Discussione: Ardea de'Taddei
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 04-09-2009, 02.38.34   #8
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
ARDEA DE' TADDEI

III

"L'attesro per un pò, con l'ansia per
quella gravosa impresa, fino a che l'uomo
detto il principe, attorniato da devoti compagni,
che ad un suo gesto avrebbero la fatal dama nera
seguito nell'Ade, apparve come un re tra loro."
(Le Geo, libro I)


Il Sole era ormai tramontato quasi del tutto e sul giorno morente stava ovunque scendendo l’infinito crepuscolo.
Le alte nubi nel cielo, per il contrasto tra gli ultimi bagliori di luce ed il primo buio della sera, sembravano le possenti onde di un mare burrascoso che dall’infinito pareva intenzionato a schiantarsi sulla terra per lavarne colpe e peccati.
Un asciutto vento si era levato e con una tenace insistenza soffiava senza sosta, diffondendo lamenti ed echi in quel tormentato paesaggio.
Ma Ardea sembrava insensibile a quello spettacolo della natura. L’unica cosa che sentiva era la forte morsa che gli stringeva il braccio.
Il sibilo del vento si fece più forte e profondo, come se trasportasse i lamenti dei dannati dall’Inferno.
Infine Ardea, vinto dal terrore, chiese pietoso:
“Non fatemi del male, vi prego!”
La figura non rispose e dal buio che copriva quel volto, celato dal cappuccio, si aprirono due fessure luminose che fissavano nel profondo degli occhi il povero ragazzo.
“Abbiate pietà di me, vi supplico!” gridò Ardea “San Michele mio, aiutami!”
“Vieni a destare i morti di questo luogo e ti aspetti la misericordia degli angeli?” Disse con voce austera e profonda quella figura.
“Pietà! Pietà!” Gridò il ragazzo.
“No! Tu oggi poserai qui la tua anima!”
Vinto dalla disperazione e dal terrore, sentendosi ormai perduto, l’indomito ragazzo tirò allora un calcio, con tutte le sue forze, nelle pieghe del mantello che avvolgeva quella nera figura.
Questa, sentendosi colpita, emise un gemito soffocato tra i denti e mollò finalmente quella presa che al ragazzo pareva d’acciaio.
Ardea allora, libero da quella morsa, fu sul punto di scappar via, ma il lamento di quella oscura figura lo fece arrestare.
Si voltò e vide quello che gli era parso un fantasma piegato su se stesso, tenendosi il fianco.
Restò alcuni istanti a fissare quell’immagine.
“Maledetto” sussurrò la misteriosa figura “fuggi o ti strapperò davvero l’anima!”
Ardea invece restò immobile a fissarla.
La figura allora, aggrappandosi a fatica sulla croce della tomba, si tirò su, respirando a fatica.
Ardea si avvicinò e vide, lungo la sua gamba, il sangue scorrere in grande abbondanza.
“Non temi né gli spiriti né la morte, dannato?” Disse affannando l’uomo incappucciato.
“Gli spiriti non perdono sangue…” Rispose Ardea con un tono che tradiva una paura ormai scacciata.
La figura allora aprì di scatto il mantello e con la mano destra, la sinistra la teneva stretta sul fianco ferito, impugnò un affilato pugnale.
“Oggi, io e te ci uniremo ai morti di questo luogo…” Disse fissando il ragazzo.
Questi, in quel momento, si ricordò degli uomini avvistati prima e di quel che dissero riguardo alla preda ferita a cui davano la caccia.
Inoltre, apertosi il mantello, Ardea poteva ora vedere meglio quella figura.
Aveva una cotta di maglia che gli copriva completamente il corpo e placche di ferro sulle braccia e sulle gambe. E al collo portava un antico e prezioso monile, su chi era incisa l’immagine di un gufo con una rosa tra gli artigli.
“Volete uccidermi per poi attendere qui i vostri carnefici?” Disse Ardea, fissando il buio del volto di quello che ormai si era rivelato essere un uomo mortale.
“In questo luogo c’è solo la giustizia dei morti!” Rispose quell’uomo.
“Per quella c’è tempo. Finche siamo in vita, si intende.”
L’uomo restò in silenzio a quelle parole di Ardea.
“Dovete fuggire, finche siete in tempo.” Aggiunse il ragazzo.
L’uomo si strinse alla croce e fissò il cielo ormai buio, dicendo:
“Anche il vento sembra portare lamenti di morte.”
“Può essere quella dei vostri nemici.”
“Sei ancora qui, dannato? Vattene via, se non vuoi morire anche tu!”
“Con quella ferita non andrete lontano. Cosa vi occorre?”
A quella richiesta l’uomo fissò Ardea e rispose:
“Un confessore o un cavallo!”
Ardea sorrise e scappò improvvisamente via. Poi voltatosi verso quel’uomo gridò:
“Attendete il mio ritorno. Vi porterò l’uno o l’altro!”
E sparì come rapito dalla foga del vento.


(Continua...)
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 10-02-2010 alle ore 03.49.16.
Guisgard non è connesso   Rispondi citando