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Vecchio 11-01-2012, 02.40.57   #43
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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II Quadro: Nel Bosco di Suessyon

Ci sono pochi posti al mondo paragonabili al verdeggiante Bosco di Suessyon.
Una terra che ha perduto la verginità del suo suolo in epoca ormai remotissima.
In qualsiasi angolo di questa sterminata macchia verde è possibile trovare qualche traccia di uno dei tanti passati che l’hanno attraversata e ormai ignoti alla memoria umana.
Popoli antichi, con credi e tradizioni ormai dimenticate, hanno percorso, vissuto e combattuto in queste terre.
Il Casale degli Aceri, così comunemente chiamato, è l’unico edificio che sorge in questo luogo per gran parte selvaggio e abbandonato.
Anticamente appartenuto ad un potente duca Longobardo, che ne fece la sua riserva di caccia, il casale venne poi donato dal vescovo agli adepti dell’Ordine Cavalleresco della Luna Nascente, che ne fecero la roccaforte del loro ordine.
Oggi ben poco resta dello splendore della Luna Nascente.
E proprio nell’antica dimora dell’ordine, l’ultimo di quei cavalieri, vecchio e stanco, si è rifugiato dai clamori del mondo.
Immerso in quell’idilliaco scenario, circondato da un vasto stagno, noto come il Lago Regio, il casale si erge come ultima testimonianza dei valori della Luna Nascente, tra il gorgoglio delle acque riscaldate dal Sole e il fruscio delle foglie accarezzate dal vento.
Talia, leggera e silenziosa, con la luce ad illuminarne gli occhi e la brezza a giocare coi suoi capelli, osservava il Cielo riflesso sulle acque del laghetto, mentre il ricordo di quel sogno ancora la turbava.
All’improvviso una sagoma, muta e solenne, le apparve alle spalle in quel riflesso.
Osservò la ragazza ed accennò un sorriso.
“Talia!” Gridarono alcune voci lontane. “Talia, dove sei?” Un attimo dopo alcuni ragazzi, sudati e sorridenti, raggiunsero la giovane e il vecchio cavaliere presso il laghetto.
“Guarda, è per te, sorellina…” disse uno di loro, mostrando alla ragazza una collana fatta con fiori intrecciati “… alcuni di noi hanno raccolto i fiori, altri li hanno poi intrecciati… mettila, è di buon auspicio…”
“Avete finito gli esercizi?” Domandò il vecchio cavaliere.
“Si, maestro.” Annuirono tutti.
“Stamattina” fissando il bosco l’anziano uomo “l’ho visto… correva tranquillo, senza alcun timore… ormai queste terre non sono più battute da cacciatori da tempi immemori… questo vi faciliterà il compito.”
I ragazzi guardarono tutti il loro padre adottivo.
“Se riuscirete a catturarlo” continuò questi “celebreremo la vostra impresa con una bella festa… e banchetteremo con le tenere carni di quel cervo.”
“Allora esiste davvero il Cervo Bianco, maestro?” Domandò uno degli apprendisti cavalieri.
“Certo, l’ho veduto io stamattina.” Annuì il vecchio cavaliere. “Catturatelo e saprò che siete pronti.”
“Ci riusciremo, maestro!” In coro quegli aspiranti cavalieri.
“Erano anni che non vedevo un Cervo Bianco in queste terre…” mormorò il vecchio cavaliere una volta rimasto solo con Talia “…quel giorno stavo attraversando il bosco insieme a lui… lo vedemmo entrambi…” si zittì improvvisamente, mentre il vento scivolava sul suo volto pensieroso e rugoso.
L’aveva fatto.
Aveva rotto il suo giuramento.
Aveva di nuovo parlato di lui.
Una volta sola l’aveva fatto prima di quel momento.
Fu un attimo e si destò subito.
“E tu, ragazza mia?” Fissando Talia. “Come mai sei qui? Solitamente vieni a passeggiare presso il lago quando qualcosa ti rende pensierosa o turbata…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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