Discussione: Il giudizio di Caino
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Vecchio 15-10-2010, 00.01.59   #2
solomon kane
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solomon kane sarà presto famoso
Prologo

L’autunno stava facendo le sue prime vittime.
Gli alberi fino a poche settimane prima rigogliosi mostravano le prime chiazze marroni.
Cominciavano a cadere le foglie.
L’uomo vestito di nero giunse nei pressi del lago.
Kane si sedette ai piedi di una grossa quercia posta sulla collina vicina al lago, e da li cominciò ad osservare la lenta discesa del disco rosso simbolo di vita. Sembrava quasi che andasse a spegnersi nelle calme acque lacustri.
Quel momento della giornata chiamato crepuscolo lo portava sempre ed inevitabilmente a riflettere.
Pensò come fosse stupendo il miracolo della natura, che con i suoi spettacoli di luci e di ombre colpiva cosi a fondo l’animo umano.
Cominciò a tornare a ritroso sui passi della sua vita.
Col passare degli anni la feroce rabbia assetata di vite malvagie aveva lasciato il passo a riflessioni amare, riflessioni sulla vera moralità delle sue azioni, sulle vite stroncate dalla lama della sua spada, sulla solitudine che stava diventando pesante da sostenere negli ultimi tempi.
Non era mai riuscito a vedere tutto ciò, accecato com’era dalla sua personale visione del bene e del male. Aveva seguito una missione, un percorso che infine si era rivelato un vicolo cieco.
Kane cominciava a percorrere labirinti mentali in cui scorrevano scene da vite non vissute. Una casa, una famiglia, niente più oscenità o mostruosità del mondo.
Questo pensò il puritano.
Ripose accanto a se tutto ciò che possedeva: una spada, due pistole e il misterioso bastone intarsiato a forma di testa di gatto donatogli anni prima da un uomo altrettanto misterioso, conosciuto nel continente nero.
Una folata di vento gelido gli scarmigliò i lunghi capelli corvini.
Gli sembrò di cogliere un gemito di donna lontano.
Kane aguzzò l’udito ma non sentì nulla. Si guardò intorno. Era circondato dal nulla per miglia.
- Scherzi della mente - si disse.
- Solomon…-
Stavolta era sicuro. L’aveva sentita. E conosceva il suo nome. Pazzia o meno una donna aveva invocato il suo nome.
Si rizzò in piedi prese con se la spada.
Ormai la notte stava visibilmente arrivando.
Ispezionò la zona immediatamente circostante. Nulla.
Si ritrovò sulla sponda del lago.
- Solomon …-
Non poteva essere. La voce proveniva dal…lago?
Guardò le acque immobili.
Si avvicinò fino al punto di bagnarsi i piedi.
Ad un certo punto sentì l’acqua muoversi.
C’era qualcosa che si muoveva.
Si chinò.
Fu un attimo.
La cosa lo afferrò e lo trascinò sotto.
Tentò di dimenarsi ma la cosa lo trascinava sempre più giù.
Nel buio del fondale coperto dalle tenebre notturne ormai sopraggiunte, gli sembrò di vedere una forma femminile.
Poi tutto divenne buio e perse conoscenza.
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