ad essere padrone assoluto del campo, facendo un numero di prigionieri molto superiore ai
suoi stessi effettivi.
Passò del tempo. Il sole era salito alto nel cielo e l'aria si era fatta calda. Vidi allora lo Stendardo
sventolare glorioso nel cielo, vidi i nostri morti allineati in attesa di sepoltura, vidi la steppa
trasformarsi in un enorme posto di medicazione in cui il Tenente Mauro Piemonte medicava,
bendava, ricuciva italiani e russi indistintamente, vidi i nostri cavalli che ancora erano in grado di
camminare, nonostante le loro ferite, avviarsi lentamente verso la nostra base operativa. Cercai fra
loro Palù ma Palù non c'era.
Andai allora alla sua ricerca e, a piedi; ritornai sul campo di battaglia passando fra i morti, feriti e
soldati russi che mi gurdavano con assoluto disinteresse. Mi lasciai guidare dall'istinto.
Lo ritrovai a sera disteso al suolo fra i girasoli, nello stesso atteggiamento di sereno abbandono per
lui abituale quando, al termine delle marce, si sdraiava sulla paglia al mio fianco, nella stessa isba.
Vidi il suo candido mantello diventato vermiglio del suo sangue, vidi le sue ferite che lo avevano
finito, vidi i suoi occhi sbarrati ancora pieni di furore ed ebbi la sensazione di venire meno.
Mi inginocchiai vicino a lui, presi la sua bella testa fra le mie mani, rimasi a lungo, solo, con lui, in
silenzio.
Massimo Gotta


Un generale tedesco guardando tanta magnificenza esclamo: Che spettacolo, la nostra cavalleria (già equipaggiata di carri e blindo) non è più in grado di fare simili cose...

Ve l'ho allegato in modo da non dimenticare che di cavalieri veri ne abbiamo avuti anche 50 anni fa, ugualmente motivati e spinti da quel furore eroico e quel senso dell'onore di "fides et fidelitas" che li spingevano a dare la vita non tanto per la patria, per soldi o pezzi di terra.. ma quanto più per il proprio stendardo,per il nome e per la gloria.
Così come a Poloji, Jagodnji, Pozzuolo, Bricchetto e via dicendo.

Spero che il riporto sia stato di vostro gradimento.
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- Per le migliori fortune -

Ultima modifica di MonsieurHussard : 06-04-2008 alle ore 22.05.23.
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