“Dunque” disse Guren fissando Gwen con occhi lascivi “... cosa beviamo? Vino rosso come i tuoi capelli? O bianco come la tua coscienza?” Ridendo. “Suvvia, sii più loquace... dopotutto dovresti essermi riconoscente, visto non ti ho fatto frustare a sangue come meritano le ladruncole come te.” Prendendo una bottiglia di vino. “Come mai eri con quel pezzente? Vi dividete il bottino? Oppure sei la sua sgualdrinetta?” Divertito.
Gobbo guardò Dacey.
“Si, potrebbe essere...” disse annuendo.
Allora si voltò verso la grossa porta e cominciò ad avanzare piano.
Chinò il capo ed iniziò a salire i gradoni.
Il primo, il secondo, il terzo...
Un sibilo dell'aria, come un fendente ad un centimetro dalla testa del saltimbanco.
Arrivò davanti alla porta e guardò le pareti laterali.
Una grossa lama era scattata, attraversando lo spazio davanti alla porta.
“Bingo, amica mia!” Esclamò lui fissando Dacey. “Avevate ragione! L'uomo pio china il capo al cospetto di Dio!”
Ad un tratto la porta cominciò a scricchiolare.
Allora lentamente, con tutte le giunture cigolanti, iniziò ad aprirsi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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