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Vecchio 08-08-2009, 01.25.33   #38
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Secondo me la storia tra Lancillotto e Ginevra è ben diversa da quella di Tristano ed Isotta.
Non che il sentimento sia diverso (infatti a mio giudizio l'intervento del filtro magico va visto sotto l'aspetto simbolico e allegorico e non limita la genuinità dell'amore tra i due amanti di Cornovaglia), ma è il contesto che è differente.
Tra Tristano ed Isotta non c'è la divina compagnia della Tavola Rotonda.
Re Marco non è re Artù.
Artù soffre e perdona. Non riesce ad odiare la sua donna ed il suo fraterno amico.
Anche nella sofferenza egli è destinato ad un fato insostenibile per chiunque.
Re marco invece è geloso e prova odio. Egli brama la vendetta.
Questo non vuol dire che per Tristano ed Isotta è giusto e per Lancillotto e Ginevra no.
Intendo dire che la sacralità che Lancillotto e la regina vanno a rompere è ciò che alla fine li condanna.
C'è troppo in ballo. Il loro amore deve lottare contro ostacoli immensi.
Eppure i due amanti non possono rivoltarsi contro il loro destino.
In ballo ci sono gli ideali della cavalleria, della Fede, del regno.
Eppure Amore interviene e dispensa i suoi beni ed i suoi favori.
Lancillotto a questo punto non è più soltanto un cavaliere del regno, ma è, soprattutto, un servo di Amore.
Un amore immenso che lo spinge a mettere tutto in secondo piano.
Artù soffre, è vero.
Ma anche Lancillotto e Ginevra soffrono.
E' un immenso dramma.
Ma credete davvero che davanti all'amore perfetto, quello che completa, quello che giustifica e legittima un'intera esistenza si possa decidere di ignorare i comandi del cuore?
I protagonisti di questa saga sono in primis devoti e succubi di Amore.
Sono paladini di questo sentimento.
Soffrono per questo e per questo purificano il loro cuore.
Non è una volgare tresca amorosa.
Non è un carnale richiamo dell'istinto.
Non è una puerile avventura di una notte.
E' Amore. Quello vero.
E come scriveva l'immenso Dante: "Amor ch'a nullo amato amar perdona..."


Citazione:
Originalmente inviato da Morris Visualizza messaggio

Per quanto concerne la provvidenza divina.. nel concedere tali gloriose successioni...ciò evidenzierebbe.. forse... il fatto che Iddio stesso.. sia d'accordo..in quanto.. "predestinato"????!!!! Oppure perchè Lo stesso vuol farci comprendere che dal male può nascere ...malgrado noi....del bene!!!!????

Sir Morris

Sir Morris, il mio intervento voleva indicare come l'amore ha sempre natura divina.
I grandi amanti della storia, anche i più infelici, credo siano dei predestinati.
Amore non dona le sua grazie senza un motivo.
Il mio intervento in questo caso voleva sottolineare come chi ama alla fine vince sempre.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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