Discussione: Romanzo Tristano e Isotta
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Vecchio 23-08-2011, 08.57.24   #11
Chantal
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
Non vi è alcuna necessità di chiedere perdono a me,Taliesin,io sarò felice di apprendere del completamento della vostra ballata e di esprimervi le mie sensazioni(nonchè ammirazione),anche per quanto concerne l'incontro"magico"col vostro amico poeta e cantore.
Per questo mi permetto di esortarvi a ritrovarci nel Palazzo delle Arti dove vi sarà riservato uno spazio adatto ad accogliere ciò che avete di bello da mostrarci.

Sì,lasciamo che questo sia il luogo di accoglienza del culto della drammaticità che avvolge Tristano e Isotta.
Per questo spero mi sia concesso di menzionare un momento di pietà da parte del poeta verso lo stesso cavaliere Tristano che si sta spegnando orfano dello sguardo di colei che più ama al mondo.
Thomas esprime tutta la forza del tormento di Tristano che ancora non vuole cedere all'abbraccio della Morte poichè non desidera dipartirsi dalla vita senza aver rivisto la sua amata.
Lo fa in questi versi con grande sentimento verso il suo personaggio,come realmente fosse un uomo di carne di cui egli narra il dolore:

Ciò che resta vivo è un corpo
quasi senza vita, un corpo
che si disfa, in un dolore
senza scampo, uno spavento
senza fine. Senza tregua.
Fa chiamare Kaerdin: vuole
rivelargli tutto, avere
per un attimo l'affetto
dell'amico caro. E viene.
Nella stanza sono soli:
non desidera Tristano
nessun altro. E sofferente
parla, chiede aiuto: Isotta
può salvarlo! Ed, ecco, Isotta
moglie di Tristano, ascolta
di nascosto tutto. Sente
scongelarsi in cuore l'ira
sorda, soffocata sotto
il dovere, ed il dolore
di punirsi come un prete
od un monaco, nemico
della carne. Alla parete
sta accostata, con l'orecchio
incollato al muro: ascolta.
Fino all'ultimo respiro
vuole udire; un uomo ha messo
alla porta, per spiare
di nascosto, per sapere.
E Tristano, al muro, stanco,
senza forze, sta appoggiato:
E Kaerdin gli si siede
al suo fianco: lo sostiene
e lo abbraccia e, muto, piange.
L'amicizia, il loro affetto
breve, che non ha speranza
piangono, senza parlare.
L'uno guarda l'altro e sente
la disperazione, a lungo
in silenzio, amaramente
piangono. Poi, con un filo
esile, di voce, dice:
il ferito: «Ora ti prego
caro, dolce amico! Io sono
solo, sono uno straniero!
Non ho amici, né parenti,
né nessuno: solo un caro,
dolce amico. Te ne prego!
Va da Isotta! Al mio paese
io potrei guarire. Ed ora
sto perdendo, sto spegnendo
la mia vita. Solo Isotta
può salvarmi!
(..)
Piange mentre parla, scosso
dai singhiozzi, sconfortato:
Kaerdin sente il cuore stretto
da una morsa e a mezza voce,
gli risponde con parole
tenere, affettuose: «Caro,
dolce amico, non piangete!
Io farò ciò che chiedete!
Rischierò la morte, solo
per darvi la vita! In nome
dell'affetto che ci lega
come una catena, tutta
la mia forza, il mio potere,
metterò contro l'angoscia,
contro il male ed il dolore,
per salvarvi. Su! Ordinate!
Sono pronto!» «Ti ringrazio,»
mormora Tristano. «Adesso,
ti consegno questo anello:
è il segnale convenuto
tra noi due.



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