Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 23-12-2009, 00.24.58   #134
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

LXVIII

“Bianche, via più che neve in giogo alpino,
avea la sopravveste, e la visiera
alta tenea dal volto; e sovra un’erta,
tutto quanto ella è grande era scoperta.”
(La Gerusalemme Liberata, canto IV)


La strada, detta dell’Incerata Via, tagliava in due la grande foresta che abbracciava tutt’intorno Cardizia.
Il canto degli uccelli sembrava un’inebriante inno alla gioia di vivere e la lussureggiante vegetazione dominava in ogni dove, come un vero e proprio trionfo della bellezza di Madre Natura.
Il Sole troneggiava nell’infinito cielo vestito di un azzurro sfolgorante ed in lontananza, come un delicato alone turchese, i monti sembravano avvolgere quel bellissimo paesaggio.
Quell’atmosfera pastorale ed idilliaca sembrava negare tutto ciò che aveva raccontato poco prima quel contadino.
Ardea e Biago, nell’attraversare quella strada che sembrava incantata, si sentivano accolti nel seno di una natura incontaminata e primordiale.
Una natura incapace di contenere la più piccola ombra.
Ad un tratto i due giunsero in una radura piccola ma accogliente.
Alte querce, che la racchiudevano come in un mistico anello, avevano intrecciato tra esse i nodosi rami, rendendo quella radura un fresco e riparato giaciglio dalla calura del mezzogiorno.
Li vicino poi scorreva un limpido e mite ruscello, che dai vicini colli raggiungeva la campagna sottostante.
L’acqua chiara e fresca sembrava accarezzare i levigati ciottoli che facevano da letto a quel trasparente corso d’acqua.
Così, i due viaggiatori, scesi dai loro cavalli, si diedero ristoro bagnandosi le mani ed il volto in quel brioso rio.
“Quest’angolo di foresta” prese a dire Biago totalmente rilassato da quel bucolico luogo “è la cosa più accogliente che abbiamo visitato da quando questo viaggio è cominciato!”
Ardea sorrise.
All’improvviso, tra i rigogliosi cespugli, due lepri fiondarono via.
“Per Diana!” Esclamò Biago. “In questo luogo non manca niente! E ora che ci penso il mio stomaco è vuoto come un otre e leggero come un sacco di piume!”
“Tranquillo” disse Ardea “Cardizia non è lontana. Quella laggiù è Verdi Pascoli!”
“Perché poi quel contadino affermava che ora è chiamata Incerto Pascolo?” Chiese Biago.
“Non ne ho idea.” Rispose Ardea. “Ma più di tutto mi preme conoscere chi siano i nuovi signori di Cardizia…e come mai al palazzo ducale nessuno ne sapeva niente!”
Ma in quello stesso momento un galoppare furioso quanto deciso sembrò rompere l’incanto di quel luogo.
Proprio dove il ruscello raggiungeva la campagna sottostante, alcuni cavalieri, ben armati e rivestiti di lucenti corazze, inseguivano due uomini a piedi, che tentavano di fuggire nella foresta.
In breve quei cavalieri raggiunsero i due fuggitivi e li immobilizzarono a terra.
Li disarmarono dei loro bastoni e li legarono per bene.
E quando i prigionieri furono ben saldi dietro i loro cavalli, li portarono via con loro.
Ardea e Biago, che avevano assistito dall’alto a tutta la scena, si scambiarono una rapida occhiata.
Lo scudiero era sul punto di dire qualcosa, ma Ardea lo zittì con un cenno.
Infatti due di quei cavalieri non avevano seguito il resto del drappello ed erano rimasti presso il ruscello.
E credendosi soli iniziarono a togliersi le pesanti e lucide corazze.
Mostrarono così una cascata di capelli, morbidi e luminosi.
I corpi, sebbene asciutti e ben levigati, tradivano una grazia ed una gentilezza aliene ad un maschile portamento.
Le forme, per quanto forgiate e sagomate dal peso di quelle e corazze e dall’utilizzo delle armi, erano vellutate e tenere.
“Che io sia dannato!” Esclamò Biago.
Ma subito Ardea lo zittì con una mano sulla bocca.
I due si fissarono per un momento.
“Si” sussurrò con un filo di voce Ardea “sono proprio due donne.”
Le due cavaliere si bagnarono nelle limpide e fresche acque del ruscello, liberandosi così dalla calura e dalla fatica imposta loro da quelle corazze.
Ardea e Biago le osservarono per tutto il tempo, fino a quando, asciugatesi e rivestitesi con le loro bardate armature, andarono via.
“Per Diana e per tutto l’Olimpo!” Esclamò Biago. “Mai visto donne indossare corazze!”
“E sono anche bellissime!” Aggiunse Ardea.
“Ma chi saranno?” Chiese Biago.
“Vorrei saperlo tanto anche io.” Disse Ardea. “Ma soprattutto mi chiedo perché stessero dando la caccia a quei due uomini…”
“Beh” disse Biago “non sono mai stato inseguito da una donna…mi chiedo che effetto faccia.”
“Voglio andare in fondo a questa storia!” Disse Ardea alzandosi in piedi. “Riprendiamo il cammino e raggiungiamo Cardizia. Sono sicuro che quella contrada è la chiave di tutto…”
Così, ripresa la via, attraversarono il luogo conosciuto ora come l’Incerto Pascolo e si diressero verso Cardizia.
In quel momento ad Ardea quel paesaggio, tanto idilliaco ed armonioso, apparve come una sorta di specchio riflesso di una realtà ben diversa.


(Continua...)
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