Lo guardai divertita, con un leggero sorriso.
"Potreste rimanere sorpreso... dopotutto, sono l'arma migliore di questa guerra, o forse soltanto quella di cui ha bisogno la confraternita!" ammiccai.
Sì, mai come nel mio caso aveva senso quella definizione.
Nessuno a guardarmi avrebbe potuto immaginare chi ero davvero, ed era per questo che l'immagine esteriore era così importante, così curata nei minimi dettagli.
Era studiata a tavolino, ogni cosa, così come la mia istruzione, l'estenuante allenamento del mio corpo, il trasformismo.
Essere appariscente per essere invisibile, era questo che rendeva una spia tanto letale. Anche se, in realtà, ero molto più di questo.
Non potevo dire di annoiarmi, dopotutto.
Fui lieta che il chierico accettasse la mia proposta, in quel modo avremmo avuto una maggiore libertà d'azione.
Salimmo in carrozza e ci dirigemmo al mio palazzo.
Durante il tragitto mi fermai a guardare fuori, come amavo fare sempre, in modo da poter cogliere qualche sfumatura della città.
Non troppo, quel giorno, perché non volevo essere scortese con il nostro opsite.
"Ebbene, non ci avete detto da dove venite, padre.." sorrisi.
"Immagino che il cosa vi abbia portato qui richieda un luogo più appartato per poterne discutere!".