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Vecchio 02-03-2010, 12.08.51   #2
Mordred Inlè
Cittadino di Camelot
 
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Mordred Inlè è un gioiello nella rocciaMordred Inlè è un gioiello nella rocciaMordred Inlè è un gioiello nella rocciaMordred Inlè è un gioiello nella roccia
03. A Mordred
Caro Mordred,
O forse non ho il diritto di chiamarvi così. Forse non dovrei nemmeno scrivervi questa lettera e non so perché lo sto facendo. Spero che tutto ciò che scrivo ora si perda come mi sto perdendo io stesso.
Sono successe molte cose da quando sono partito da Camelot. E' passato un anno o di più, non ricordo bene. Mi manca Camelot, non lo credevo possibile. Mi manca il freddo del castello, la pioggia, i cavalli delle scuderie. Mi manca la mia piccola stanza, mi mancate voi con il vostro ghigno, sempre pronto a mettere in discussione tutto e tutti.
Non vi ho mai capito, non ho mai capito cosa volevate veramente. Vi credevo pazzo.
Sono stanco e fuori c'è il sole, non mi sembra quasi possibile una simile combinazione.
Dindrane è morta... ma voi non sapete chi sia. Non è importante. Dindrane era una ragazza, una giovanissima donna sorridente. Una santa, amava tutti, ci voleva bene ed era la sorella di Perceval. Avresti dovuto vederli, si adoravano e tu avresti avuto di che riderne e punzecchiarli. Ti saresti malignamente divertito, lo so.
Ma è tardi perché lei è morta quasi sei mesi fa. Ci sono dei luoghi orribili mentre io ho sempre creduto che una luce divina illuminasse le nostre gabbie. Avevi ragione, ci sono dei luoghi orribili.
C'era questa città, una cittadina dipinta con il sangue. C'era una donna, una vecchia ormai malata e morente, convinta che il sangue di una vergine l'avrebbe salvata. Ci avevano circondati, la mia spada, la mia bella spada lucente non poteva fare nulla, non riusciva a fare nulla ed era inutile. Averla era stato inutile.
Dindrane si è sacrificata con un sorriso. Ho visto tutto, Mordred, l'ho vista mentre si sdraiava sorridendo accanto al letto dell'anziana donna, così sofferente, così debole, e le tagliavano i polsi. Il sangue era ovunque, ha iniziato ad uscire dappertutto.
Ho visto morti, ho assistito a ferite ma mai così. Non ho mai capito quanto fosse importante il sangue, per tutti noi, non fino a quel momento.
Dindrane è morta perché non aveva più nulla da dare. Ha dato la sua ultima goccia di sangue con un sorriso. L'abbiamo messa su una barca, abbiamo scritto la sua storia, io, Bors e Perceval, e poi l'abbiamo lasciata alla deriva sperando che Dio la riportasse a casa. Mi sono chiesto a che cosa servisse. Perceval mi ha spiegato che è stato un sacrificio reso a Dio.
Eppure quella volta vidi solo il sangue.
Non potei rimuginarci troppo, Mordred, non potei. Mi tormentavano, la notte, il volto di Dindrane e quello della vecchia signora.
Viaggiai con mio padre, poi. Io, mio padre, Bors e Perceval.
Un giorno voi mi diceste di non fidarmi di nessuno, nemmeno di mio padre. Non so se mi fido di lui, dei suoi occhi sempre verso il cielo. Mi ha parlato di Ginevra e della sua penitenza. Ho chiuso gli occhi ed ho fatto finta di dormire. Non volevo ascoltarlo perché le sue parole mi facevano male, mi facevano vergognare di me stesso: proprio io che sono sempre stato considerato il migliore di tutti,
Sento di essere caduto così in basso da non poter più rialzarmi. Ora lo ricordo così ma sono sicuro che quei sei mesi con mio padre ed i miei compagni furono sereni, se non felici finché non ci separammo. Non fui abbastanza per trattenere il grande Lancillotto. La corte, Artù, la regina, i tradimenti ed il sospetto furono più forti ed ammalianti del suo stesso figlio e lui se ne andò.
Mi abbracciò. Mi manca. Mi manca il suo abbraccio.
Noi continuammo a marciare ed eravamo stanchi, così stanchi che pensai che Dio finalmente avesse accolto la nostra penitenza quando arrivammo al castello di Mordrains. Mordrains ci indicò la via del Graal, ci disse di raggiungere Carbonek e così facemmo.
Bors e Perceval sembravano speranzosi. Perceval ora è morto. Ma devo andare con ordine perché le cose iniziano a farsi sempre più confuse nella mia testa...

Ho dovuto abbandonare la lettera, ieri. Ero troppo stanco per continuare a scrivere e la luce si affievoliva davanti ai miei occhi. Riesco ancora a tenere la penna in mano e mi chiedo per quanto tempo potrò continuare così perché le mie dita iniziano a tremare.
Mordred. Credo di potervi dare del tu, almeno qui, nel mio piccolo mondo di carta.
Ma dove ero rimasto? A Perceval?
No, ora vedo, al viaggio, ero rimasto al viaggio verso Carbonek. A Carbonek ci riposammo e ci sembrò di essere quasi vicini alla fine ed all'inizio di tutto. La speranza e la gioia dopo tutti quei mesi passati nell'incertezza. Non puoi capire cosa significasse per noi. Avevamo vissuto una vita dedicata all'idea della speranza, eravamo stati cresciuti con i racconti del Graal, convinti che Dio ci avrebbe protetti da qualsiasi cosa, insensibili a qualsiasi dubbio e finalmente il Graal, l'unica cosa che in tutto il mondo potesse dare senso ad una vita umana, si trovava nel nostro orizzonte.
Da Carbonek ci portarono fino a Sarras. Sarras è dove sono ora ed è dove sto lentamente morendo.
E' un piccolo regno dall'aria limpida. Le nuvole sembrano non oscurare mai il sole e le pulcinelle di mare si tuffano dalle scogliere quasi tutti i giorni. I gabbiani gridano sempre. Sono sicuro che ti piacerebbe come posto. Mi hai raccontato della Scozia una volta e penso che Sarras abbia il mare della Scozia ma senza il freddo terribile della tua casa.
Il sole entra dalla mia finestra ma non entra il rumore delle onde e non riesco ad alzarmi per aprirla. Mi sento vecchio ma ho solo un anno in più dall'ultima volta che ci siamo visti.
Ora vivo da ospite ma il sovrano del Sarras non fu con noi così mite come lo è ora la sua terra. Ci imprigionò. Temette che potessimo tornare a Camelot e che informassimo il mondo della bellezza del suo regno. Vedendo quel uomo ho finalmente capito cosa sia un pazzo. Una persona che non riesce più a guardarsi attorno ed a scorgere davvero cosa il mondo ha da offrirgli.
Mi chiedo se anch'io fui pazzo, un tempo, o forse lo sono solo ora. Non riesco a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.
A volte sogno Camelot. E tu ci sei sempre, vorrei che quella fosse la realtà.
Non rimanemmo molto in prigione. Il siniscalco del re ci liberò solo due settimane dopo, dimagriti, stanchi, deboli. Non lo fece per gentilezza, ma solo perché il re era malato e stava morendo. Nella sua paranoia, il sovrano credeva che almeno uno di noi sapesse come guarirlo. Mi tornò alla mente Dindrane e non dormii per molte notti.
Nessuno di noi sapeva come aiutarlo ed il re morì, dimenticandosi di noi.
E poi trovammo il Graal.
La salma del re si era appena raffreddata, so che apprezzi questi modi di dire, e la sua erede, la principessa Noral, era appena stata incoronata quando accadde. Eravamo nella sala da pranzo ed improvvisamente tutto divenne bianco.
Bors lo vide appena. Perceval ne morì quasi subito. Io sono ancora qui e spero che tutto vada bene, un giorno.
Abbiamo trovato il Graal. Lo scopo della nostra missione, lo scopo della nostra vita. Lo scopo della mia vita.
Le suore mi dicevano che la coppa si mostrava solo ai meritevoli e che trovarla significava raggiungere Dio, ho passato tutta la mia vita a perfezionarmi a tentare di divenire ciò che il Graal voleva.
Solo tu avevi capito. O forse non avevi capito nulla e avevi solo indovinato che ci avrebbe portati tutti alla morte. Una stoviglia mortale. Mi viene da ridere, avrei dovuto ridere di più alla tue ironiche battute sul mondo, erano divertenti, non te l'ho mai detto.
Dark as beneath a winter sky the sea. Una vecchia filastrocca.
Ripenso a quando mi baciasti la prima volta. Al mio orrore, a come ti spinsi via da me. A come ti evitai. Ma vi pensai molto e ci penso anche ora. Mi tocco le labbra ma non mi ricordo più com'era e mi manca.
A volte è l'unica cosa che riesco a ricordare.
So dark, O love, my spirit without thee.
Me lo dicesti una volta e ancora mi chiedo se tu stessi recitando per te stesso o per me.
Avevi tentato di avvertirmi, mi avevi chiesto di non andare.
Stavi tremando per me. Per un attimo ti ho avuto nelle mie braccia e tu stavi tremando per me, per un attimo mi hai parlato dei sogni ma io non seppi capire.
Quindi, come stai, Mordred? Vorrei potertelo chiedere di persona e bruciare il mio orgoglio, la mia presunta perfezione.
Il Graal però mi ha negato tutto questo.
No, non è giusto. Sono stato io a farlo, sono stato io a negarmi tutto per il Graal.
Me ne pento, sono blasfemo? Forse sì, ma ciò che ho visto non può essere qualcosa di bello. Dio esiste, da qualche parte, ma il Graal non può essere Suo.
Quella faccia sorridente, come di angelo, i capelli biondi, ed il sorriso, così largo, così largo, non sembrava nemmeno umano. Come può un angelo sorridere in quel modo?
Aveva una coppa fra le mani, questo lo ricordo. Ricordo che tentai di toccarla, ricordo che risi e così fece l'angelo.
"Lascia fare a me, piccolo uomo," mi disse, e mi tocco sulla fronte, con una mano, come a misurarmi la febbre. E' strano, pensai, ha due mani sulla coppa come può toccarmi con un'altra mano?
Era tutto bianco attorno a me, tutto vuoto, tiepido e piacevole.
"Dimmi cosa vuoi, piccolo uomo, così che io possa farti felice."
Dissi che volevo essere degno di Dio e l'angelo rise. Sembrò confuso. Un angelo che sembra confuso!
"Parla che io possa capirti, piccolo uomo." Sembrava un gatto, Mordred, sembrava un gatto che gioca con il proprio cibo.
Tremai, ebbi paura. Ebbi dubbi, per la prima volta in vita mia.
"Voglio l'amore, voglio le persone che amo."
Ma l'angelo continuò a guardarmi confuso, sorridendo senza denti, aveva una bocca larga e dentro era tutto nero. La coppa splendeva e si riempiva di qualcosa ed io non capivo. Sapevo solo che non era sangue.
Infine risposi che volevo te, Mordred.
Volevo tornare da te, vederti almeno un'altra volta, avere una nuova possibilità.
L'angelo sorrise e continuò a tenere la sua mano fredda sulla mia fronte, aveva delle unghie, lo giuro, aveva delle unghie e mi stavano graffiando. Io continuavo a ripetere il tuo nome e pian piano sentivo le forze che mi lasciavano.
Non ricordo cosa accadde, so solo che vidi Perceval, morto, abbracciato a me e Bors, chino su di me, tremante.
Tremavo anch'io e non riuscii ad alzarmi dal letto per tre giorni.
E' passato un mese da quel giorno e non ho molto altro da dare al mondo. Sembra che anch'io, come Dindrane, abbia dato tutto ma non so cosa, non so cosa ho dato. Probabilmente la mia stessa vita.
L'angelo, o qualsiasi cosa fosse, mi ha promesso che ti avrei rivisto. Spero di poterti rivedere a Glastonboury. Vorrei-
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[English Arthurian fandom]

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