In breve nell'ufficio cominciarono a sentirsi i gemiti di Icarius.
Sempre più lunghi, profondi, lascivi.
Era in piedi davanti a Destresya, completamente abbandonato a quel massaggio proibito, lussurioso, sporco come quel gioco perverso.
Aveva la bocca aperta, gli occhi socchiusi e l'espressione inebetita da quel piacere folle, incredibile.
“Ahhhh... zia... ohhh... zia...” disse fra un gemito e l'altro “... io... ti voglio... bene... ohhh...”
E mentre la zia deliziava il suo nipotino, l'altro strisciò ai suoi piedi.
Poi quelle sue parole e Yanosh la guardò negli occhi per un lungo istante.
Allora cominciò a baciarle e poi a leccarle le scarpe.
Salì allora con le labbra e con la lingua lungo la caviglia e la gamba di lei, fino a sopra il ginocchio, dove c'era la gonna.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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